MARANELLI, Carlo
Nacque a Campobasso il 26 genn. 1876 da famiglia marchigiana: il padre, Giuseppe, di professione ingegnere, era nato a Cagli, in provincia di Pesaro, e la madre, Elettra Fenili, a Grottammare, nell'Ascolano.
La precoce scomparsa del padre, quando il M., il maggiore dei quattro fratelli superstiti (il primogenito era premorto), aveva appena sette anni, indusse la madre a emigrare a Roma, dove, esercitando il mestiere di sarta, riuscì ad assicurare il mantenimento e l'istruzione dei figli: specialmente del M., che rivelò subito notevole inclinazione allo studio e spiccato senso di responsabilità, tanto che prese ben presto a contribuire alle modeste entrate familiari impartendo lezioni private a ragazzi pressappoco suoi coetanei.
Conclusa la scuola secondaria, il M. si iscrisse alla facoltà di lettere dell'Università romana, dove fu attratto in particolare dalle discipline storico-geografiche e dall'insegnamento di due insigni maestri: G. Dalla Vedova, uno dei "patriarchi" della geografia italiana, e J.K. Beloch, storico tedesco che esercitò il suo magistero in Italia. Il M. si orientò soprattutto verso la geografia, compiendo indagini sotto la guida di Dalla Vedova, che fu relatore della sua tesi e da cui fu molto apprezzato, tanto che poco dopo la laurea (1900) ne caldeggiò l'assunzione come "assistente alla biblioteca" presso la Società geografica italiana.
Di tale funzione, espletata per due anni e mezzo, restano modeste tracce in lettere conservate presso l'archivio sociale, da cui però risulta evidente l'apprezzamento dell'attività del M. da parte della dirigenza della Società. Il risultato maggiore dell'oscuro ma prezioso lavoro svolto fu l'imponente Catalogo metodico della Biblioteca sociale, 1868-1901 (Roma 1903), che a distanza di oltre un secolo risulta ancora utilissimo, anche come documento della storia della Società geografica nel suo primo trentennio di vita. Tuttavia non vanno trascurate le bibliografie geografiche redatte dal M. per i tre primi anni del secolo (in Boll. della Società geografica italiana, s. 4, 1905, vol. 6, rispett. alle pp. 808-883, 980-1036, 1118-1217), sulla scia di un'iniziativa di Dalla Vedova e di L.F. De Magistris, e che, riprese in seguito, avrebbero costituito a lungo una fra le più rilevanti attività editoriali del sodalizio.
Il M., peraltro, non aveva rinunciato a lavorare nel campo della ricerca scientifica. A parte diversi articoli (i primi apparsi quand'era ancora studente) in riviste di notevole diffusione e riguardanti per lo più i risultati di esplorazioni italiane, già nel 1901 aveva dato alle stampe il suo primo scritto importante: La distribuzione della popolazione nel gruppo dell'Aspromonte. Saggio di uno studio antropogeografico sulla Calabria meridionale (Roma 1901; rist. postumo, in Id., Considerazioni geografiche sulla questione meridionale, a cura di C. Barbagallo - G. Luzzatto - F. Milone, Bari 1946, pp. 141-248).
Si tratta di un'opera che un quarantennio più tardi F. Milone (1940, p. 135), geografo che era stato allievo del M., avrebbe giudicato "chiaro esempio degli scopi che deve proporsi e dell'indirizzo che deve seguire questo tipo di ricerche di geografia umana". Un'opera da cui già si evincono due caratteristiche del M.: la concisione, forse eccessiva, che non rende giustizia alla vastità della ricerca; l'interesse per il Mezzogiorno che ne fa, se non l'unico, almeno uno dei più significativi tra i geografi meridionalisti.
Nel 1904 il M. vinse per concorso la cattedra di geografia economica presso la R. Scuola superiore di commercio di Bari (che pochi anni dopo sarebbe divenuta l'Istituto superiore di commercio e poi, nel 1936, la facoltà di economia e commercio), dove fu subito nominato professore straordinario e tre anni dopo ordinario, e della quale fu a lungo direttore.
Il quindicennio trascorso a Bari, durante il quale si rafforzò la sua vocazione meridionalista, fu certamente il più felice e fecondo di risultati nella vita del Maranelli. Nel 1911 si unì in matrimonio con Wanda von Weigelsperg, appartenente a una nobile famiglia veneta di origine tirolese e con la quale ebbe tre figli. La sua notorietà crebbe negli ambienti della geografia italiana anche per la puntuale e fattiva presenza in almeno tre dei congressi geografici nazionali (il V, il VI e il VII: tenuti rispettivamente a Napoli nel 1904, a Venezia nel 1907 e a Palermo nel 1910), e nonostante un carattere schivo e la specificità dei temi coltivati e dei metodi applicati, che differivano da quelli allora dominanti, ispirati a idee positivistiche e deterministiche. A Bari era circondato da generale stima per l'efficace direzione della Scuola e la vivace attività giornalistica. Le idee socialiste del M., abbracciate fin da giovanissima età, subirono una maturazione soprattutto per la fraterna amicizia e la collaborazione che stabilì con G. Salvemini.
Il sodalizio fra i due fu particolarmente stretto quando si trattò di fondare L'Unità (che Salvemini e soprattutto il M. cercarono, senza riuscirvi, di far nascere a Bari, anziché a Firenze) e nei primi anni di vita del settimanale, il cui primo numero apparve nel dicembre 1911.
Il M. aderì alla corrente socialista riformista, rifiutando qualsiasi forma di lotta violenta e sviluppando una concezione della vita e dello studio marcatamente solidaristica che lo indusse ad approfondire temi geografici (la situazione del Mezzogiorno, appunto, ma anche la distribuzione spaziale di malattie legate all'ambiente) che sarebbero potuti tornare utili per favorire il miglioramento delle condizioni sociali delle classi più deboli. Ma il rifiuto della violenza non gli impedì di essere uno studioso battagliero, che si distinse sempre per la coraggiosa coerenza con la quale difese le sue idee, anche quando affrontò temi scottanti che suscitarono animate polemiche.
Fu nel periodo barese che videro la luce quasi tutti i suoi scritti più significativi, tra cui vanno ricordati anzitutto quelli sul Mezzogiorno: Considerazioni geografiche sulla questione meridionale, in Annuario della R. Scuola superiore di commercio di Bari (1908); La Murgia dei trulli, un'oasi di popolazione sparsa nel Mezzogiorno, in Scritti di geografia e di storia della geografia concernenti l'Italia pubblicati in onore di Giuseppe Dalla Vedova, Roma 1908, pp. 105-143; Per la storia della distribuzione geografica della popolazione nel Mezzogiorno d'Italia, in Atti del VII Congresso geografico italiano… 1910, Palermo 1911, pp. 517-536 (tutti e tre questi contributi vennero poi ristampati in Considerazioni geografiche sulla questione meridionale, cit.).
Particolarmente importanti sono i primi due, nei quali il M. illustrava, con stringatezza ma avvalendosi di argomentazioni chiare e convincenti, il suo pensiero meridionalista, criticando il "pessimismo" di altri studiosi che, aderendo alle idee deterministiche imperanti, consideravano il Mezzogiorno come una terra condannata alla povertà dai suoi caratteri geografico-fisici. Lo storico C. Barbagallo, nella presentazione di Considerazioni geografiche… (p. XIX), ritiene che il M., ridimensionando i condizionamenti ambientali e rivalutando le influenze socio-economiche, si avvicini, se pur non del tutto consapevolmente, al materialismo storico; altri studiosi - tra cui, per esempio, un geografo come M. Lo Monaco (1969, p. 35), appartenente a una generazione successiva - inclinano a pensare che si tratti piuttosto di un'adesione, nello studio dei rapporti tra società e ambiente, al paradigma del "possibilismo", proprio della scuola geografica francese di P. Vidal de La Blache, le cui idee cominciavano a circolare tra gli allievi di Dalla Vedova. Giustino Fortunato, grande meridionalista "pessimista", rilevò il sostanziale anche se moderato "ottimismo" del M., il che peraltro non gli impedì di accordargli stima e amicizia.
Tra gli altri scritti del M. sono da annoverare: un puntuale studio sulla rappresentazione cartografica della diffusione della malaria (La Carta della malaria, in Atti del V Congresso geografico italiano… 1904, Napoli 1905, II, pp. 287-301); i due volumi L'Italia irredenta. Dizionario geografico: Alto Adige, Trentino, Venezia Giulia, Dalmazia (Bari 1915) che, apparso al momento dell'ingresso in guerra, costituiva una sorta di dizionario geografico delle terre rivendicate dall'Italia, e La questione dell'Adriatico (Firenze 1918, con G. Salvemini), nel quale i due autori proponevano di lasciare al nascente Stato iugoslavo tutte le terre adriatiche del versante balcanico.
Nel 1921 il trasferimento del M. a Napoli - per dirigere il locale Istituto superiore di commercio - avrebbe dovuto segnare l'avvio di un nuovo periodo di intensa attività organizzativa, scientifica e didattica. E, di fatto, a Napoli il M. si prodigò, come primo direttore, soprattutto per assicurare una sede funzionale all'Istituto. Tuttavia, la pubblicazione del volume sulla questione adriatica aveva già da tempo scatenato la reazione degli ambienti nazionalisti, che si accentuò con l'avvento al potere del fascismo e si tramutò in una vera e propria persecuzione nei confronti del M., specialmente dopo che ebbe firmato il manifesto degli intellettuali antifascisti redatto da B. Croce (1925). Le pressioni esercitate su di lui, con la larvata minaccia di un provvedimento che gli avrebbe addirittura tolto la cattedra, indussero il M. nel 1925 a rassegnare le dimissioni dalla direzione dell'Istituto, motivandole con ragioni di salute. Trascorse in disparte gli ultimi anni della vita, proseguendo la normale attività didattica e segnalandosi unicamente per la partecipazione al congresso geografico internazionale, che si tenne nel 1934 a Varsavia, dove presentò una comunicazione sul concetto di regione agraria.
Il M. morì a Napoli il 31 ag. 1939.
Altri scritti del M.: Sui rapporti economici con l'altra sponda dell'Adriatico (Dalmazia, Bosnia-Erzegovina, Montenegro, Albania), in Atti del VI Congresso geografico italiano… 1907, Venezia 1908, I, pp. 144-209 (ristampa del 1946, pp. 249-332; a cura di V.A. Leuzzi, Modugno 2001); La scuola professionale in Italia, I, Questioni didattiche, Bari 1909; La geografia umana di Jean Brunhes, Firenze 1912; Geografia dei prodotti agricoli: lezioni di geografia economica generale raccolte dallo studente S. Cosentino, Napoli 1922.
Fonti e Bibl.: G. Fortunato, Carteggio, I-IV (1865-1911; 1912-1922; 1923-1926; 1927-1932), a cura di E. Gentile, Roma-Bari 1979-81, ad ind.; G. Salvemini, Carteggio, I-III (1912-14; 1914-20; 1921-26), a cura di E. Tagliacozzo, Roma-Bari 1984-85, ad ind.; C. Colamonico, C. M., in Riv. geogr. italiana, XLVI (1939), pp. 200-203; F. Milone, C. M., in Boll. della Società geogr. italiana, s. 7, V (1940), pp. 135-138; C. Barbagallo, La questione meridionale negli scritti di C. M., in C. Maranelli, Considerazioni geografiche sulla questione meridionale…, cit., pp. XVII-XXIV; M. Lo Monaco, Alcune considerazioni geografiche di introduzione alla Questione meridionale, Roma 1969, pp. 27-39; E. M., Ricordo di C. M., in La Geografia nelle scuole, XXI (1976), p. 220; I. Luzzana Caraci, La geografia italiana tra '800 e '900. Dall'Unità a Olinto Marinelli, Genova 1982, passim; D. Buzio Cosimi, C. M. socialista riformista, in Il movimento socialista e popolare in Puglia dalle origini alla costituzione. 1874-1946, a cura di F. Grassi - G. Donno, Bari 1985, pp. 197-202.