MANDOSIO, Carlo
Nacque a Roma il 22 ag. 1682 e fu ammesso nella Compagnia di Gesù l'11 maggio 1702. Dal 1711 - anche se, per la precisione, il suo nome figura ufficialmente nell'elenco dei docenti solo per gli anni 1717-19 - fu professore di poesia e di retorica presso il Collegio romano. Al 1717 risale il poemetto epico in 589 versi esametri, stampato a Roma, dal titolo Gladius sanctus seu Carolo VI Caesari Augustissimo post deletas Turcarum copias, et Albam Graecam in deditionem acceptam festiva gratulatio, declamato nell'aula magna del Collegio romano.
In stile virgiliano, ma con reminiscenze bibliche e autentici accenti cristiani, il M. celebrava le imprese contemporanee di Eugenio di Savoia, il generale al servizio dell'imperatore Carlo VI d'Asburgo, che, dopo aver inflitto una grave sconfitta agli Ottomani a Petervaradino (1716), cinse d'assedio e conquistò Belgrado.
Trasferito in data imprecisata nel collegio dei gesuiti di Prato il M. si dedicò agli studi grammaticali di latino curando un'edizione italiana abbreviata della grammatica latina di Manoel Álvares, in uso presso il collegio di Prato, identificabile, secondo quanto risulta da Sommervogel, nel manuale Elementi grammaticali estratti dalla famosissima Grammatica del padre Emmanuele Alvaro della Compagnia di Gesù, Firenze 1725.
Negli anni successivi - come si ricava anche da un riferimento autobiografico di Girolamo Lagomarsini, il quale fra il 1732 e il 1733 insegnava retorica a Prato - il M. aveva ormai ultimato la redazione manoscritta del vocabolario (Nuovo Vocabolario italiano latino per uso delle scuole di grammatica) che lo rese famoso.
Lagomarsini nell'opera Epistolae ad amicum exemplum, Bononiae 1753, in cui sviluppò la polemica contro le Noctium Sarmaticarum vigiliae del padre scolopio Ubaldo Mignoni, additava nell'opera del M. un esempio di scrupoloso impegno lessicografico, nel solco dei lavori di étienne Dolet, Mario Nizzoli, Robert Estienne, Iacopo Facciolati, da contrapporre al Diz. italiano e latino raccolto dal molto reverendo padre Maurizio Francesconi, Lucca 1747, giudicato assai poco attendibile. Lagomarsini, al quale il M. aveva mostrato la sua fatica sollecitandone il giudizio, si fece fervido promotore della pubblicazione del volume, "cosa che egli realizzò non molto tempo dopo, a Venezia, presso Balleonius. E lo stesso Balleonius allestì sempre a Venezia una seconda o forse una terza edizione nel 1736" (pp. 93-97).
F.A. Zaccaria, a proposito del Vocabolario del M., riferisce che "uscì questo a luce in Venezia la prima volta l'anno 1736, ma così sfigurato per le mancanze, e guasto d'errori, che 'l p. Mandosi [sic], il quale avealo quattro anni innanzi preparato per la stampa, appena poté riconoscerlo suo. Si pose egli dunque a ripulirlo con esatta attenzione; ma nel torre gli errori del suo Dizionario, siccome accader suole, vennegli talento di accrescerlo ancora, e di migliorarlo. L'opera era presso che a fin condotta, siccome pure un maggior Dizionario utilissimo, ma la sopravvenuta morte dell'Autore impedì che questo secondo Dizionario si desse alle stampe (sta ora manoscritto nella Libreria del Collegio di Prato [(]) e che quel primo avesse la debita perfezione".
Dopo l'edizione veneziana del 1736, apparsa con il titolo Nuovo Vocabolario italiano latino per uso delle scuole di grammatica, senza indicazione dell'autore, vi fu "una seconda edizione assai meno imperfetta pure in Venezia nel 1742" (Zaccaria, p. 10), finché non vi mise le mani Girolamo Tiraboschi, che ne fece un'opera tutta nuova, edita a Venezia nel 1753 e più volte ristampata a partire dal 1771, sotto il titolo di Nuovo Vocabolario italiano-latino( compilato dal p. Carlo Mandosio della Compagnia di Gesù. L'apparente contraddizione tra il resoconto del Lagomarsini e quello dello Zaccaria si potrebbe spiegare con il fatto che nel 1732 era stata allestita l'edizione per la stampa, ma che questa poté essere effettuata soltanto al principio del 1736. Si dovette trattare di una tiratura limitata e poco corretta, alla quale avrebbe cercato di rimediare lo stesso M. con una radicale revisione, interrotta dalla sua morte, in vista di una successiva edizione.
La fortuna del Vocabolario, per antonomasia chiamato "Il Mandosio", fu enorme ed è testimoniata dalle numerosissime edizioni settecentesche: Milano 1755; Venezia 1762; Roma 1786; Udine 1799; che proseguono fino al Novecento (Firenze 1922). Dopo Tiraboschi, ne curarono revisioni e aggiornamenti Paolo De Paoli, Il Nuovo Mandosio, Milano 1864, e il gesuita Giuseppe Rossi, Modena 1867. Notevolmente accresciuto, il Nuovo Mandosio, apparve a Torino, nel 1878, a cura di Antonio Maria Sandrone. Tra gli estimatori dell'opera si può annoverare anche Giacomo Leopardi (Note ai Canti, per l'edizione fiorentina del 1831, canzone VII [Alla Primavera], I, 5).
Il M. morì a Prato il 4 o l'11 genn. 1736.
Fonti e Bibl.: G. Lagomarsini, Epistolae ad amicum exemplum, in qua iudicium fertur de aliquot locis operis inscripti Noctium Sarmaticarum vigiliae, Bononiae 1753, pp. 93-97; F.A. Zaccaria, Storia letteraria d'Italia, VIII, Modena 1755, pp. 9 s.; R. García Villoslada, Storia del Collegio romano dal suo inizio (1551) alla soppressione della Compagnia di Gesù (1773), Romae 1954, p. 291; G. Leopardi, Tutte le opere, a cura di W. Binni, I, Firenze 1969, p. 68; C. Sommervogel, Bibliothèque de la Compagnie de Jésus, V, coll. 471 s.