LAUBERG, Carlo
Nato probabilmente a Teano nel 1752 o 1753, morto a Parigi il 5 novembre 1834, fu l'anima del movimento giacobino napoletano anteriore alla Partenopea. Frate scolopio, si occupò di chimica, di meccanica, di matematica e di filosofia, insegnò nella Reale Accademia Militare di Napoli e aprì con Annibale Giordano (1771-1835) una scuola privata, frequentata da molti giovani, che furono i primi giacobini di Napoli. Da lungo tempo ascritto alla massoneria, intorno a lui si accentrò il movimento che, dopo la dimostrazione navale francese del dicembre 1792, trasformò le logge in clubs, e preparò la congiura giacobina del 1794. Scoperto dalla polizia il movimento rivoluzionario, il L. si salvò con la fuga, svestendo l'abito religioso. Ritornò a Napoli col generale Championnet nel gennaio 1799 in qualità di farmacista in capo dell'esercito. Nella repubblica fu presidente del Provvisorio, ma la sua opera di governo destò vive opposizioni, probabilmente pei il suo carattere imperioso e per l'estremismo delle sue idee. Salvatosi una seconda volta dalla reazione perché considerato ufficiale francese, riprese il suo ufficio di farmacista nell'armata, che seguì nella spedizione di Russia. Naturalizzato francese, tanto che mutò il suo nome in quello di Laubert, fu nel 1814 membro dell'Accademia reale di medicina, si diede interamente agli studî scientifici, né - a quanto sembra - ebbe più parte nelle agitazioni politiche italiane.
Notevole pure fu la sua attività di studioso. Si occupò specialmente di chimica, seguendo tra i primi à Napoli le innovazioni del Lavoisier e fece interessanti ricerche sull'etere come reattivo nelle analisi vegetali e sulla chinachina. Scrisse, naturalmente, anche di argomenti propriamente farmaceutici (Code pharmaceutique des hôpitaux militaires); ma si occupò pure di matematica e di filosofia. Nelle sue Riflessioni sulle operazioni dell'umano intendimento (s. a., probabilmente tra il 1786 e il 1789), il L., che era sotto l'influsso del pensiero francese del sec. XVIII, aderisce in massima al sensismo del Condillac, pur non accettandone tutte le conclusioni
Bibl.: F. Amodeo e B. Croce, C. Lauberg e Annibale Giordano prima e dopo la rivoluzione del 1799, in Arch. stor. napol., XXVIII; B. Croce, La rivoluzione napoletana del 1799, 3ª ed., Bari 1912; G. Gentile, Storia della filosofia italiana dal Genovesi al Galluppi, 2ª ed., I, Milano 1930.