LAMPARELLI, Carlo
Sono scarsi i dati biografici sul L., di cui s'ignora anche la data di nascita, collocabile intorno alla metà del XVII secolo. Era originario di Spello, dove ricoprì dal 1716 al 1727 la carica di priore della collegiata di S. Maria Maggiore, per la quale lavorò anche come pittore. Circa la formazione del L., è diffusa la tradizione secondo la quale sarebbe avvenuta presso Giacinto Brandi (Ticozzi lo ricordava erroneamente allievo di Vincenzo Brandi, vissuto tra la fine del XVI e la prima metà del XVII secolo). La critica più recente, che ha tentato di ricostruirne l'attività, lo inserisce invece nell'ambito della scuola cortonesca attiva per lo più in provincia, riscontrando nel suo stile un'accezione linguistica quasi folclorica.
Le fonti lo ricordano soprattutto per un'opera romana, la Crocifissione nella chiesa dello Spirito Santo dei Napoletani, andata dispersa e di cui non si conosce la data di realizzazione.
Oltre che da questa commissione, i contatti del L. con l'ambiente curiale romano sono testimoniati da alcune incisioni: le Allegorie in onore di Clemente X Altieri e di un cardinale non meglio identificato (incise da Benedetto Fariat di Lione) e quella del pontificato di Innocenzo XII Pignatelli.
Relativamente alla sua attività umbra, numerose opere, oggi disperse, vengono documentate dalla letteratura locale. Tra di esse, una tela a olio di formato ellittico raffigurante l'Assunzione è ricordata "sopra il trono papale, in fondo al coro", anteposta alla vetrata centrale dell'abside della chiesa superiore della basilica di S. Francesco ad Assisi, come risulta dalla relazione di restauro di G. Bertini nel 1839, dove viene giudicata di mediocre qualità (Hueck): è visibile nella sua ubicazione originaria nella stampa di G. Mariani, pubblicata da Bruschelli (tav. XXVI). Il dipinto, collocato in basilica nel Settecento, fu poi rimosso e posto nel "salone dei musici" (Urbini).
Le guide perugine documentano un'ampia attività del L. per la città e ricordano, come una delle sue opere migliori, la pala d'altare della Madonna col Bambino e i ss. Giovannino, Cecilia e Filippo Neri (1688), già nell'oratorio dei Filippini e ora nella chiesa di S. Filippo. Per l'altare del transetto della chiesa degli Scalzi, o S. Teresa, costruita dal 1718, eseguì la Trasfissione della santa, su commissione della famiglia Cesarei, il cui stemma, scolpito da un putto, compariva sul lato anteriore del dipinto. Per il monastero di S. Bernardo dipinse un'Annunciazione e un S. Giovanni Battista, di cui le fonti ottocentesche individuavano già il carattere cortonesco (attualmente a Perugia, nei depositi della Galleria nazionale dell'Umbria).
Fu intensa l'attività del L. a Spello, su cui le fonti riportano dati spesso contrastanti. Nel Museo della Collegiata di S. Maria Maggiore - che in origine era la cappella di S. Giuseppe sul lato destro del transetto - si conservano La morte di s. Giuseppe (già in S. Angelo) e il Compianto sul Cristo morto: le fonti locali lo attribuiscono al L., ma secondo Orsini, che datava il dipinto tra il 1615 e il 1620, fu invece realizzato da G.C. Angeli.
Nella chiesa si conservano anche le tele raffiguranti l'Annunciazione, la Flagellazione, l'Incoronazione della Vergine, che sopravvivono da un ciclo dedicato ai quindici misteri del rosario, ricordato dalle fonti come opera del L. (Peppoloni e Fratini riportano la data 1670 della decorazione a stucco che incornicia le telette).
Sulla base di affinità stilistiche vengono attribuite al L. la Madonna in gloria con i ss. Agnese, Antonio di Padova, Felice di Spello, Chiara e una santa monaca (Spello, S. Maria Maggiore); la Sacra Famiglia con s. Giovannino (Bevagna, Pinacoteca comunale), in passato riferita ad A. Camassei; e La Trinità e l'Ordine francescano e l'educazione della Vergine tra i ss. Liborio e Rosa (Spello, S. Girolamo, datata 1677), dove alla maniera cortonesca si aggiungono elementi quasi umoristici.
Al L. vengono riferiti a Spello anche gli affreschi del chiostro di S. Andrea (Immacolata e quattro angeli) e la Porzia nella raccolta parrocchiale di S. Lorenzo, dove il panneggio ricorda la maniera compendiaria cortonesca.
A Foligno la sua attività è stata individuata, sulla base di inventari stesi tra il 1728 e il 1732 e solo parzialmente pubblicati (Gualdi Sabatini; Ricerche in Umbria. 2), nell'oratorio del Crocifisso, in particolare nelle cappelle di S. Elena, di S. Pietro d'Alcántara e di S. Nicola di Bari e infine nella sacrestia. Si conservano le pale d'altare delle prime due cappelle, raffiguranti i santi titolari, e gli affreschi entro ovati di stucco che le circondano.
Tra le opere folignati si deve citare anche la Madonna con il Bambino e s. Agnese d'Assisi (chiesa di S. Caterina), dove il Bambino ricorda il S. Giovannino nella pala di S. Filippo a Perugia. All'artista viene riferita anche la Deposizione di S. Apollinare, in realtà citata in un inventario con l'attribuzione a G.N. Nasini e forse confusa dalle fonti con un'altra opera del L. documentata nella chiesa, la Madonna diSavona, oggi dispersa.
Su base stilistica si sono ricondotte al L. la decorazione del collegio dei padri somaschi ad Amelia (facciata d'ingresso, corridoi, lunette della sacrestia della chiesa annessa di S. Michele Arcangelo, in pessimo stato di conservazione), con Episodi della vita di s. Girolamo Emiliani, fondatore dell'Ordine, su commissione del rettore Gregorio d'Aste (1697), e gli affreschi della controfacciata di S. Maria Maddalena a Montefalco (con S. Agostino, l'Eterno, e i ss. Pietro e Paolo), precedentemente attribuiti al Pittore di Popola, folignate della seconda metà del XVII secolo.
Non si conosce la data di morte del L., anche se la tradizione la fa risalire al 1727.
Agli Uffizi si conserva un disegno del L. che raffigura il progetto architettonico per il frontespizio di un edificio.
Fonti e Bibl.: F. Titi, Ammaestramento utilee curioso di pittura, scoltura et architettura nelle chiese di Roma, Roma 1686, p. 90; P.A. Orlandi, Abcedario pittorico…, Bologna 1704, p. 110; B. Orsini, Guida al forestiere per l'augusta città di Perugia (1784), a cura di B. Toscano, Treviso 1973, pp. 288, 292, 322 s.; L. Lanzi, Storia pittorica della Italia (1809), a cura di M. Capucci, I, Firenze 1968, p. 365; C. Fea, Descrizione ragionata… di S. Francesco d'Assisi, Roma 1820, p. 14; S. Siepi, Descrizione topologico-istorica della città di Perugia, Perugia 1822, pp. 832, 843, 849; D. Bruschelli, Assisi città serafica e santuari che la decorano, Orvieto 1824, p. 70; S. Ticozzi, Diz. degli architetti, scultori, pittori, II, Milano 1831, p. 302; Catalogo della raccolta di disegni autografi antichi e moderni donata dal prof. E. Santarelli alla R. Galleria di Firenze, Firenze 1870, p. 644; P.N. Ferri, Catalogo riassuntivo della raccolta di disegni posseduta dalla R. Galleria degli Uffizi di Firenze, Roma 1890, p. 192; G. Urbini, Le opere d'arte di Spello, in Arch. stor. dell'arte, s. 2, II (1896), p. 375; M. Faloci Pulignani, Foligno città della Madonna, Foligno 1929, p. 51; A. Messini - G.C. Cecchini, Foligno, Milano s.d. (ma 1964), pp. 62, 93 s.; V. Peppoloni - C. Fratini, Guida di Spello, Spello 1978, p. 51; I. Hueck, Le vetrate di Assisi nelle copie del Ramboux e notizie sul restauro di G. Bertini, in Bollettino d'arte, LXIV (1979), 4, p. 89; Pittura del '600 e '700. Ricerche in Umbria. 2, Treviso 1980, ad ind.; F. Gualdi Sabatini, Chiese di confraternite a Foligno nei secoli XVII e XVIII, in Storia architettura, VI (1983), 1, pp. 50 s.; L. Bandera, in La pittura in Italia. Il Seicento, II, Milano 1988, pp. 778 s.; Pittura del Seicento. Ricerche in Umbria (catal., Spoleto), a cura di L. Barroero, Milano-Perugia 1989, pp. 333-335; Pinacoteca comunale di Spello, a cura di A. Marabottini Marabotti, Perugia-Milano 1995, pp. 32, 34, 37; Pittura del '600 e '700. Ricerche in Umbria. 3, Treviso 2000, ad ind.; Umbria (TCI), Milano 1999, pp. 348, 506; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XXII, p. 271.