CARLO II duca di Parma
Carlo Ludovico, nato a Parma il 27 dicembre 1799 e morto a Nizza il 17 maggio 1883, era figlio di Lodovico, re d'Etruria e di Maria Luigia del ramo dei Borboni di Spagna. L'avo suo, Ferdinando I, era stato costretto, per il trattato intervenuto il 9 febbraio 1801 tra Carlo IV di Spagna e Napoleone primo console, a cedere il ducato di Parma e Piacenza alla Francia, ottenendo a favore del figlio Lodovico il regno d'Etruria; e morto quest'ultimo (27 maggio 1803), Carlo Ludovico gli succedette in quell'effimero trono, da lui occupato fino al 23 novembre 1807, quando cioè fu bruscamente soppresso. Il fanciullo, confinato a Nizza con la madre, che pochi anni dopo fu rinchiusa in un convento a Roma, rimase in Francia fino alla caduta dell'Impero. Col trattato di Vienna (9 giugno 1815), a Maria Luigia fu assegnato il ducato di Lucca per sé e suoi discendenti; e poiché essa reclamò i diritti su quello di Parma, che era stato dato all'ex imperatrice dei Francesi, con la convenzione di Parigi del 10 giugno 1817, fu stabilito che alla morte della sua omonima dovesse succederle con tutti i diritti di discendenza. Salito al trono, per la morte della madre (13 marzo 1824), assumendo il nome di Carlo Ludovico, governò il ducato fiaccamente, rivelandosi giocatore, noncurante della famiglia, dello stato, dei sudditi, e di carattere scettico, al punto da favorire un'effimera forma di protestantismo. Del resto, C. amante dei viaggi e delle avventure galanti, fece lunghe residenze all'estero, specialmente tra il 1827 e il 1833, lasciando che i suoi ministri, ad esempio l'avventuriero inglese Tommaso Ward, dirigessero i pubblici affari, e prestando facile argomento alla satira del Giusti, che nell'Incoronazione, accennando a C., lo bollò per un "protestante don Giovanni", che nella lista dei tiranni non era "carne né pesce". Alla morte di Maria Luigia, avvenuta il 17 dicembre 1847, C., che si trovava a Genova, s'affrettò a raggiungere Parma, dove arrivò quattordici giorni dopo, e assunse il ducato col nome di Carlo II; ma erano momenti difficili per quegli staterelli dell'Italia centrale, che furono facilmente rovesciati dal soffio rivoluzionario dell'anno successivo. All'annunzio delle Cinque Giornate, anche Parma insorse: C., che pochi giorni prima aveva sottoscritto una lega con l'Austria, non si pensò di spedire messi al campo di Carlo Alberto, con atto di adesione al Piemonte e alla Lega costituzionale italiana, e infine (29 marzo) di firmare un chirografo col quale accordava la costituzione. Vedendosi comunque a disagio, il 9 aprile parti "più dispregiato che odiato", e si rifugiò nel suo castello di Weistropp, in Sassonia. Colà abdicava in favore del figlio, principe Ferdinando, il 14 marzo 1849. C., il 15 agosto 1820, aveva sposato Maria Teresa, figlia di Vittorio Emanuele I re di Sardegna.
Bibl.: C. Sardi, Lucca e il Ducato dal 1814 al 1859, Lucca 1912.