GUADAGNI, Carlo
Nacque a Cimitile, presso Napoli, probabilmente il 6 nov. 1614 (Manzi, 1960, p. 18).
L'ipotesi di Toscano, che pospone la data al 1618, risulta meno attendibile e non verificabile a causa dell'irreperibilità dei registri parrocchiali dei battesimi del periodo (cfr. Toscano, pp. X, 162 s.).
Il G. ricevette la prima educazione nel monastero dei frati minimi di S. Francesco di Paola; nel 1631 entrò nella Congregazione somasca e si recò a Pavia, nel collegio di S. Maiolo. In seguito si trasferì a Genova, presso la casa di S. Maria Maddalena, ove il 30 nov. 1632 fece la solenne professione.
Alla fine del 1636 fu inviato a Roma, nel Pontificio Collegio Clementino, durante il rettorato di A. Spinola, dove si perfezionò negli studi teologici. Nell'aprile del 1637 ricevette il diaconato e il 26 maggio 1638 fu ordinato sacerdote a Narni. Ma già da una data antecedente il G. risiedeva nel collegio di S. Michele Arcangelo d'Amelia in Umbria. Qui fu promosso all'ufficio di attuario. Nell'ottobre 1640 tornò a Roma per insegnare teologia presso il Collegio Clementino, ove stette fino al 13 sett. 1641. Dall'anno successivo risiedette presso la casa professa di S. Biagio.
Nel 1649 fu incaricato del rettorato della casa e collegio di S. Maria del Monte di Caserta, dove rimase fino al 1660, quando la chiesa e il collegio furono ceduti ai dottrinari, uniti, con bolla di Paolo V dell'aprile del 1606, ai somaschi e poi da essi separati da Innocenzo X l'11 apr. 1647. A Caserta divenne consigliere del principe Filippo Caetani, figlio di Francesco e di Anna Acquaviva d'Aragona.
Brillante predicatore quaresimalista, nel 1650 il G. diede alle stampe la Stachilogia quaresimale, punto d'arrivo della predicazione svolta a Napoli, Caserta, Roma, Amelia e Genova. Nel 1651 pubblicò la Stachilogia eucaristica e nel 1658 uscì la sua terza opera di oratoria sacra, la Scelta de' concetti quadragesimali (tutte e tre le opere furono stampate a Napoli).
Gli scritti del G. consacrati alla predicazione presentano alcuni motivi riconducibili all'oratoria sacra barocca, ma vanno ricollegati a impostazioni antintellettualistiche, tendenti a una semplificazione della vita spirituale che si rifanno alle "teoriche di quiete", proprie del movimento che agitò l'ambiente religioso romano in quegli anni (Petrocchi, pp. 40, 45).
Sul finire del 1660 il G. fu trasferito presso la casa di S. Martino a Velletri, allora sotto la signoria dei principi Caetani, dove rimase per 5 anni. Ritornò poi a Roma, predicò in varie chiese ed ebbe dal cardinale vicario M. Ginetti l'incarico di confessore del monastero delle monache domenicane di S. Cecilia in Trastevere e del monastero delle Vergini alle falde di Monte Cavallo.
Nel 1660 stampò a Napoli la biografia di Maria Lorenza Longo (Venerabilis Mariae Laurentiae Longae monialium Capuccinarum fundatrix. Gesta selectiora…) fondatrice dell'Ordine delle monache cappuccine, appartenenti alla riforma delle clarisse. Il G. si sofferma a lungo a raccontare le gesta umanitarie della Longo e la sua opera di assistenza nei confronti dei poveri e degli emarginati.
Nel 1669 stampò a Roma la Triplicata ghirlanda… e nel 1671 fu la volta de Il medico dell'anime (ibid.).
Nella premessa alla Triplicata ghirlanda (c. 1) l'editore M. Ercole affermava che era intenzione dell'autore presentare una "centuria di discorsi" relativa ai "mistici sensi delle tre antifone mariali, Ave Maria, Salve Regina, et Sub tuum praesidium", ma venne pubblicata solo la prima parte dello scritto. Il G. vi affrontava il tema del disprezzo dei beni mondani e del rifiuto del mondo. L'uomo è rappresentato quale essere combattuto internamente dal violento tumulto delle passioni, che deve annientare e vincere, e i sermoni si sviluppano facendo riferimento a una serie di elementi simbolici, emblemi degli oggetti di desiderio mondani (la corona, l'esercito, la lancia della passione) contrapposti ad altrettanti emblemi-antidoto (l'immagine della Croce, il sangue di Cristo e l'arca di Noè).
Il medico dell'anime, iniziato a Roma durante la peste del 1656, fu in seguito ampliato. Lo scopo dell'opera era quello di fornire ai sacerdoti un prontuario per aiutare gli infermi a morire bene (significativo il titolo del primo capitolo: Compendio de' rimedi, e preservativi per far buona morte, pp. 5-20). Le tematiche principali dello scritto sono l'esortazione a sopportare le infermità quali doni divini che rafforzano l'anima; il rifiuto dei beni mondani fino al disprezzo della propria salute; i consigli dati al sacerdote su come indurre il moribondo alla contrizione.
Il G. rimase a Roma dal 1665 al 1675 dedicandosi all'attività di oratore e di scrittore. Dal pontefice Clemente IX aveva ottenuto il nihil transeat per concorrere al prepositorato di S. Felice in Pincisa Cimitile, che, dopo una battaglia legale, era riuscita a svincolarsi dalla diocesi di Nola. Il G. ne prese possesso il 3 luglio 1675.
Da allora egli rimase a Cimitile fino alla morte, avvenuta il 24 giugno 1688, dedicandosi al restauro delle basiliche, alla promozione del culto di quel luogo e alla stesura della Nola sagra.
Tappa intermedia di questo ponderoso lavoro è la Breve relazione e modo di visitare il s. cimiterio e le cinque basiliche di S. Felice in Pincis… (Napoli 1676), nella quale il G. sottolinea che la grande affluenza di pellegrini arrecava effetti positivi all'economia locale.
Della Nola sagra rimane un unico esemplare mutilo (Biblioteca apostolica Vaticana, R.G. storia, IV. 6072), composto da due duerni, privo del frontespizio e delle prime 16 pagine. La data di stampa dell'opera non è quindi nota: P. Manzi (1960, p. 75) la pone al 1685, mentre T.R. Toscano, curatore della recente riedizione (Napoli 1991: introduzione, pp. XVI s.) asserisce che il G. vi stava lavorando ancora nel 1687.
L'opera del G. ha un fine edificante e apologetico: ciò che maggiormente lo interessava era l'esaltazione dell'importanza storico-religiosa della diocesi di Nola e delle basiliche del cimeterio. Solo nella parte finale del libro egli dava un certo spazio agli elementi artistici.
L'anno dopo la morte del G., il 26 apr. 1689 fu condannato lo scritto, irreperibile, Della facilità di salvarsi, o vero Dei tre stati dell'anima, purgativo, illuminativo, unitivo, trattato fondamentale, insieme con altri scritti eterodossi, di matrice quietistica. La data di pubblicazione di quest'opera è incerta: De Guibert (Documenta…, p. 502), a partire dai documenti dell'Indice, afferma che sia stato stampato nel 1684, ancora vivente l'autore; Manzi (1960, p. 80) lo data al 1689, mentre Toscano (p. XI) lo considera spurio.
Sono, inoltre, documentati i seguenti scritti del G., anch'essi irreperibili: L'Eucaristia esposta con discorsi concettosi in tutte le più frequenti divozioni dell'anno; Il tesoro delle divozioni più praticate dai fedeli; Genealogia Christi; Stachilogia virginale.
Fonti e Bibl.: Arch. segr. Vaticano, S. Congr. super statu regularium, Relationes, 45, cc. 35-36; Genova, Chiesa della Maddalena, Arch. storico padri somaschi: A.M. Stoppiglia, Sacerdoti e chierici professi della Congregazione somasca dall'anno 1569 in poi… [1911], s.v.; Mss., P.O.25: Notizie di storia letteraria dei pp. somaschi dalle origini al principio del sec. XIX, raccolte dal p. O. Paltrinieri e riordinate dal p. M. Tentorio (cc. n.n.), lettera G, s.v.; A 3: Atti dei capitoli collegiali del collegio di Amelia S. Michele Arcangelo, 1618-1677, cc. 156-173; A 63: Libro degli atti della Casa professa S. Biagio in Montecitorio, 1610-1691, cc. 17v-24v; A 70, parte II: Atti capitolari del Collegio Clementino, cc. 35r, 58r-59r, 61r; B 65: Catalogo de' vocali e di altri eletti alle cariche di definitorio cominciando dall'anno 1528 (cc. n.n.), lettera G, s.v.; B 60: Acta Congregationis Somaschae ab anno 1603 ad 1662 (cc. n.n.), anno 1632; B 66: Decreti stabiliti nei capitoli generali e definitori dopo le nuove costituzioni 1626, cc. 129-130.
N. Toppi, Biblioteca napolitana et apparato degli huomini illustri in lettere di Napoli e Regno, Napoli 1678, p. 59; G. Pacichelli, Memorie de' viaggi per l'Europa cristiana, Napoli 1685, I, parte IV, p. 392; G. Marangoni, Thesaurus parochorum…, Romae 1724, p. 218; G. Cevasco, Breviarium historicum nonnulorum pietate, doctrina, et dignitate illustrium virorum Congregationis de Somasca, Vercelli 1744, p. 81; G.S. Remondini, Della nolana ecclesiastica historia, Napoli 1747, I, pp. 200, 478, 591; L. Giustiniani, Diz. geografico ragionato del Regno di Napoli, IV, Napoli 1802, p. 32; T. Mommsen, Inscriptiones Bruttiorum Lucaniae Campaniae Siciliae, Sardiniae Latine, Berolini 1883, I, pp. XLIII, 143; J. Hildger, Der Index der verbotenen Bücher…, Freiburg 1904, p. 434; G. De Guibert, Documenta ecclesiastica Christianae perfectionis, Romae 1931, p. 502; G. Chierici, Lo stato degli studi intorno alle basiliche paoliniane di Cimitile, in Atti del IV Congresso internaz. di studi romani, Roma 1938, II, p. 240; M. Petrocchi, Il quietismo italiano del Seicento, Roma 1948, pp. 20, 40, 45 s.; P. Manzi, Il monastero e la chiesa di S. Francesco di Paola in Cimitile, Roma 1959, pp. 16, 25; Id., C. G. e le basiliche di Cimitile, Rapallo 1960; Id., Il sepolcro di C. G. C.R.S., in Vita somasca, XIV (1972), pp. 175-180; T.R. Toscano, in C. Guadagni, Nola sagra, Napoli 1991, pp. IX-XXI, 162 s.; G.B. Audiffredi, Bibliothecae Casanatensis catalogus librorum typis impressorum, Romae 1775, III, p. 632; Apollinare da Valenza, Bibliotheca fratrum minorum Capuccinorum provinciae Neapolitanae, Neapoli 1886, p. 14; G. Jannelli, Brevi cenni degli scrittori ed huomini illustri della città di Nola, Caserta 1887, p. 25; Lexicon Capuccinum, Romae 1951, p. 1049; Dict. de spiritualité, VI, coll. 1088 s.