GORLA, Carlo
Nacque a Milano, nella parrocchia di S. Babila, il 14 giugno 1862, da Francesco, cuoco, e Antonietta Barzaghi.
Dopo aver frequentato il ginnasio nell'istituto dei figli di Maria Immacolata (pavoniani), entrò nel seminario liceale di Monza. Passato al seminario teologico di Milano, vi seguì il primo corso, dopo il quale, per le spiccate doti intellettuali, venne inviato a Roma, presso il pontificio seminario lombardo, per completare gli studi (1881). Durante la permanenza nell'Urbe fu iscritto all'Accademia romana di S. Tommaso, fondata nel 1879 da Leone XIII per lo studio e la diffusione della filosofia tomistica, allora in aperto contrasto con le nuove tendenze rosminiane; nel 1883 conseguì il baccellierato in diritto canonico e in teologia.
Il 28 febbr. 1885 fu ordinato sacerdote nella basilica di S. Giovanni in Laterano e il 9 luglio successivo si laureò in teologia all'Università Gregoriana. Rientrato in diocesi in quello stesso anno, fu destinato al seminario di Monza dove insegnò apologetica ai chierici liceali e teologia ai prefetti. Nel 1892 passò a Milano, nel seminario maggiore, dove fu docente di teologia morale (fondamentale fino al 1896, poi speciale), alla quale aggiunse, limitatamente al 1892-93 filosofia e, nel 1895-96, teologia dogmatica. Fu inoltre proprefetto degli studi nel 1901-02 e 1902-03, gli ultimi due anni della sua permanenza nel seminario maggiore.
In questo periodo di docenza il G. iniziò la sua produzione letteraria, con scritti inerenti alle materie insegnate: Breve esposizione della religione cattolica (Milano 1890), Breve apologia della religione cattolica (ibid. 1894), De ministro sacramenti poenitentiae supplementum morale (ibid. 1894) e Theologiae moralis fundamentalis synopsis (ibid. 1897). In queste prime opere, di stampo manualistico, già emergono le caratteristiche del suo stile: piano, consequenziale, denso di dottrina.
Dal 1896 fino al 1933 il G. ricoprì la carica di dottore collegiale effettivo (dal 1934 alla morte fu dottore aggregato) della pontificia facoltà teologica istituita nel 1892 presso il seminario milanese. A partire dal 1897, inoltre, fece parte di alcuni organi della curia milanese. In particolare: la commissione generale per le congregazioni del clero (1897-1907, presidente 1908-22), la commissione redattrice del Foglio ufficiale ecclesiastico, poi Rivista diocesana milanese (1898-1917), e quella per le congregazioni urbane del clero (vicedirettore 1898-1903, direttore nel 1904-23).
Dal 1898 fu pure segretario della neocostituita Società scientifica generale per gli studi cattolici in Italia, presieduta da G. Toniolo, organismo che doveva spianare la strada alla fondazione dell'Università cattolica, secondo gli orientamenti emersi nel corso del XV Congresso cattolico nazionale tenutosi a Milano nell'agosto 1897.
Nel 1903 il G. salì ai vertici della curia milanese come provicario generale, con l'incarico particolare di seguire gli ordini religiosi femminili. Nel contempo divenne canonico onorario del capitolo metropolitano. La sua propensione all'educazione ascetica del clero fece sì che egli divenisse, inoltre, delegato diocesano per i sacerdoti adoratori (1897-1928).
Questa esperienza diede origine a un secondo filone della sua produzione letteraria, quello devozionale, teso a rafforzare la pietà, soprattutto nei sacerdoti. Videro così la luce: Lo studio scientifico e bibliografico nell'ascetica del clero (Milano 1901), L'orazione mentale e il sacerdote (ibid. 1915), I doveri fondamentali del sacerdote (ibid. 1921), Considerazioni fondamentali sulla Passione di N.S. Gesù Cristo (ibid. 1925), Audite hoc, sacerdotes (ibid. 1933), Il Cuore ss. di Gesù e il cuore del sacerdote (ibid. 1939). Per i religiosi in particolare pubblicò Il tesoro nascosto nella vita religiosa. Considerazioni fondamentali e norme pratiche (Torino 1934); di carattere generale è invece Sursum corda. Agli uomini di buona volontà (Milano 1930). Per la maggior parte questi scritti sono costituiti da citazioni di autori disposte in ordine logico e commentate; anche in essi prevale il senso pratico e di utilità immediata ai fini della devozione.
Il G. si cimentò pure con scritti di argomento storico; per esempio, su invito dell'amico A. Ratti, allora prefetto dell'Ambrosiana, collaborò alla miscellanea S. Carlo Borromeo nel III centenario della sua canonizzazione, 1610-1910, pubblicata a fascicoli mensili nel 1908-10.
Nel 1904 il G. fu nominato penitenziere maggiore, carica annessa a quella di canonico effettivo del capitolo metropolitano. Mantenne questo ufficio fino alla morte, avendo così modo di applicare praticamente, nel confessionale, quei principî teorici in materia di morale che aveva approfondito negli studi e nell'insegnamento. La sua provata dimestichezza con la dottrina morale e canonica gli rese agevole il compito di penitenziere maggiore, che aveva potestà ordinaria pari a quella del vescovo in materia di coscienza in tutta la vasta diocesi milanese e lo rese ricercato consulente in casi di coscienza o di natura giuridica di particolare complessità. Queste specifiche competenze gli diedero anche modo di diventare apprezzato e assiduo collaboratore di riviste specializzate; proprio queste analisi di casi sovente complessi gli procurarono larga rinomanza in tutta Italia.
Dal 1902 al 1919 scrisse su La Scuola cattolica, la rivista teologica del seminario milanese, dove, dal 1912 al 1917, tenne la rubrica "Note di teologia pratica". Ma più lungo e fecondo fu il suo ventennale rapporto, iniziato nel 1922, con La Rivista del clero italiano, pubblicata presso l'Università cattolica, fondata nel 1920 e redatta da A. Gemelli e F. Olgiati; su questa rivista, di stampo divulgativo e formativo, che subito si affermò in tutta Italia, il G. curò mensilmente, dal 1924 al 1942 (anno della sua morte), la fortunata rubrica "Questioni morali e giuridiche", dedicata alla presentazione e alla soluzione di casi di morale e di diritto, a utilità dei sacerdoti in cura d'anime. Articoli della medesima indole apparvero saltuariamente sul quotidiano L'Italia.
L'impostazione moralistica del G. seguiva l'orientamento del tempo, con indirizzo ancora prettamente casistico; era sostanzialmente la teologia morale nata dalla Riforma cattolica postridentina, sottoposta alla riflessione alfonsiana nel Settecento e, dalla seconda metà dell'Ottocento, intenta a una più seria riflessione teoretica e scientifica, sia pure alla luce del recuperato tomismo. L'intenzione sottesa era comunque ancora quella di fornire ai sacerdoti strumenti pratici per l'amministrazione della confessione e la direzione spirituale: il G., con la sua preparazione filosofica e teologica, trovò modo di estrinsecare in questo campo la sua sagace capacità analitica e applicativa.
Dopo il breve provicariato (1903-04), il G. mantenne alcuni incarichi di curia.
Fu infatti membro della consulta teologica per le congregazioni del clero (1904-42), presidente della commissione "de monialibus" (1903-06); membro di quella giuridico-canonica (1906-07), del consiglio di vigilanza sull'integrità della fede (1908-33) nonché della congregazione di disciplina ecclesiastica (1906).
Dal 1907 al 1910 fu preside dell'Istituto di perfezionamento per il clero e, nel contempo, prevosto generale degli oblati dei Ss. Ambrogio e Carlo. Dal 1906 al 1915 gli fu affidata la cura della prestigiosa Biblioteca del Capitolo metropolitano.
Il 28 febbr. 1935 il G. festeggiò nel duomo di Milano il suo cinquantesimo di sacerdozio, alla presenza del cardinale I. Schuster, che lo aveva scelto come confessore, e di padre Gemelli che tenne per l'occasione il discorso celebrativo.
Il G. morì a Milano il 10 ott. 1942.
Padre G. Borgonovo raccolse in un volumetto postumo alcuni appunti manoscritti rinvenuti tra le carte del G.: Documenti di santità (Milano 1944). Per una bibliografia degli articoli del G. su La Scuola cattolica e delle recensioni di sue opere ivi apparse vedi: La Scuola cattolica. Indici generali, a cura di U. Valentini, Venegono Inferiore 1964-71, I, 1873-1901, p. 169; II, 1902-22, pp. 30, 307; III, 1923-47, p. 310; per una bibliografia più completa delle sue opere: F. Ruggeri, Mons. C. G. nella Biblioteca del Capitolo metropolitano, in Civiltà ambrosiana, XVIII (2001), pp. 392 s.
Fonti e Bibl.: Necr. in L'Italia, 11 ott. 1942; La Scuola cattolica, LXX (1942), p. 406, e La Fiaccola, XV (1942), dicembre, p. 14; documenti sulla formazione seminaristica e la docenza nei seminari, nell'Arch. del Seminario arcivescovile di Milano in Venegono Inferiore (BB.VI.5, 7, 45); per il periodo degli studi a Roma, nell'Archivio dell'Università Gregoriana (Examina 1876-1902) e del Pontificio Seminario lombardo (2A.2.2, 14). La carriera ecclesiastica del G. è documentata dalle pubblicazioni annuali Milano sacra ossia stato generale del clero… (1885-1917) e La Diocesi di Milano. Guida ufficiale del clero (1897-1942). Per i rapporti del G. con G. Toniolo si veda G. Toniolo, Lettere, I-III, a cura di N. Vian, Città del Vaticano 1952-53, ad indicem. Si vedano poi i profili biografici: P.G.B. [p. G. Borgonovo], Mons. C. G., premesso a C. Gorla, Documenti di santità, cit., pp. 5-9; F. Mandelli, Mons. C. G., per quasi quarant'anni penitenziere maggiore in duomo, in Diocesi di Milano - Terra ambrosiana, XIX (1978), pp. 362-366 (poi in Id., Profili di preti ambrosiani del Novecento, Milano 1980, pp. 209-219).