BERTERO, Carlo Giuseppe Luigi
Nacque a Santa Vittoria d'Alba (Cuneo), il 14 ott. 1789, da Giuseppe e Anna Maria Abrigo. Compì gli studi di filosofia, sotto la guida di F. G. Gardini ad Alba e fu avviato alle ricerche botaniche da G. Camisola, medico e botanico, nipote del Gardini. S'iscrisse, poi, alla facoltà di medicina dell'università di Torino, dove divenne amico del botanico G. B. Balbis, e nel 1811 si laureò con una tesi sulle specie medicinali indigene del Piemonte: Specimen medicum, nonnullas indigenas stirpes continens exoticis succedaneas, pubblicata a Torino nello stesso anno. Nel 1811 fu anche chiamato a coprire la carica di segretario del Jury de Médecine, che, in regime napoleonico, corrispondeva al Magistrato del protomedicato. Alla restaurazione, costretto temporaneamente il Balbis, che era stato medico capo delle armate napoleoniche, a trasferirsi a Pavia, il B. sdegnato lasciò la carica di segretario del Jury e rinunziò ad entrare nel collegio medico dell'università. Diede allora inizio, con escursioni sulle Alpi, ove esplorò il Moncenisio e dintorni, all'Herbarium Pedernontanum, poi terminato e catalogato da L. Colla. Il B. erborizzò nel territorio albese e nelle Langhe: dal 1808 al 1816 e dal 1822 al 1826.
Nell'estate del 1816 il B. decise di intraprendere un viaggio in un paese la cui vegetazione fosse sconosciuta in Europa. Recatosi a Parigi munito di credenziali del Balbis e del Colla, visitò gli erbari dei musei parigini e studiò l'inglese e lo spagnolo; si imbarcò quindi come medico sulla nave "Guadalupe" diretta alle Antille. Giunto nell'isola della Grande-Terre nella Guadalupa, vi esercitò la medicina per quasi due anni, periodo in cui riuscì ad assicurarsi fondi sufficienti per intraprendere esplorazioni intese a raccogliere flora tropicale. Egli studiò la vegetazione locale nel 1818 a Santo Tomás, una delle Piccole Antille, nel 1819 a Portorico, nel 1820 e 1821 a Santo Domingo e Haiti. Nel 1821 rimpatriò e, dopo una sosta in Francia per incontrare il Balbis, tornò in Piemonte, ove riprese le sue escursioni botaniche. Nel 1824 fu con G. G. Moris in Sardegna; nell'estate del 1827 fu a Parigi, ove strinse amicizia con A. de Candolle, che gli dedicò più tardi un genere di piante della famiglia delle crucifere, il genere Berteroa, e con il barone Beniamino Delessert. Decise quindi di partire per il Cile, e prese lezioni di pittura da P. F. Turpin per eseguire personalmente la riproduzione delle piante. Partito nel settembre 1827 da Le Havre, in centododici giorni raggiunse il Cile, dove raccolse duemila esemplari di trecento specie, tra le quali una nuova composita Cichoriacea, cui diede il nome di Rea in onore di G. F. Re. Parte di questa collezione fu unita all'erbario di B. Delessert di Parigi (questo è ora nel Conservatorio botanico di Ginevra), parte fu venduta frazionata a vari istituti e collezioni a Berlino, Kew (Londra), Nancy, Leida, Torino, Montpellier.
Dal Cile il B. si recò anche all'isola di Juan Fernández con il botanico inglese A. Caldeleugh. Descrisse personalmente le piante che scoprì nel Cile, in El Mercurio Chileno, ma per le vicende politiche la pubblicazione ordinata alfabeticamente si arrestò alla lettera Q (Lista de plantas que han sido observada en Chili por el Doctor B. en 1828, V [1829], fasc. 13, 14, 15, 16). Nel settembre 1830 partì per Tahiti, ove si fermò parecchi mesi in continua ricerca botanica. Nel 1831, viaggiando da Tahiti verso Valparaiso, scomparve in un naufragio con gran parte delle sue collezioni. Il suo amico Morrenheut, console generale degli Stati Uniti per le isole Oceaniche, gli dedicò un'isola nell'Arcipelago Isole degli Amici.
Il B., il 17 dic. 1826, era stato eletto socio ordinario della Accademia delle Scienze di Torino; ben 264 specie vegetali portano oggi il suo nome. Di lui, rimangono le seguenti opere manoscritte presso la biblioteca dell'Orto botanico di Torino: In Plantas Guadalupenses animadversiones; Stirpium Portoricensium historia; Stirpium ad Flumen Magdalena in America meridionali lectarum descriptiones (1820); Stirpes in Provincia Sanctae Marthae Continente America Australi lectae (1820-21).
Bibl.: L. Colla, Elogio storico, in Memorie d. R. Acc. d. Sc. di Torino, s. 2, I (1839), pp. 123-141; O. Mattirolo, Sulla opportunità di conservare il nome generico di Rea (Bertero) in luogo di Dendroseris (Don), in Atti d. R. Acc. d. Sc. di Torino, XVII(1907), pp. 286-294; G. Bernocco, Bellezze e glorie subalpine…, Cherasco 1925, pp. 249-250; Nel primo centenario della tragica scomparsa del celebre botanico…, Torino 1932.