CARPI, Carlo Giuseppe
Figlio di Simone, nacque a Parma il 10 sett. del 1676; unico suo biografo, lo Zanotti, che ne dà anche il ritratto (I, p. 373). Si può supporre che il C. ai suoi tempi godesse di un certo prestigio a Bologna, come quadraturista, poiché egli fu tra gli otto "professori" che nel 1706 chiedevano di fondare l'Accademia Clementina, nella quale egli dal 1712, ad anni alterni, occuperà sino al 1728 cariche di rilievo, quali quelle di direttore, di principe e di viceprincipe. Fu allievo di Domenico Santi e di Ercole Graziani senior, di cui divenne anche collaboratore; lavorò pure con D. Creti, F. Torelli, G. A. Boni, T. Aldrovandini e A. Milani. Fu attivo, oltre che a Bologna, a Ferrara (con l'Aldrovandini), Novellara (ove si recò col Creti nel 1700 c.; v. Campori), Pesaro (nel 1707), Venezia (1717), Cento (1727, con G. Pavia), Portolongo e Parma (col Boni e l'Aldrovandini). Si interessò anche di allestimenti teatrali. Ma attualmente la sua fisionomia artistica è recuperabile pressoché solo attraverso le quadrature della volta della quarta cappella della chiesa di S. Pietro di Bologna (Ricci-Zucchini) e della settima cappella (molto sbiadita) del portico della Madonna di S. Luca e della volta della cappella maggiore della chiesa del Rosario a Cento (Ferrara). Infatti delle numerose opere annotate dallo Zanotti sono assai deperite le decorazioni delle due cappelle della chiesa di S. Giovanni Evangelista di Parma; è limitata ad una cornice con stemma la quadratura eseguita nell'ex dormitorio, ora caserma L. Manara, di S. Maria dei Servi di Bologna, attorno all'Annunciazione del Milani (affresco eseguito nel 1705: vedi Roli, 1960); sono sicuramente perduti gli affreschi, in Bologna, delle case Caprara (eseguiti col Graziani nel 1712; gli affreschi furono distrutti da un bombardamento del 1943: vedi nota di Emiliani, in Ricci-Zucchini, p. 167) e Ghisilieri, e della chiesa di S. Mamolo (soppressa; vedi Bosi). Non sono poi rintracciabili le decorazioni eseguite in S. Francesco e nelle case Pastarini e Sampieri; altrettanto dicasi per le opere condotte nelle altre città: a Ferrara in palazzo Bevilacqua; a Pesaro nelle case Cattani e Muzioli e nelle chiese di S. Antonio e della Madonna della Macelleria; a Portolongo in casa Foscarini e a Venezia in casa Maffetti. Perduti anche gli affreschi condotti a Novellara, nel palazzo di quel conte, col Creti (Roli, 1967).
Il C. morì a Bologna l'11 febbr. 1730.
Bibl.: Bologna, Bibl. com., ms. B. 130: M. Oretti, Notizie de' professori del disegno, c. 377; G. P. Zanotti, Storia dell'Accademia Clementina, Bologna 1739, I, pp. 373-78; G. Campori, Gli artisti italiani e stranieri negli Stati Estensi, Modena 1855, p. 174; G. Bosi, Archivio patrio di antiche e moderne rimembranze felsinee, Bologna 1855, p. 16; R. Roli, Qualche appunto su A. Milani, in Arte antica e moderna, 1960, n. 10, p. 25; Id., Donato Creti, Milano 1967, p. 25; C. Ricci-G. Zucchini, Guidadi Bologna, a cura di A. Emiliani, Bologna 1968, ad Indicem;E. Riccomini, Ordine e vaghezza. La scultura in Emilia nell'età barocca, Bologna 1972, pp. 110 s.; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VI, p. 45.