BELOCH, Carlo Giulio
Storico dell'antichità nato il 21 gennaio 1854 a Nieder-Petscnkendorf (Lüben) nella Slesia Prussiana. Giovanissimo venne per ragioni di salute in Italia, dove si iscrisse alla facoltà di lettere dell'università di Palermo e poi a quella di Roma. Si laureò in filologia nel 1875 a Heidelberg. Nel 1879 ebbe per concorso la cattedra di storia antica nell'università di Roma. Sospeso il suo insegnamento durante la guerra europea, vi tornò come titolare di storia greca nel 1923. Morì a Roma il 7 febbraio 1929. Aveva cominciato la sua opera scientifica con un saggio Bronzo e ferro in Omero, pubblicato nella Rivista di filologia, II (1873-4), p. 49 segg. Il suo primo volume fu quello intitolato Campanien (Berlino 1879, 2ª ristampa con appendici, Breslavia 1890). Questo libro, nonostante alcuni difetti dovuti all'età giovanile dell'autore, è forse il migliore saggio di topografia storica di una regione italiana che si abbia sin qui. Seguì il volume Der italische Bund unter Roms Hegemonie (Lipsia 1880) che tratta dei Comuni dell'Italia antica e delle loro relazioni varie con Roma. L'Attische Politik seit Perikles (Lipsia 1884) mostra quale padronanza avesse già fin d'allora l'autore della storia greca e con quale libertà di pensiero egli criticasse la sconfinata ammirazione per Atene e per taluni dei suoi uomini politici, come Demostene, che regnava nelle opere storiche allora più apprezzate, come la Storia greca del Grote e il Demosthenes dello Schäfer. Seguì tosto una delle opere più originali e più importanti che il Beloch abbia pubblicate: Die Bevölkerung der griechisch-römischen Welt (Lipsia 1886), dove tutti i dati che allora si possedevano intorno alla popolazione del mondo antico sono con somma cura e sagacia raccolti e criticamente vagliati. Poi il B. iniziò la composizione della sua opera maggiore, la storia greca, Griechische Geschichte, che pubblicò a Strasburgo in tre volumi tra il 1893 e il 1904. Quest'opera pregevolissima per larghezza di visuale, studio approfondito della struttura sociale e del momento economico, acume di critica, sicurezza d'informazioni, accuratezza d'indagine, chiarezza di linee, fu accolta in generale dagli studiosi col meritato plauso ed ebbe presto una seconda edizione in quattro volumi, diviso ciascuno in due tomi, l'uno destinato all'esposizione e l'altro alla critica, che si compì nel 1926. Frattanto il Beloch, sotto il titolo di Römische Geschichte, diede alla luce a Berlino nel 1926 un volume di ricerche intorno ai problemi della più antica storia romana, nel quale tra l'altro erano riprese e condotte a miglior compimento le indagini iniziate nel libro sulla federazione italica. Negli ultimi suoi anni il Beloch preparava una storia economica della Grecia e una storia della popolazione europea, fondata su ampie e pazienti ricerche d'archivio. Di quest'ultima egli aveva ormai pronta per la stampa, quando fu colto dalla morte, la parte concernente la storia della popolazione d'Italia.
Il Beloch non fu solo uno studioso insigne, ma anche un maestro coscienzioso e valentissimo. E per mezzo dei molti suoi scolari, dei quali non pochi insegnano ora storia o discipline affini nelle università italiane, ebbe un'influenza non trascurabile sulla cultura storica italiana negli ultimi decennî.
Bibl.: Cenno autobiografico, in Die Geschichtswissenschaft der Gegenwart in Selbstardstellungen pubblicata da S. Steinberg, II, Lipsia. Necrologie di G. De Sanctis, in Rivista di filol., n. s., VIII (1929), p. 141 segg.; di E. Breccia, in Bulletin de la société d'archéologie d'Alexandrie, VII (1929), p. 79 segg.; di U. Kahrstedt, in Nachrichten der Ges. der Wiss. zu Göttingen, Geschäftl, Mitteil., 1928-29, p. 78 segg.; tra le più caratteristiche recensioni quelle di A. Ferrabino, in Rivista di filol., n. s., III (1925), p. 247 segg.; di P. Fraccaro, ibid., VI (1928), p. 551 segg.; VII (1929), p. 267 segg.; di H. Berve, in Gnomon, IV (1928), p. 469 segg.