FORNASINI, Carlo
Nacque il 3 nov. 1854 a Bologna, terzo figlio (dopo Raffaele e Giovanni) di Francesco, medico, e Carlotta Ferraresi.
Nel 1877, sempre a Bologna, si laureò con lode in scienze naturali. Argomento della tesi era lo studio, condotto secondo i principi della biostratigrafia, delle formazioni di San Ruffillo (dintorni di Bologna), e del ricco deposito di fossili a esse associato, da lui scoperto.
Egli giunse alla conclusione che le marne glauconitiche e la fauna fossile a Foraminiferi di San Ruffillo costituiscono la base del Pliocene in quel tratto del Bolognese e non sono, come fino ad allora si era creduto, di età miocenica. L'immediata divulgazione data da G. Capellini all'Accademia delle scienze di Bologna, nella sessione del 19 apr. 1877, dei risultati raggiunti dal suo allievo - e di cui il Capellini non pare peraltro avesse compreso appieno la portata innovatrice - privò il F. della priorità dell'annuncio della sua significativa scoperta e delle sue originali conclusioni e vanificò, quantomeno agli occhi del F. stesso, la pubblicazione di uno scritto in proposito.
In conseguenza di questa vicenda, il F. chiuse drasticamente i suoi contatti con l'università e per quattro anni anche con la ricerca scientifica. Nel 1881, forse per intervento dell'amico L. Foresti, accettò di far parte - in qualità di segretario aggiunto - del comitato organizzatore del congresso geologico internazionale che si tenne a Bologna. Il F. contribuì alla preparazione dell'Esposizione di geologia e paleontologia, anche approntando la sala Aldrovandi del Museo geologico, da lui descritta nella Guida all'esposizione.
Riprese da questo momento la ricerca che aveva troncato e proseguì i suoi studi di micropaleontologia fuori dell'ambiente universitario e con fondi privati. I contatti che egli tenne con la comunità scientifica avvenivano soprattutto attraverso le accademie e società, alla cui vita partecipò attivamente.
Nel 1882 era vicesegretario della Società geologica italiana e nel 1883, nel Bollettino di questa, pubblicò il suo primo contributo allo studio dei Foraminiferi fossili. Nello stesso anno fu nominato cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia, nel 1884 socio corrispondente della R. Accademia del Poggio in Montevarchi e nell'anno successivo era tra i segretari del congresso geologico internazionale di Berlino, incarico riconfermato anche per il congresso di Londra del 1888.
Sono queste le occasioni documentate di suoi soggiorni all'estero, ai quali si deve aggiungere almeno un viaggio a Parigi per visitare alcune collezioni paleontologiche. Il F. condusse infatti i suoi studi quasi esclusivamente a Bologna, dove aveva sposato Emilia Erhardt, dalla quale ebbe i figli Carlo Francesco ed Elsa.
Nel 1889, ancora vicesegretario della Società geologica italiana, entrò a far parte della R. Accademia delle scienze dell'Istituto di Bologna come membro onorario; nel 1890 fu eletto consigliere della Società geologica italiana per il triennio 1891-1893 e dal 1894 al 1910 fu amministratore dell'Accademia delle scienze di Bologna, di cui divenne effettivo con la nomina ad accademico benedettino il 9 maggio 1897.
Nel 1895, insieme con C. Simonelli, fondò la Rivista italiana di paleontologia, di cui fu redattore e condirettore fino alla fine del 1896. Nominato nel 1895 assistente presso il R. Museo geologico di Bologna, nel 1903 ne divenne conservatore. Nel 1900 entrò a far parte dell'Accademia degli Zelanti in Acireale come socio corrispondente.
Nel 1897 entrò in possesso, per lascito testamentario dell'amico G. Berthelin, di un manoscritto di A. d'Orbigny intitolato Tableau méthodique, corredato di tavole inedite. Da allora una conoscenza più completa dell'opera sistematica del d'Orbigny stimolò il F. ad una specifica revisione delle forme "orbignyane" di Foraminiferi, accettate dalla gran parte dei paleontologi europei. La salute cagionevole lo costrinse in questi anni a chiudere la vita scientifica attiva.
Si interessò ancora alle ricerche di micropaleontologia svolte da altri studiosi e alle attività della Società geologica e dell'Accademia delle scienze. Donò al Museo di geologia di Bologna la sua biblioteca privata - ricca soprattutto di opere di micropaleontologia - e gli specimina dei fossili da lui studiati e descritti.
Morì il 24 dic. 1931, nella sua casa di Bologna, dove poi ebbe sede la fondazione "Carlo Fornasini" che Carlo Francesco volle dedicare al padre.
La notorietà del F. in Italia e all'estero è legata allo studio dei Foraminiferi fossili italiani da lui stesso raccolti in sedimenti miocenici e pliocenici prevalentemente nei dintorni di Bologna. Sebbene il F. avesse manifestato, con la tesi di laurea, il suo iniziale interesse per tali microfossili al fine di risolvere, secondo i metodi della stratigrafia, la questione, difficile per la geologia ottocentesca, della linea di demarcazione fra secondario e terziario, tuttavia la sua produzione scientifica successiva alla ripresa degli studi si orientò decisamente verso la micropaleontologia sistematica.
Interessato alla classificazione dei Foraminiferi e alla non facile risistemazione di tale ordine dei Rizopodi, il F. rivide non solo i primi trattati di sistematica paleontologica nei quali sono descritti Foraminiferi fossili (soprattutto di I.B. Beccari, A.B. Soldani, O.G. Costa) studiando quanto rimane delle collezioni storiche, ma anche quelli che dal d'Orbigny fino ai suoi tempi proponevano, sulla base di criteri tassonomici differenti, tentativi diversi di classificazione di tali organismi fossili.
Protozoi anche oggi prevalentemente marini, i Foraminiferi sono assai diffusi nei sedimenti marini e sono, con altre forme microscopiche, fossili guida per la determinazione di facies e di unità bio-cronostratigrafiche. Essi presentano una grande variabilità delle caratteristiche morfologiche, alcune delle quali - forma, natura e struttura del guscio, forma e disposizione delle camere, forma e posizione dell'apertura e ornamentazione - costituiscono anche i caratteri diagnostici a fini sistematici. La grande variabilità morfologica e la fondazione di un ordinamento sistematico basato soprattutto su uno dei caratteri, ritenuto discriminante principale, hanno portato alla elaborazione di più classificazioni, coeve, dei Foraminiferi, che sono state e sono oggetto di revisioni continue.
Dall'esame comparativo degli specimina della sua collezione con quelli provenienti da altre zone o descritti nella letteratura precedente, il F. operò una ridefinizione dei caratteri diagnostici utili alla fondazione di specie, generi e famiglie dei Foraminiferi. A differenza del d'Orbigny - che aveva basato la loro classificazione soprattutto sulla disposizione delle camere - e di altri micropaleontologi che ne seguivano l'esempio, il F. attuò la sua opera di revisione delle sistematiche esistenti considerando contemporaneamente più di un carattere, ivi comprese le differenze dell'ornamentazione e del guscio. Egli poté in tal modo eliminare le ridondanze nella fondazione dei taxa di Foraminiferi e contestualmente sciogliere i molti casi di omonimia e sinonimia che, sommatisi nel tempo, avevano ulteriormente alterata la classificazione dei Foraminiferi fossili.
Tra le opere ricordiamo: Nota dei molluschi fossili raccolti nelle marne biancastre a Foraminiferi in val di Savena, in G. Capellini, Sulle marne glauconifere dei dintorni di Bologna, in Boll. del R. Comitato geol. ital., VIII (1877), pp. 405 s.; Notice sur la tribune Aldrovandi, in A. Portis - C. Fornasini, Institut de geologie et paleontologie de Bologne, Guide aux collections, II Congr. geol. intern., Bologne 1881, pp. 41-45; Nota preliminare sui Foraminiferi della marna pliocenica del Ponticello di Savena nel Bolognese, in Boll. della Soc. geol. ital., II (1883), pp. 176-190; Textularina e altri Foraminiferi fossili nella marna miocenica di San Ruffillo presso Bologna, ibid., pp. 102-115; Foraminiferi illustrati da Soldani e citati dagli autori. Contribuzione allo studio dei Foraminiferi fossili negli strati neogenici d'Italia e viventi nel Mediterraneo, ibid., V (1886), pp. 132-254; Intorno ai caratteri esterni delle Textularie, ibid., VI (1887), pp. 374-378; Primo contributo alla conoscenza della microfauna terziaria italiana, in Mem. della R. Acc. delle scienze di Bologna, s. 4, X (1889), p. 463; Secondo contributo…, ibid., s. 5, I (1890), pp. 477-483; Terzo contributo…, ibid., II (1891), pp. 516-569; Quarto contributo…, ibid., III (1892), pp. 429-442; Quinto contributo…, ibid., IV (1894), pp. 201-234; Sesto contributo…, ibid., V (1895-96), pp. 1-18; Settimo contributo…, ibid., pp. 657-661; Ottavo contributo…, ibid., VI (1896), pp. 1-7; Nono contributo…, ibid., pp. 363-368; Decimo contributo…, ibid., VII (1897), pp. 205-211; I Foraminiferi della collezione Soldani relativa al "Saggio orittografico" esistente nel Museo paleontologico del R. Istituto di studi superiori di Firenze, Bologna 1894; Di alcuni Foraminiferi miocenici del Bolognese illustrati in una tavola pubblicata dallo stesso dott. Fornasini nel 1889, in Rend. dell'Acc. delle scienze di Bologna, n.s., I (1896-97), pp. 11-19; Indice ragionato delle Frondicularie fossili d'Italia, in Mem. della R. Acc. delle scienze di Bologna, s. 5, VI (1896), pp. 649-661; Globigerine adriatiche, ibid., VII (1897), pp. 575-586; Le polistomelline fossili d'Italia, ibid., pp. 639-660; Indice ragionato de le rotaliine fossili d'Italia, spettanti ai generi Truncatulina, Anomalina, Pulvinulina, Rotalia e Discorbina, ibid., pp. 239-290; Isomorfismo ed endomorfismo nei Foraminiferi, in Riv. ital. di paleontol., IV (1898), 2, pp. 125-127; Le Globigerine fossili d'Italia, in Palaeontographia Italica, IV (1898), pp. 203-216; Le polimorfine e le uvigerine fossili d'Italia, in Boll. della Soc. geol. ital., XIX (1900), 1, pp. 132-172; Intorno ad alcune specie di "Textilaria" istituite da d'Orbigny nel 1826, in Rivista ital. di paleont., VII (1901), pp. 104 ss.; Intorno a la nomenclatura di alcuni nodosaridi neogenici italiani, in Mem. della R. Acc. delle scienze di Bologna, s. 5, IX (1901-1902), pp. 45-76; Sopra alcune specie di "Globigerina" istituite da d'Orbigny nel 1826, in Rend. della R. Acc. delle scienze di Bologna, n.s., VII (1903), pp. 139-142; Sinossi metodica dei Foraminiferi sin qui rinvenuti nella sabbia del lido di Rimini, in Mem. della R. Acc. delle scienze di Bologna, s. 5, X (1902-1904), pp. 1-68; Sulle Spiroloculine italiane fossili e recenti, in Boll. della Soc. geol. ital., XXIV (1905), pp. 387-399; Indice critico delle Biloculine fossili d'Italia, in Mem. della R. Acc. delle scienze di Bologna, s. 6, IV (1907), pp. 43-62; Illustrazione di specie Orbignyane di Nodosaridi, di Rotalidi e d'altri Foraminiferi istituite nel 1826, ibid., s. 6, V (1908), pp. 41-54.
Fonti e Bibl.: Accademia delle scienze dell'Istituto di Bologna, Carte relative alla donazione e al premio "Carlo Fornasini", non catalogate (inedite); Necrol. in Boll. della Soc. geol. ital., LI (1932), pp. XXXV-XLIII; in Rend. delle sessioni della R. Acc. delle scienze dell'Istituto di Bologna, classe di scienze fisiche, XXXVI (1931-32), pp. 37-47; International Personalbibliographie 1800-1943, a cura di M. Arnim - A. Kiesermann, Stuttgart 1952, p. 387; Geologists and the history of geology. An international bibliography from origins to 1978, a cura di W.A.S. Sarjeant, London-Basingtoke 1980, II, p. 1024; T. Lipparini, Foraminiferi italiani dal 1646 al 1945, San Donato Milanese 1987, ad vocem.