FARNETI, Carlo
Figlio di Stefano e di Fortunata Noscarini Cresi, nacque a Napoli il 29 genn. 1892; fu allievo (1906-1911) del Museo artistico industriale di Napoli e si distinse soprattutto nella ceramica e nel settore dell'illustrazione. Nel 1921 ebbe un diploma di merito per l'arte applicata nella prima Biennale napoletana, dove aveva esposto ceramiche e maioliche. Sue ceramiche sono conservate nel Museo artistico industriale di Napoli, mentre alcuni disegni originali destinati ad illustrazioni di novelle sono presenti nella raccolta dei Circolo artistico politecnico di cui diventò socio nel 1912. Come illustratore si affermò nel maggio del 1924 con la mostra personale alla galleria Corona di Napoli, dove presentò maioliche e oggetti decorativi oltre a quaranta disegni ispirati ai racconti di Edgar Allan Poe (Brancaccio, 1986, p. 179). Nel luglio dello stesso anno organizzò presso la stessa galleria una mostra dedicata interamente ai quaranta disegni.
A Napoli, presso gli credi, si conservano alcuni disegni del F. ispirati alle storie di Poe, che rimasero inediti; il F., infatti, non riusci a pubblicare in patria altro che le tre tavole di accompagnamento alla novella di Jack London Semper idem nel Mattino illustrato (15-22 dic. 1924).
La sua attività di illustratore si svolse prevalentemente in Francia, dove si trasferì nel 1926, alla morte del padre e dove trovò editori che gli offrirono di illustrare numerose opere letterarie ottocentesche. Nel 1927 a Parigi pubblicò settanta acqueforti per il primo volume delle Nouvelles histoires extraordinaires (ed. S. Kra) di E. A. Poe e l'anno successivo altrettante illustrazioni per il secondo. Nel 1929 sempre a Parigi (ed. Javal e Bordeaux) realizzò trenta acqueforti per La terre di E. Zola e nel 1935 eseguì le illustrazioni di Les fleurs du mal di Ch. Baudelaire nell'esizione di Gilbert Jeune.
Le illustrazioni presentano chiari richiami all'arte simbolista ed all'espressionismo di J. Ensor e di E. Munch, riscontrabili anche nella scelta dei soggetti, in cui appare evidente la predilezione per il "terrifico", che viene esaltato dai marcati contrasti tra bianco e nero (Salvatori, 1992, p. 879).
L'attività di illustratore del F. proseguì fino al 1939, ultimo anno del soggiorno parigino. Nel 1940., infatti, fu richiamato alle armi e dopo il 1945, per problemi di salute, fu costretto a rimanere a Napoli, dove trascorse gli ultimi anni della sua vita, dedicandosi soprattutto alla pittura di paesaggio, senza tuttavia abbandonare completamente le tendenze fantastico-visionarie della produzione artistica precedente.
Il F., che si era sposato con Guglielmina Pucci, mori a Napoli il 10 nov. 1961.
Oltre a quelle già citate nel testo, il F. fu presente in varie altre mostre, come la prima Biennale romana e la Mostra dei grigio-verdi a Napoli (entrambe nel 1921), la Promotrice napoletana del 1922 (con Piazza Francese, Crocefissione e L'eroe), la seconda Mostra primaverile di "Fiamma" a Napoli nel 1923, la prima Mostra d'arte napoletana promossa dal Giornale d'arte presso la galleria Corona (con sei ex libris ed un disegno), la decima Mostra sindacale napoletana del 1940 (con Spagna rossa e le Streghe), l'esposizione del 1953 presso il Circolo artistico politecnico di Napoli (con Il falco).
Fonti e Bibl.: L. Brancaccio, C. F., in In margine. Artisti napoletani fra tradizione e opposizione 1909-1923 (catal.), a cura di M. Picone, Milano 1986, pp. 179-185 (con bibliografia); La raccolta d'arte del Circolo artistico politecnico di Napoli, Napoli 1991, pp. 126-136 figg. 42-60 bis; G. Salvatori, in La pittura in Italia. Il Novecento/1, t. II, Milano 1992, pp. 879 s.