Gadda, Carlo Emilio
L'ingegnere che ha costruito una lingua
Con il suo particolare stile linguistico, Carlo Emilio Gadda ha rinnovato il panorama del Novecento letterario italiano. Nelle sue opere unisce le esperienze autobiografiche all'analisi minuziosa e grottesca della società a lui contemporanea
Carlo Emilio Gadda nasce nel 1893 a Milano. A sedici anni perde il padre e inizia una vita da adulto, segnata negli anni dal complesso rapporto con la madre, Adele Leher, insegnante con una forte vocazione pedagogica. L'ambiente e le esperienze familiari hanno un'influenza decisiva sul temperamento timido e riflessivo di Carlo Emilio, sulle sue scelte e poi sulle tematiche delle sue opere letterarie.
Da studente divora libri di ogni genere e primeggia sia nelle discipline letterarie sia nelle scientifiche. Si iscrive al Politecnico di Milano, ma interrompe gli studi per partecipare alla Prima guerra mondiale.
Dalla vita in trincea nasce il Giornale di guerra e di prigionia, scritto tra il 1915 e il 1919 ma pubblicato parzialmente solo nel 1955. Nel diario Gadda s'interroga sulle cause degli errori militari e delle meschinità umane, avviando un progetto letterario interessato soprattutto ad analizzare le ragioni profonde che regolano i molteplici aspetti dell'esistenza. In questa prima produzione, anche la ricerca stilistica e linguistica è caratterizzata da soluzioni di grande interesse, che renderanno l'opera dello scrittore un caso letterario nel panorama novecentesco.
Gadda ritorna a casa nel gennaio 1919 e solo allora apprende dalla madre la tragica notizia della morte del fratello Enrico, tenente pilota, avvenuta in un incidente aereo.
Nel 1920 Gadda si laurea in ingegneria elettrotecnica e fino al 1940 esercita, per necessità, la professione, insieme a quella, sempre più convinta, di scrittore. Compie lavori di ingegneria in Sardegna, in Argentina e a Roma. Dal 1926 inizia a collaborare alla rivista letteraria Solaria su cui pubblica diversi racconti nei quali prende in giro i comportamenti della società borghese. Alcuni di questi scritti sono riuniti nel 1931 nel libro La madonna dei filosofi, che segna l'esordio ufficiale di Gadda nella letteratura.
Nel 1936 muore la madre. Nei tre anni successivi, che coincidono con il suo distacco definitivo dal fascismo, peregrina tra Roma, Firenze e Milano dividendosi tra impegni ingegneristici e collaborazioni letterarie.
Dal 1940 alla fine del 1949 vive a Firenze dove, nonostante gli anni della Seconda guerra mondiale, trascorre un periodo relativamente tranquillo vicino agli amici letterati. Dal 1950 si trasferisce a Roma dove muore nel 1973.
All'indomani della morte della madre, Gadda inizia a scrivere il romanzo a sfondo autobiografico considerato il suo capolavoro: La cognizione del dolore (pubblicato su rivista tra il 1939 e il 1941).
Il protagonista Gonzalo Pirobutirro d'Eltino, un ingegnere reduce dalla guerra tra l'immaginario paese di Maradagàl e il vicino Parapagàl, in cui ha perso il fratello, vive un'esistenza tormentata da conflitti interiori e desideri contraddittori. Emerge principalmente il complesso rapporto con la vecchia madre, che alla fine del libro è vittima di un non chiarito omicidio. Gonzalo indaga le cause di questo amore-odio, ne segue gli sviluppi, ne studia i sintomi con rabbia, risentimento e rimorso. La vicenda, in sé priva di azioni, si complica attraverso tormentate indagini interiori e digressioni per rappresentare la società contemporanea nella sua complessa e grottesca drammaticità.
Quer pasticciaccio brutto de via Merulana è il romanzo che decreta nel 1957 la fama di Gadda. Se nella Cognizione la realtà narrata è una realtà interiore, nel Pasticciaccio il fenomeno da indagare e analizzare è un fatto di cronaca.
Nella Roma del 1927 viene affidato al commissario di polizia Francesco Ingravallo un caso di omicidio. Le indagini, condotte con razionalità, attraversano diversi strati sociali. La verità, che sulle prime sembra emergere puntando su qualche sospettato, via via che il romanzo procede è sempre più difficile da svelare.
Gadda, nelle descrizioni, utilizza e valorizza fino in fondo i suoi strumenti di scrittore; soprattutto registra le particolarità linguistiche di ogni personaggio per rappresentare con precisione un'umanità vastissima.