MUZZARELLI, Carlo Emanuele
– Nacque a Ferrara (ma secondo alcune fonti a Bologna: Giucci, 1849; Diamillo Müller, 1853; Diz. della letteratura italiana, 1977) il 3 aprile 1797 (Bustico, 1939, p. 460) dal conte ferrarese Giuseppe e dalla contessa Marianna Cotti-De Ceres, originaria di Asti.
Nel 1815 si arruolò nella milizia cittadina di Bologna; qui fu membro dell’Accademia dei Dantisti fondata da Luigi Muzzi e conobbe tra gli altri Paolo Costa e Onofrio Minzoni. Dopo tre anni abbandonò la vita militare per intraprendere la carriera ecclesiastica e dedicarsi agli studi di giurisprudenza. Laureatosi a Roma nel 1820, fu nominato avvocato concistoriale di Ferrara e deputato della città e della provincia; divenuto quindi prelato domestico di Pio VII, nel 1823 ottenne la carica di uditore del tribunale della Sacra Rota (di cui fu poi decano, mantenendo tale ruolo fino al 1849). Fu ben presto personaggio di riferimento dello scenario culturale romano e strinse sodalizi e rapporti, tra gli altri, con Salvatore Betti, Francesco Cancellieri, Luigi Biondi, Bartolomeo Sestini, Melchiorre Missirini.
Nel frattempo svolse una costante attività letteraria e culturale, pubblicando versi d’occasione e soprattutto entrando a far parte di numerose e prestigiose accademie, fra cui l’Arcadia (con il nome Dalindo Efesio), la Tiberina, la Latina (di cui fu anche presidente), l’Accademia dei Lincei, l’Accademia di S. Luca e la Pontificia Accademia di archeologia.
Grazie ai frequenti spostamenti (nel 1825 fu in Toscana, nel 1827 nelle Marche, in Umbria e in Romagna, nel 1828 in Veneto, nel 1833 a Napoli: v. Marcoaldi, 1856; Bustico, 1939, p. 465), poté tessere una fitta trama di relazioni con personaggi di primo piano dello scenario intellettuale italiano: oltre a Giacomo Leopardi (con cui fu in contatto epistolare e in onore del quale compose l’ode Al conte Giacomo Leopardi, uscita nelle Notizie teatrali bibliografiche e urbane ossia Il Caffè di Petronio, I [1825], 51, p. 203), a cavaliere tra gli anni Venti e Trenta conobbe Carlo Botta, Pietro Giordani, Ferdinando Ranalli, Dionigi Strocchi, Ippolito Pindemonte.
Nel frattempo, oltre alle Poesie sacre (Roma 1828: odi e sonetti), diede alle stampe soprattutto versi commemorativi (per es. la canzone Ad Enrica Dionigi Orfei in morte di Marianna Dionigi di lei madre, in Giornale arcadicodi scienze, lettere ed arti, 1826, t. 30, aprile-giugno, pp. 231-233, e le ottave In morte di Vincenzo Monti, in Effemeridi scientifiche e letterarie per la Sicilia, 1833, vol. 6, pp. 73-76) o per nozze (per es. Per le nozze Borromei-Zanini, Bologna 1828; Per le nozze Gnoli-Dini, Perugia 1828). Da ricordare anche l’ode Sul monumento eretto in Firenze alla memoria dell’Alighieri (in Giornale arcadico…, 1830, t. 45, gennaio-marzo, pp. 90-92) e la partecipazione alle Iscrizioni di autori diversi con un discorso sulla epigrafia italiana del dottore Francesco Orioli (Bologna 1826), alla Nuova Raccolta di epigrafi italiane di autori diversi (Roma 1828), nonché alla Collezione d’epigrafi italiane inedite (Lugo 1829).
A partire dal 1829 iniziò a raccogliere testimonianze autobiografiche di uomini di lettere e di scienza in vista di una edizione di Biografie degli illustri italiani viventi che non riuscì a portare a compimento: il materiale reperito nel corso degli anni, pubblicato in varie occasioni soprattutto nel Giornale arcadico di scienze, lettere ed arti, fu solo nel 1853 ordinato e dato alle stampe a Torino da Diamillo Müller. A tale iniziativa (sulla quale Giuseppe Gioacchino Belli – che ebbe contrasti con Muzzarelli nell’Accademia Tiberina – ironizzò nel 1837 nel sonetto Le vite), affiancò la collaborazione alla Biografia degli Italiani illustri di Emilio De Tipaldo e la stesura di profili biografici e di elogi.
A quelli di Giuseppe Grassi, Teodoro Bonati e del cardinale Giacinto Gerdil (in Giornale arcadico…, 1831, t. 50, pp. 319-321; t. 51, pp. 252-262, 278-287), di Cesare Lucchesini e Francesco Cancellieri (ibid., 1832, t. 54, pp. 177-186; t. 56, pp. 347-356), fecero seguito l’Elogio d’Ippolito Pindemonte (letto in Arcadia e poi pubblicato nel Giornale scientifico-letterario di Perugia, 1835, febbraio-marzo, p. 1740) e le Notizie intorno la vita e le opere di Serafino Gatti (Roma 1835).
Al 1833 risale la prima pubblicazione degli Inni sacri (usciti a Pisa in una raccolta contenente anche versi di Manzoni e di Cesare Arici) che, attestati su un classicismo convenzionale, costituirono il frutto più noto dei suoi impegni letterari (ebbero infatti anche alcune edizioni successive).
A un’alacre pubblicazione di recensioni (per es. dei Canti di Leopardi, in Il Poligrafo, 1832, t. 9, febbraio, pp. 238-244) e di articoli di varia natura (apparsi soprattutto nel Giornale arcadico), associò inoltre il reperimento e la collezione di documenti autografi: oltre alle lettere leopardiane messe a disposizione da Prospero Viani per l’allestimento dell’Epistolario del poeta recanatese, fu in possesso di missive di Ugo Foscolo e pubblicò alcune Lettere inedite di Giulio Perticari (in Giornale arcadico…, 1830, t. 48, settembre-dicembre, pp. 28-45) e Tredici lettere inedite di celebri italiani (fra cui Fulvio Testi, Daniello Bartoli, Antonio Conti, Giuseppe Parini, Alfonso Varano, Girolamo Tiraboschi, Vincenzo Monti, Antonio Canova), ibid., 1831, t. 49, gennaio-marzo, pp. 313-334).
Parallelamente agli impegni ufficiali e alla mai abbandonata attività letteraria (ci limitiamo a menzionare l’edizione di una Iscrizione e sonetti […] con versioni latine di Luigi Bottassi e di Tommaso Borgogno, Ancona s.d. [ma 1843]), Muzzarelli continuò a compiere numerosi viaggi: nel 1838 fu a Venezia, nel 1842 a Fermo (dove in quello stesso anno pubblicò la collana di sonetti Reminiscenze di un viaggio nel Piceno), e nel 1845 tornò a Napoli; infine, nel 1846 a Genova e nel 1847 a Venezia partecipò all’VIII e al IX Congresso degli scienziati italiani (Bustico, 1939, pp. 465 s.).
Divenuto membro e presidente dell’Alto Consiglio nel maggio-giugno 1848, il 16 novembre, all’indomani dell’uccisione di Pellegrino Rossi, fu chiamato da Pio IX (dopo il rifiuto di Rosmini) a presiedere il governo, ricevendo anche il ministero dell’Istruzione; il 23 dicembre, alla costituzione di un nuovo governo, mantenne la presidenza e l’incarico per l’Istruzione e ottenne per giunta l’interim per gli Esteri. Membro, nel gennaio 1849, della commissione provvisoria di governo, fu eletto deputato della Costituente e nominato il 5 febbraio, insieme con Filippo Senesi, presidente provvisorio dell’Assemblea; il 9 febbraio votò per la cessazione del potere temporale del pontefice e per la proclamazione della Repubblica. Confermato ancora una volta – il 15 febbraio – alla presidenza del governo e alla guida del ministero dell’Istruzione, in marzo si dimise da ogni carica. A causa dell’occupazione da parte delle truppe francesi e della restaurazione del potere papale, il 4 luglio fu costretto a fuggire in esilio.
Passato per la Toscana, si imbarcò a Livorno per la Corsica con un passaporto inglese (Michel, 1925, pp. 412 s.), soggiornando a Bastia per tre mesi; quindi fu dapprima a Genova e poi a La Spezia, dove fu ospite del marchese da Passano. Perduta la vista nel 1850, l’anno successivo si spostò a Voltri (sulla Riviera ligure). Dopo aver raccolto la sua produzione poetica nei Versi (Torino 1854), si trasferì a Valle Lomellina.
Morì tra il 9 e il 10 aprile 1856 a Torino nella casa di salute Villa Cristina.
Fonti e Bibl.: T. Borgogno, Intorno a una raccolta di poesie dedicata a mons. C.E. M.: lettera…, Roma 1842; G. Giucci, Cenni biografici di C.E. M., Roma 1849; D. Diamillo Müller, Alcuni cenni biografici del conte C.E. M., in Biografie autografe e inedite di illustri Italiani di questo secolo, Torino 1853, pp. 9-13; O. Marcoaldi, Biografia del conte C.E. M., Oneglia 1856; Giovane età e primi studi di Antonio Rosmini-Serbati. Lettere a Pier-Alessandro Paravia raccolte e annotate dall’ab. Jacopo Bernardini, Pinerolo 1860, pp. 240 s.; A. Brofferio, I miei tempi, XIX, Torino 1861, pp. 269-271; Vita del conte C.E. M., in Alcune lettere inedite di Filippo Mordani ravennate, Forlì 1870, pp. 41-43; A. Saffi, Ricordi e scritti, III (1846-1849), Firenze 1898, pp. 14 ss., 38, 78, 183 s., 186, 192; G. Bustico, Alcune lettere inedite a C.E. M., in La Favilla, 1906, n. 1-2, pp. 27-32; Le Assemblee del Risorgimento. Roma, Roma 1911; G. Leti, La rivoluzione e la Repubblica Romana, Milano 1913, ad ind.; L.C. Bollea, Tre lettere di Tommaso Grossi, in Riv. d’Italia, 1914, n. 11, pp. 670-684 (in partic. pp. 672-679); E. Michel, Esuli e cospiratori italiani in Corsica (1840-1850), in Arch. storico di Corsica, 1925, n. 3-4, pp. 412 s.; G. Badii, C.E. M., in Diz. del Risorgimento nazionale, Milano 1933, III, Le persone, p. 671; G. Bustico, Un ministro ferrarese di Pio IX…, in Rassegna stor. del Risorgimento, XXVI (1939), pp. 459-475; M. C.E., in Diz. biografico e bibliogr. «Italiano», F. Ercole, Gli uomini politici, III, Roma 1941, p. 319; G.G. Belli, I sonetti, a cura di G. Vigolo, Milano 1952, III, p. 2595; Ed. nazionale delle opere di Ugo Foscolo, XVII, Epistolario, vol. 4 (1812-1813), a cura di P. Carli, Firenze 1954, pp. 109, 144; L. Rodelli, La Repubblica Romana del 1849. Con appendice di documenti, Pisa 1955 (con partic. riferimento alle pp. 97, 132 ss.); A.M. Ghisalberti, Momenti e figure del Risorgimento romano, Milano 1965, pp. 61, 143; G. Ianni, Belli e la sua epoca, Milano 1967, I, pp. 728-739; O. Mazzoni, L’Ottocento, in Storia letteraria d’Italia (Vallardi), II ed. riv., Milano 1973, ad ind.; Diz. della letteratura italiana (Rizzoli), a cura di E. Bonora, I, Milano 1977, pp. 354 s.; D. Demarco, Una rivoluzione sociale. La Repubblica Romana del 1849, prefaz. di C. Barbagallo, Napoli 1992, ad ind.; N. Bellucci, Giacomo Leopardi e i contemporanei. Testimonianze dall’Italia e dall’Europa in vita e in morte del poeta, Firenze 1996, pp. 40 s.; C.L.I.O. Catal. dei libri italiani dell’Ottocento, Milano 1997, s.v.; G. Leopardi, Epistolario, a cura di F. Brioschi - P. Landi, I-II, Milano 1998, ad ind.; F. Pieri, Un collezionista foscoliano, in Leopardi a Roma (catal., Roma), a cura di N. Bellucci - L. Trenti, Milano 1998, pp. 261 s.; M. Ferri, La Costituente romana nel 1849, in Rassegna stor. del Risorgimento, LXXVI (1999), 4 (suppl.), pp. 153-173; Microcosmi leopardiani. Biografie, cultura società, a cura di A. Luzi, Fossombrone 2000, ad ind.; C. Bersani, C.E. M., in Giacomo Leopardi e Bologna. Libri, immagini, documenti, a cura di C. Bersani - V. Roncuzzi Roversi-Monaco, Bologna 2001, pp. 359-365; Leopardi nel carteggio Vieusseux. Opinioni e giudizi dei contemporanei: 1823-1837, Firenze 2001, ad ind.; La primavera della nazione. La Repubblica Romana del 1849, a cura e con introd. di M. Severini, Ancona 2006, ad ind.; L. Melosi, Foscolo e l’epigrafia ottocentesca, in Dei «Sepolcri» di Ugo Foscolo, Atti del X convegno di studi di letteratura italiana, Gargnano del Garda… 2005, a cura di G. Barbarisi - W. Spaggiari, II, Milano 2006, pp. 646 n., 651.