Poeta (Padova 1618 - ivi 1685). Dopo una giovinezza scapestrata e turbolenta, ricoprì in patria cariche pubbliche, gradito com'era alla casa d'Austria. Lontano dal marinismo, esordì con le Poesie liriche (1643), alle quali seguì il romanzo Alfenore, che ebbe alti elogi di letterati illustri tra i quali il Redi. Appartengono a questo periodo anche il poemetto scherzoso La Prigione e la Galatea, un poemetto d'argomento mitologico. Di squisita fattura sono anche le Ode (del 1650-51), ma più notevole è il poema eroicomico L'Asino (1652), in cui si rifà alle lotte medievali tra Padovani e Vicentini. Assai vigorosa la tragedia Aristodemo (1675), riscoperta dal Croce, che rappresenta forse una delle punte più alte del genere tragico secentesco.