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CARLO di Francesco da Carona

di Giuseppe Bergamini - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 20 (1977)
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CARLO di Francesco da Carona (Carlo da Carona o Carlo da Udine)

Giuseppe Bergamini

Lapicida operante in Friuli nel sec. XVI, da non identificarsi con il Carlo da Carona, padre di Andrea e Antonio, che alla fine del sec., XV lavorava a Genova e a Roma (Thieme-Becker). Poco di lui ci dicono i documenti: non l'anno di nascita, non quello di morte, niente sulla famiglia e sull'ambiente artistico in cui fece le prime esperienze. Si sa soltanto che il padre, Francesco, era a sua volta un artista, e che C. abitò prima a San Daniele del Friuli e poi a Udine. La sua attività viene circoscritta tra il 1509 e il 1545: quest'ultima data può anche essere considerata quella di morte qualora si supponga che l'altare che egli si era impegnato ad eseguire, nel 1545, per la chiesa di S. Nicolò di Rodeano e del quale non si trova traccia, non sia andato perduto, ma semplicemente mai realizzato per la sopraggiunta morte dell'artista.

Le opere sicuramente eseguite da C. perché documentate o firmate sono l'altar maggiore della chiesa di S. Maria di Castello in Udine (1509:perduto); il fonte battesimale del duomo di San Daniele del Friuli (1510);la porta laterale della chiesa di S. Daniele in Castello in San Daniele del Friuli (1510: proviene dal duomo della stessa cittadina); la lunetta con la Madonna e il Bambino nel campanile della parrocchiale di Villanova di San Daniele (1513);un'acquasantiera per S. Maria delle Grazie in Udine (1517:perduta); un altare per la chiesa di S. Giovanni Battista di Magredo presso Tramonti (1524:conteneva le statue di S. Giovanni Battista, S. Sebastiano e S. Rocco;venduto alla fine del XIX secolo; ubicazione attuale sconosciuta); la porta laterale destra (1525)e una Madonna con il Bambino (1526)per il duomo di Udine; l'altar maggiore della parrocchiale di Lavariano (1527:contiene le statue della Madonna con il Bambino edei Ss. Pietro, Paolo,Giovanni Battista, Martino e Urbano;nel timpano, l'Annunciazione, l'Eterno Padre ed un bassorilievo con la Pietà; dieci Apostoli nella predella); il fonte battesimale per la basilica di Aquileia (1528);l'altare della chiesa di S. Martino a Rive d'Argano (1530:contiene le statue della Madonna con il Bambino e di S. Urbano, S. Martino, un Santo vescovo,S. Giovanni Battista, S. Zaccaria; al sommo, l'Annunciazione eil Padre Eterno);unaancona per la chiesa di S. Nicolò di Rodeano Basso (1545:forse non eseguita).

A queste sculture si possono aggiungere le seguenti opere, chiaramente riconducibili a C. per motivi stilistici: altare laterale della chiesa di S. Daniele in Castello a San Daniele del Friuli (Madonna con il Bambino tra i ss. Sebastiano e Rocco;nella lunetta, la Pietà); altare laterale della pieve di S. Floriano a Illegio (Pietà tra i ss. Rocco e Giovanni Battista; nella lunetta, Madonna con il Bambino e una offerente); altare del tabernacolo e altare del Cristoportacroce nella chiesa di S. Maria del Sasso ad Invillino; portali maggiori della chiesa di S. Antonio (1512) e della parrocch. di S. Maria Maddalena di Barbeano; Madonna con il Bambino sulla facciata di palazzo Mantica in Udine; porta laterale della parrocchiale di Lavariano; fonte battesimale della parrocchiale di Portis di Venzone (1530); Madonna con il Bambino tra i ss. Tomaso e Osvaldo nella parrocchiale di Glaunicco; portale maggiore della parrocchiale di Rodeano Basso; Madonna con il Bambino in una casa privata presso l'autostazione di Spilimbergo; S. Giacomo nella parrocchiale di Flambro; S. Antonioabate nella chiesa di S. Antonio a Versutta di San Giovanni di Casarsa; fonte battesimale nella canonica di Coseano (1543:proviene dalla parrocchiale); altare con il Compianto sulCristo morto nella chiesa di S. Lorenzo a Fiumicello; S. Valentino nella chiesa di tale nome a Fiumicello; altarolo con la Pietà nel duomo di Cormòns.

Nell'ambito della cultura friulana del primo Cinquecento, C. rappresenta un "caso" isolato. Di una generazione più giovane di G. A. Pilacorte e di Bernardino da Bissone, ebbe certamente presente la loro arte, ma conservò un'assoluta indipendenza di linguaggio prediligendo forme plastiche robuste ed espressive senza nulla concedere a soluzioni piacevoli o di facile effetto, e anzi riconducendo l'immagine entro un impianto scarno, memore della severa spiritualità medievale. Alieno anche dall'espressionismo popolareggiante dei terracottai lombardi o emiliani, e più vicino, semmai, alla contenuta drammaticità degli artisti d'Oltralpe (altari di Lavariano e di Rive d'Argano, Compianto sul Cristo morto di Fiumicello), C. non è perciò artista ritardatario o tecnicamente incapace, è anzi piuttosto originale. Ed anche se raramente, forse in un solo caso, nel citato Compianto, raggiunge i vertici della poesia, non gli si può negare d'essersi sempre espresso in un linguaggio prosastico egualmente dignitoso e ricco di interesse.

Bibl.: V. Joppi, Contributo quarto ed ultimo alla storia dell'arte nel Friuli, Venezia 1894, p. 125; L. Planiscig, Lessico degli artisti friulani e di quelli che nel Friuli operarono, in Forum Iulii, III (1912), pp. 154 s.; C. Someda de Marco, Architetti e lapicidi lombardi in Friuli nei secoli XV e XVI, in Arte e artisti dei laghi lombardi, I, Como 1959, pp. 317, 338; V. Zoratti, Codroipo. Ricordi storici, II, Dalla storia ecclesiastica, s.l. 1967, pp. 341-43; G. Bergamini, G. A. Pilacorte lapicida, Udine 1970, passim;Id., La scultura di C. daCarona, Udine 1972; A. e G. Bergamini, Sculture e pitture del Rinascim. a Cormòns, in Cormòns, Udine 1974, pp. 89 s.; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VI, pp. 2 s.

Vedi anche
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