Denina, Carlo
Storico, letterato e poligrafo (Revello 1731 - Torino 1813). Non molti né particolarmente vivi i suoi interessi danteschi. Nel Saggio sopra la letteratura italiana (1762) egli pone il successo della Commedia in diretto rapporto con quella che secondo lui era la situazione storica del primo Trecento, età disunita per guerre civili e intestine discordie, e pertanto non più portata a gustare le prodezze e gli amori dei paladini e dei cavalieri erranti, bensì incline a interrogare i misteri d'oltretomba e scoprire la sorte dei trapassati: " Adunque la naturale curiosità di saper dove, e come stessero nell'altro mondo le persone di fresco morte, e allora pure famose, e cognite, invitava ognuno a leggere la Commedia dantesca, e se ne ritenevano a memoria, e citavansene i versi " .
Affidandosi alla " certissima " testimonianza del Boccaccio e del Villani afferma poi la vaghezza e politezza dello stile dantesco, specie rispetto alle prove degli scrittori precedenti, mentre le dovizie d'immagini poetiche, di sentimenti sublimi, il fondo immenso di cognizioni d'ogni genere, la critica così giusta e profonda del costume umano, tutti gli alti meriti ravvisabili nella Commedia, gli richiamano alla mente, come unico degno termine di paragone, l'opera di Omero.
Queste idee vengono riprese e ampliate nel Discorso sopra le vicende della letteratura, l'edizione definitiva del quale apparve (dopo una prima più ridotta del 1760) nel 1784. Il concepimento della Commedia vi è ancora considerato in stretta rispondenza con la " qualità de' tempi ", con l'universale credulità delle genti, unita a ogni sorta di vizi, di pubbliche e private scelleratezze, così come il disegno generale del mondo infernale è fatto derivare da un episodio del calen di maggio 1304 (l'episodio del ponte della Carraia narrato dal Villani [Cron. VIII 70] è dal critico assunto ad esempio dell'interesse dei contemporanei del poeta per le rappresentazioni infernali), anche se il Denina non esclude che la fantasia dantesca, ravvivata da un " umore colerico " e da uno " spirito intollerante e satirico " si sia ispirata in molte occasioni alla letteratura provenzale di argomento escatologico.
Bibl. - C. Denina, Saggio sopra la letteratura italiana, Torino - Lucca 1762; ID., Discorso sopra le vicende della letteratura, Berlino 1784; C. Calcaterra, Dal Denina al Di Breme, in Mélanges Hauvette, Parigi 1934; G. Getto, Storia delle storie letterarie, Milano 1946, 69-74.