DE AMEZAGA, Carlo
Figlio di Francesco e di Anna Formento, nacque a Genova l'11 giugno 1835 da una-famiglia proveniente dalla Spagna. Arruolatosi volontario come marinaio di quarta classe nel 1848, entrò in servizio effettivo nella marina sarda il 10 febbr. 1849, come allievo di pilotaggio a bordo del veliero "Sofia", ma passò poi a navigare su legni mercantili, rientrando nella marina sarda solo nel 1860 col grado di sottotenente di vascello. Prese parte tuttavia, sempre su navi mercantili, anche alle campagne militari del 1848-49 e del 1859. Nel 1860-61, imbarcato sulla pirocorvetta "Veloce", si segnalò nelle operazioni per la costruzione del porto sul Garigliano e poi all'assedio di Gaeta, meritandosi due medaglie d'argento al valor militare. Fu promosso tenente di vascello di seconda classe il 18 sett. 1862. In seguito fu ufficiale di ispezione nella R. Scuola di marina di Genova, incarico che lasciò nel 1866 per imbarcarsi sulla fregata "Maria Adelaide", quale addetto allo Stato Maggiore del viceammiraglio G. B. Albini, ed in tale veste partecipò alla battaglia di Lissa. Per il suo energico comportamento a Cartagena (Spagna) nel 1873, quale comandante dell'avviso "Authion", ricevette la promozione a capitano di fregata.
Nel marzo dell'anno successivo, rieletto deputato per la XII legislatura nel terzo collegio di Genova, che l'aveva designato una prima volta già nella legislatura precedente (venne poi designato anche nella XIV legislatura, ma la sua elezione venne annullata dall'Assemblea nella seduta del 13 luglio 1880: rieletto, venne sorteggiato il 9 dicembre, per eccedenza di numero, nella categoria dei deputati impiegati), e nominato capo di gabinetto del ministro della Marina Saint-Bon, fu richiamato in Italia: durante la sua permanenza alla Camera, nella quale sedette nelle file della Destra, fece parte di diverse commissioni ed intervenne più volte su problemi connessi con lo sviluppo della marina mercantile e militare, con particolare riferimento al porto di Genova.
Successivamente ebbe il comando del trasporto "Europa" e degli avvisi "Messaggero" (per una crociera nel Levante), "Rapido" (con l'incarico di recarsi nel Mar Rosso e nel golfo di Aden, fra il marzo ed il luglio del 1879, per accompagnare a Zeila Sebastiano Martini, il Giulietti e l'Antonelli, e valutate le possibilità di installare in quelle zone una stazione marittimo-commerciale), ed "Esploratore": quest'ultima spedizione, diretta nuovamente nel Mar Rosso - giunse ad Assab il giorno di Natale del 1880 - ed alla quale presero parte pure Odoardo Beccari, il marchese Giacomo Doria e Giuseppe Sapeto, aveva lo scopo di riaffermare e definire il possesso di Assab. In mancanza di autorità consolari, fu lo stesso D. a controfirmare, il 15 maggio 1880, gli atti stipulati dal Sapeto per rinnovare il contratto del 1869. Al ritorno il D. scrisse una relazione, pubblicata sul Bollettino della Società geografica italiana (XIV [1880], pp. 623-77), nella quale, oltre a ricostruire le vicende della spedizione, con particolare riguardo ai contatti ed alle trattative politiche, fece una dettagliata rassegna delle ricerche e dei rilevamenti compiuti, concludendo con una serie di riflessioni, apprezzamenti, giudizi e proposte relativi allo sfruttamento della baia di Assab da un punto di vista commerciale, dai quali emerge in maniera chiara l'atteggiamento decisamente filocolonialista del D., desumibile anche dagli articoli che sullo stesso argomento pubblicò nel corso di quegli anni sul Fanfulla e sulla Nazione.
Di notevole importanza è il viaggio di circuinnavigazione attorno al globo della corvetta "Caracciolo", che il D. guidò fra il 1881 e il 1884, raccontandone poi le vicende e indicandone i principali risultati raggiunti in un'ampia relazione (Viaggio di circumnavigazione della Regia Corvetta "Caracciolo" (comandante C. De Amezaga) negli anni 1881-82-83-84, I-IV, Roma 1885-1886).
La spedizione partì da Napoli il 27 nov, 1881 e, toccando Cagliari, Gibilterra, Madera, San Vincenzo, Pernambuco, Rio de Janeiro, Santa Catarina, approdò a Montevideo il 3 marzo 1882. Il viaggio venne ripreso l'11 maggio alla volta di Possession Bay, Santa Elisabetta, Punta Arenas, Voces Bay, Wood's Bay, Boria Bay, Palia Cove, Sholl Bay, Fortune Bay, Colombine Bay, Puerto Bueno, Bahia Rayo, Bahia Caracciolo, Lecky Inlet, Chacabuco, Eden Harbour, Conner Cove, Hale Cove, Port Otway, Ancud, Lota, Valparaiso e Callao, dove giunsero l'8 ottobre. Ebbe inizio a questo punto il viaggio di istruzione lungo le coste del Perù, dell'Ecuador e della Colombia, che si svolse fra il 2 dicembre 1882 e il 10 aprile 1881 quando rientrarono a Callao dopo aver toccato Ancon, Chimbote, Mal Abrigo, Pacasmayo, Guayaquil, Panamá, Taboga, Paita, Guayaquil, Puná e Paita. Lasciata poi definitivamente Callao l'11 giugno 1883, rientrarono in patria il 9 settembre, sbarcando a Venezia, dopo aver toccato Papeete, Papetai, Vaiaré, Suva Figi, Sydney, Townsville, Thurday, Banda, Amboyna, Macassar, Singapore, Pulo Penang, Atcheen, Point de Galle, Mahé, Aden, l'isola di Perim, Assab, Beylul, Porto Tor, Suez, Ismailia, Porto Said, Candia e Brindisi.
Le miglia percorse complessivamente furono 35.374, di cui 16.292 a vela.
Collocato per legge in riserva. dal 1888 col grado di capitano di vascello fu poi promosso contrammiraglio e richiamato in servizio nel 1896 come giudice di campo delle grandi manovre navali effettuate in quell'anno.
Ricoprì numerosi incarichi di varia natura. Dal 1868 al 1870 diresse la Rivistamarittima; dal 1881 al 1887 fu consigliere della Societa geografica italiana. Fu prima consigliere e vicepresidente, poi presidente (a partire dal 1892) ed infine delegato della direzione (a partire dal 1896) della Regia Scuola navale superiore di Genova. Sempre nella sua città natale diresse per qualche tempo la Società di navigazione "La Veloce" e ricoprì alcune importanti cariche amministrative, fra cui quella di consigliere comunale. Nel 1891 venne nominato Presidente del Consiglio superiore della marina mercantile. Fu insignito della commenda mauriziana e della Corona d'Italia.
Il D. morì a Castelletto d'Orba (Alessandria) il 2 ott. 1899.
Fra i numerosi scritti. lasciatici dal D., il più importante è la relazione del viaggio di circuninavigazione compiuto con la corvetta "Caracciolo"; l'opera si può suddividere in maniera assai netta in due parti.
La prima ha un carattere prevalentemente tecnico-pratico e comprende numerose indicazioni che avevano lo scopo di integrare ed aggiornare i dati fino ad allora in possesso sulla navigabilità delle zone raggiunte ed attraversate dalla spedizione comandata dal De Amezaga. Essa termina con la descrizione dei controlli medici e delle condizioni igieniche dei membri dell'equipaggio verificate nelle più svariate condizioni climatiche nelle quali si vennero a trovare e con un lungo elenco di oggetti di varia natura (si tratta di materiali di interesse etnologico e geologico, nonché di campioni di minerali, di botanica e di zoologia) raccolti durante il viaggio e donati successivamente al Museo Kircheriano di Roma, fatto questo che gli valse la nomina a dottore "honoris causa". Fra questi oggetti sono da ricordare tre stupende mummie peruviane, nonché un grande numero di reperti archeologici recuperati nella necropoli di Ancon (Callao), un sedile di pietra vulcanica di antica fattura (arte caraibica), e alcune pietre sepolerali dell'isola di Sumatra, con arabeschi in rilievo, provenienti dalle tombe dei sultani di Atchin.
La seconda parte, che abbraccia gli ultimi tre volumi, è interamente dedicata alla descrizione dei paesi visitati e delle popolazioni incontrate, per ognuna delle quali viene offerto un quadro sintetico, ma sufficientemente preciso ed articolato, della loro storia, dei loro usi e costumi, delle loro credenze religiose, delle strutture amministrative e dell'organizzazione sociale e politica dei loro Stati, delle risorse economiche, ecc.
Nel lavoro di stesura della relazione il D. venne aiutato dal cavaliere Gaeta, dal tenente di vascello Francesco Denaro e dall'intero Stato Maggiore della spedizione per quel che concerne la prima parte; dal dottor Filippo Rho per la seconda; mentre il sottufficiale macchinista Parmigiano offrì la sua collaborazione come disegnatore.
Particolarmente interessanti (oltre alle pagine dedicate a Tahiti e alle Figi, all'Uruguay, al Brasile ed al Cile) risultano ancor oggi le parti dove vengono prese in esame le possibilità di un insediamento coloniale italiano, inteso soprattutto sotto forma di emigrazione più o meno spontanea su larga scala, tema allora molto sentito e discusso.
Accanto a quest'opera vanno ricordati i suoi numerosi studi sui problemi della marina militare e su quelli della marina mercantile, per i quali venne insignito della medaglia d'oro di seconda classe dal ministero della Marina: La nostra marina mercantile (Roma 1881), Rapido cenno sulle grandi e piccole corazzate (Firenze 1881), Manuale del marinaio militare e mercantile (Milano 1890), Relazione dell'arbitro nominato dalla navigazione generale italiana (Genova 1891), Sulla difesa delle nostre frontiere marittime, (Torino 1894), Guerra cino-giapponese, La battaglia di Ya-Lu (Genova. 1894), Studi sulle grandi manovre navali italiane del 1896 ed alcune considerazioni d'indole navale intorno alla recente guerra ispanoamericana (ibid. 1898), Il pensiero navale italiano. Cose vecchie sempre nuove (ibid. 1898), La mostra della marina da guerra e mercantile e delle industrie navali all'Esposizione generale italiana in Torino 1898. Relazione (Torino 1899). Su questi stessi argomenti scrisse alcuni articoli pubblicati fra il 392 e il 1896 sulla Rivista nautica di Torino e nel 1896 sull'Osservatore navale di Palermo.
In tutti questi suoi scritti domina l'idea che la marina mercantile sarebbe dovuta diventare il vivaio di quella militare e il suo naviglio un potente ausiliario. Il rilancio della marina mercantile, problema al quale il D. dedicò una particolare attenzione, avrebbe potuto inoltre realizzarsi efficacemente, a suo parere, solo su queste basi: riduzione delle tasse marittime; revisione dei trattati commerciali internazionali; istituzione di un Banco di credito navale; obbligo, per lo Stato, di valersi esclusivamente di navi italiane per il trasporto dei suoi materiali; creazione di una grande Società italiana di navigazione postale a vapore; impianto di un grande stabilimento siderurgico; riordinamento dei porti e istituzione di un ministero della Marina mercantile.
Fra gli altri suoi scritti si ricordano ancora: Viaggiodel "Rapido". Rapporti al ministro della Marina, in Rivista marittima, XII (1879), 6, pp. 491-96; 9, pp. 433-41; Sulle esplorazioni terrestri. Lo Scioa e la spedizione geografica italiana (In viaggio da Aden a Suez dal 9 al 17 luglio 1879) ibid., 9, pp. 443-51; Il Regio avviso "Rapido". Nel Mar Rosso e nel golfo di Aden, ibid., 10, pp. 11-39; Cenni sull'Arcipelago Galapagos (Repubblica dell'Equatore) secondo i lavori del dott. Wolf e le indicazioni del sig. Icara, in Bollettino della Società geografica italiana, s. 2, VIII (1983), pp. 551-559.
Fonti e Bibl.: Numerose testimonianze, in gran parte inedite, relative al D. sono reperibili nei seguenti archivi: Archivio dell'Ufficio stor. del Comando del Corpo di Stato Maggiore (Documenti Eritrea); Arch. stor. del Ministero della Marina, (oltre alla "matricola" del D., vedi, in particolare, le cassette nn. 229, 1254, 1255); Arch. storico del soppresso Ministero dell'Africa italiana; Arch. storico del Ministero degli Affari Esteri (Registro dispacci Egitto); Arch. dell'Istituto mazziniano di Genova (Copialettere Rubattino;. oltre ad una lettera autografa del D.). Cfr., inoltre, Estudios hidrograficos sobre la Patagoni a occidental eJecutados por el comandante y oficiales de la Real corbeta italiana "Caracciolo" en 1882, Santiago del Cile 1883; C. Manfroni, L'opera del comandante de Amezaga, in Boll. della Soc. geogr. ital., XXII (1885), pp. 683-685; T. Sarti, IlParlam. subalp. e naz., Roma 1896, pp. 346 s.; Annuario della Regia Scuola navale superiore di Genova, ad annos 1897-1898 e 1898-1899; A. G. Barrili, C. D., in Annuario d. Regia Scuola navale superiore di Genova..., Genova 1900, pp. 7-13; C. D., in Italia marinara (Napoli), 14 genn. 1900, pp. 3-5; Almanacco ital., VI (1901), p. 33; G. Po-L. Ferrando, L'opera della R. Marina in Eritrea e Somalia (dall'occupazione al 1928), Roma 1929, pp. 30 ss.; G. Zimolo, D. A., C., in Diz. del Risorg. naz., II,Milano 1930, pp. 845 s.; Ministero della Guerra, Comando del Corpo di Stato Maggiore, Ufficio storico, Storia militare della Colonia Eritrea, I (1869-1894), Roma 1935, pp. 34 ss.; F. Leva, Storia delle campagne oceaniche della R. Marina, Roma 1936, I, pp. 310 s.; II, pp. 3-43; A. Codignola, Rubattino, Bologna 1938, ad Ind.; A. Marchese, G. M. Giulietti, Milano 1938, passim; G. Giacchero G. Bisogni, Vita di G. Sapeto, Firenze 1942, pp. 266 ss.. 337 s.; A. Malatesta, Ministri e senatori d'Italia dal 1848 al 1922, Roma 1946, I, p. 320; E. De Leone, Le prime ricerche di una colonia e la esplor. geografica politica ed economica, Roma 1955, ad Ind.; C. Giglio, Etiopia-Mar Rosso, I (1875-1885), Roma 1958; II (1859-1882). Documenti, ibid. 1959; 111 (1883-1885), ibid. 1960, ad Ind.; G. Giacchero; Genova e Liguria nell'età contemporanea. Un secolo e mezzo di vita economica, 1815-1969, Genova 1970, ad Ind.; M. Carazzi, La Società geografica italiana e l'esplorazione coloniale inAfrica (1867-1900), Firenze 1972, ad Ind.; G. Ratti, IlCorriere mercantile di Genova dall'Unità al fascismo (1861-1925), Parma 1973, ad Ind.; A. Dei Boca, Gli Italiani in Africa Orientale dall'Unità alla marcia su Roma. Roma-Bari 1976, pp. 78 s., 102-08.