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FOGLIANO, Carlo da

di Paolo Golinelli - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 48 (1997)
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FOGLIANO (de Foliano), Carlo da

Paolo Golinelli

Nobile reggiano, figlio di Guido Savina (II) e di Camilla da Canossa, fratello di Iacopo e Bertrando, il F. nacque intorno alla metà del sec. XIV e svolse un ruolo importante nella storia della città di Reggio Emilia, contesa tra Visconti, Estensi e Terzi, tra la fine del sec. XIV e i primi decenni del XV. Rispetto alle vicende della numerosa consorteria dei Fogliano, però, ricoprì un ruolo del tutto autonomo: fu l'unico infatti della casata ad avversare gli Estensi, dei quali i Fogliano erano diventati, nel corso del XIII secolo, fedeli sostenitori.

Nel 1374 il F. sposò Isotta, figlia naturale di Bernabò Visconti, ottenendone "li sui castelli con molti capitoli utili et notabili" (Storia della nobile famiglia Fogliani, p. 221). In accordo con il Visconti restaurò, nel 1377, il castello di Salvaterra, appartenente alla Comunita reggiana. ma i rapporti con il signore di Milano si raffreddarono allorché, nel 1382, il F. ripudiò Isotta, che gli era stata promessa ancora infante.

Il 5 luglio 1395 il F. e i figli di Boccadoro da Fogliano, nella chiesa del castello di Rondinara, uccisero Niccolò da Fogliano, senza riuscire però a ucciderne i figli e a occupare il castello. In seguito, però, il 24 agosto, il F. e Giberto da Fogliano, con i figli di Niccolò, andarono al castello di Viano, dove risiedeva Boccadoro, lo catturarono e lo uccisero. Lo stesso F. occupò poi i castelli di Viano e di San Romano; da questa posizione di forza accoglieva e proteggeva così i fuoriusciti modenesi e reggiani, avversi alla casa d'Este.

Sulla scorta di quanto fin qui narrato, sorgono perciò dubbi sull'accordo stipulato dal F. e dai fratelli con Niccolò (III) d'Este nel 1404: probabilmente il F. intendeva sfruttare la forza dell'alleato ferrarese per diventare signore di Reggio, secondo una non mai sopita ambizione familiare, dopo il breve periodo nel quale Giberto da Fogliano aveva retto la signoria della città. Il F. ottenne la conferma dei suoi possedimenti; ma i suoi rapporti con Niccolò (III) si ruppero ben presto. Reggio infatti si trovò al centro delle mire espansionistiche seguite alla morte di Gian Galeazzo Visconti (1402); la città, affidata al governo di Giacomo Terzi, si ribellò e costrinse i viscontei a rifugiarsi entro la cittadella; Niccolò (III) d'Este, allora, tentò di prendersi la città, non tuttavia per mezzo dei Fogliano, ma affidando il comando delle sue truppe a Uguccione Contrari (dei Contrari, signori di Vignola, fra gli alleati più fedeli alla casa d'Este). A quel punto il F. si alleò con Ottobuono Terzi, signore di Parma, col quale si era imparentato l'anno prima, concedendogli in sposa, a Dinazzano, la figlia Francesca, e ne divenne il principale consigliere. Il F. intervenne a sostegno dei Visconti e costrinse i Ferraresi alla ritirata, dopo di che Reggio passò sotto il controllo politico di Ottobuono, che la tenne in signoria dal 29 giugno 1403 alla primavera del 1409. Un governo difficile, condotto con la violenza e retto grazie a un accurato gioco di alleanze e conflitti condotto dal Terzi nei confronti delle più potenti signone padane: i Visconti e gli Esterisi. In questo gioco il F. ebbe il ruolo di maggiore avversario degli Estensi, dei quali pure era "aderente e provisionato" (Muratori).

Mentre non è provata una lega firmata dal marchese di Ferrara, i Gonzaga e il F. sul finire del 1405, è documentata una sua diretta influenza su Ottobuono Terzi perche non si appacificasse con gli Estensi, tanto più che, presso la casa d'Este, "era in somma auge" un nemico del F., Iacopo da Fogliano.

Nel 1406 nel corso della guerra di Niccolò (III) d'Este contro Obizzo di Montegarullo, il F. appoggiò quest'ultimo, così che questi poté almeno conservare tre fortezze minacciate dall'assalto di Uguccione Contrari, mandato dall'Estense. Da un documento dell'Archivio di Stato di Modena si apprende che il 23 genn. 1407 Niccolò (III) d'Este accettò la mediazione di Baldassarre Cossa (il futuro Giovanni XXIII) e del F. per comporre i dissidi con Ottobuono Terzi, ma non sembra esseme scaturito nulla, se già nell'agosto di quell'anno il Terzi compì numerose incursioni nel Modenese. Le nuove trattative tra il Terzi e gli Estensi, il 25 settembre di quell'anno, furono rotte proprio su istigazione del F., che indusse Ottobuono Terzi a invadere i territori del marchese Niccolò per strappargli la città di Modena (marzo - aprile 1408); contemporaneamente il Terzi riprendeva i colloqui di pace coi Rossi di Parma, ai quali aveva sottratto la signoria sulla città: a capo della delegazione era il F. che il 5 apr. 1408 sottoscrisse un accordo coi Rossi.

Per parte sua Niccolò (III) d'Este, il 13 maggio 1408, strinse alleanza con Giovanni Maria Visconti, Pandolfo Malatesta e Gabriele Fondolo per portare a compimento la guerra contro Ottobuono Terzi, "turbatore della pace, nemico pubblico di tutti e di ciascuno", e affidò le azioni militari nel Modenese a Muzio Attendolo, detto lo Sforza, capitano di ventura. Questi spinse una parte dell'esercito alleato contro Valestra, nell'Appennino reggiano, feudo del F., e lui stesso conquistò e diede alle fiamme il castello di Dinazzano, inutilmente difeso dal Fogliano.

Agli avvenimenti narrati seguirono duri mesi di violenze e di tentativi di avvelenare Ottobuono Terzi, finché sul principio del 1409 sia Ottobuono che Niccolò (III) d'Este si dimostrarono disposti a siglare un accordo, e venne indicato in Valsella o Pontalto presso Rubiera (tra Reggio e Modena) il luogo dell'incontro, fissato al 27 maggio. In quell'occasione il F. accompagnò Ottobuono Terzi; mentre Niccolò (III) d'Este era con Muzio Attendolo Sforza e suo fratello Michele, questi tesero un agguato a Ottobuono, lo uccisero e gli tagliarono la testa; dopo di che arrestarono gli accompagnatori del Terzi (tra i quali il F.) e lo Sforza occupò, dietro ordine di Niccolò (III) d'Este, i castelli del F. e dei suoi consorti. Al F. non restò altro, quindi, che cercare di riconciliarsi con l'Estense.

Documentato per l'ultima volta il 18 ag. 143, il F. morì prima del 1425. Oltre che di Francesca, fu padre di Niccolò e Giovantallino.

Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Modena, Cancelleria ducale, Principi Estensi, Registri Notai ferraresi, XLIV; Reggio Emilia, Bibl. municipale A. Panizzi, ms. Turri D. 22: Storia della nobile famiglia dei Fogliani (ms. sec. XVIII), pp. 222-225, 230; Corpus Chronicarum Bononiensium, a cura di A. Sorbelli, in Rer. Ital. Script., 2 ed., XVIII, I, t. III, pp. 529-531; G. Sardi, Libro delle istorie ferraresi, Ferrara 1646, pp. 146 ss.; L.A. Muratori, Delle antichità estensi, II, Modena 1740, pp. 173, 178 ss.; N. Tacoli, Mem. stor. della città di Reggio di Lombardia, II, Parma 1748, pp. 538, 540; III, Carpi 1769, pp. 397-402, 765; G. Tiraboschi, Mem. stor. modenesi..., III, Modena 1794, pp. 78 s., 175; G.B. Venturi, Storia di Scandiano, Modena 1822, pp. 62-69; G. Tiraboschi, Diz. topografico-storico degli Stati Estensi, I, Modena 1824, p. 303; F.E. Comani, Giberto da Fogliano. Nota critica, Brescia 1901, pp. 4, 6 s.; A. Aleotti, Storia della città e provincia di Reggio nell'Emilia, Reggio Emilia 1916, pp. 146 ss.; N. Grimaldi, Di alcuni feudatari reggiani nel sec. XIV, in Studi di storia, di letter. e d'arte in onore di N. Campanini, Reggio Emilia 1921, pp. 177 ss.; A. Manni, Terzi ed Estensi (1402-1421), in Atti e mem. della R. Deputazione ferrarese di storia patria, XXV (1925), pp. 58, 62, 65, 67-69, 77, 79, 88, 141; A. Balletti, Storia di Reggio nell'Emilia, Reggio Emilia 1925, pp. 197, 216, 218 ss.; T. Dean, Land and power in late medieval Italy. The rule of Este, 1350-1450, Cambridge 1988, pp. 153, 157, 171, 173.

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