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CARLO da Camerino

di Federico Zeri - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 20 (1977)
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CARLO da Camerino

Federico Zeri

Pittore noto soltanto attraverso un Crocifisso, firmato e datato 1396, nella chiesa di S. Michele Arcangelo a Macerata Feltria. Mancano completamente notizie archivistiche o letterarie sul suo conto e quindi sono ignoti i termini precisi della sua attività. Al Crocifisso firmato, tuttavia, può essere riunito, per via di solidi confronti stilistici, un notevole gruppo di tavole e di affreschi che lo qualificano la più notevole personalità artistica marchigiana nel periodo a cavallo fra Trecento e Quattrocento.

Un certo numero dei dipinti su tavola oggi attribuibili con certezza a C. era stato già raggruppato da vari studiosi, tra cui B. Berenson, R. Longhi, O. Sirén e E. Sandberg Vavalà, senza però che il risultato delle loro ricerche venisse mai pubblicato o stampato. Soltanto il Sirén a proposito della Incoronazione della Vergine, ora nel Museo nazionale di Stoccolma (che è fra i prodotti più notevoli di C.), usò la denominazione convenzionale di "Maestro di Ancona", in base all'esistenza in chiese e musei di quella città di opere evidentemente della stessa mano. Più tardi F. Zeri (1948) riconobbe che una Annunciazione nella Galleria nazionale delle Marche di Urbino, proveniente dalla chiesa di S. Michele Arcangelo di Macerata Feltria, doveva non solo venire riunita al gruppo del Maestro di Ancona, ma essere attribuita all'artista del Crocifisso firmato da C. e conservato nella stessa chiesa.

L'identificazione è stata accettata dalla critica successiva, e il catalogo si è andato man mano allargando con l'aggiunta di opere spesso di importanza assai notevole.

Allo stato attuale delle ricerche si possono attribuire a C. le seguenti opere: Ancona, Pinacoteca nazionale: S. Primiano in trono con due donatori, Circoncisione, La Vergine incoronata da due angeli (framm. di affresco), Dormitio Virginis;Ancona, chiesa di S. Ciriaco, Noli me tangere;Baltimora, Walters Art Gallery: n. 37.699, Madonna col Bambino e quattro santi (trittico: sul retro disegni a carboncino); n. 37.1041, Madonna col Bambino e due angeli;Bergamo, Galleria Lorenzelli: Madonna col Bambino in trono e un donatore;Cambridge, Fitzwilliam Museum: n. 1061, due sportelli con Nove angeli e due santi ciascuno; Cleveland, Cleveland Museum of Art, coll. Holden: n. 16.795, Madonna dell'umiltà con i tre arcangeli e in basso La tentazione di Eva;Macerata Feltria, chiesa collegiata di S. Michele Arcangelo: Crocifisso con la Madonna e S.Giovanni alle estremità del braccio trasversale e con il Cristo risorto e S.Francesco che abbraccia la croce alle estremità del braccio longitudinale; Milano, coll. Lampugnani: Madonna dell'Umiltà con diciotto angeli;Mondavio, munic.: Madonna in trono col Bambino e due donatori (nella cuspide, Crocifissione);Filadelfia (U.S.A.), coll. priv., Decollaz. del Battista;Recanati, chiesa di S. Agostino: frammenti di un ciclo di affreschi comprendenti fra l'altro l'Annunciazione, l'Annuncio ai pastori, Santi, busti di Profeti, il Redentore benedicente;Pinacoteca Vaticana: sei scene di una serie raffigurante le Opere di misericordia, attribuite erroneamente alla scuola di Lorenzo Monaco; Stoccolma, Museo nazionale, n. 2632, Incoronazione della Vergine;Urbino, Galleria naz. delle Marche: Annunciazione.

Estremamente vicina alla maniera di C. è anche una tavola già nel duomo di Ancona, ma pressocché distrutta nel 1943-44, raffigurante la Madonna in trono con una donatrice;se non dello stesso C. dovrebbe appartenere a un suo immediato seguace.

Una successione cronologica delle opere del pittore, basata su indizi stilistici, mostra che C. deve essersi formato sulle opere degli ultimi pittori della scuola riminese del Trecento. Il legame è particolarmente evidente con il cosiddetto Maestro dell'Incoronazione di Urbino. Altri dati indicano la conoscenza e lo studio delle opere lasciate nelle Marche da Andrea da Bologna.

Nei numeri più evoluti del catalogo l'accentuato caratterismo formale di C. è addolcito da un chiaroscuro che sembra implicare la conoscenza di Gentile da Fabriano. Taluni aspetti delle sue ultime opere anticipano Arcangelo di Cola da Camerino e l'irrealismo grafico di Bartolomeo di Tommaso.

Bibl.: O. Sirén, Italienska Tavlor… i Nationalmuseum…, Stockholm 1933, p. 23, tav. 9; F. Zeri, C. da C., in Proporzioni, II(1948), pp. 162 s.; Id., Arcangelo di Cola, in Paragone, I(1950), 7, pp. 37 s.; M. Meiss, Painting in Florence and Siena after the Black Death, Princeton 1951, p. 137; D. C. Shor, The Christ Child in devotional images…, New York 1954, p. 61, tav. 9, Bologna, nn. 1 s.; G. Marchini, La Pinacoteca comunale di Ancona, Ancona 1960, pp. 25-30; C. Volpe, La pittura riminese del '300, Milano 1965, pp. 52, 61; F. Zeri, The Italian Pictures…, in Apollo, LXXIV(1966), 58, p. 443, tavola 448; L. Dania, La pittura a Fermo e nel suo circond., Fermo 1967, p. 68; A. Rossi, in Catal. delle opere d'arte restaurate, Urbino 1967, pp. 21 s.; G. Vitalini-Sacconi, Pittura marchigiana: la scuola camerinese, Trieste 1968, ad Indicem;P.Zampetti, La pittura marchigiana da Gentile a Raffaello, Urbino 1969, pp. 72., 74; F. Bologna, I pittori alla corte angioina di Napoli, Roma 1969, adIndicem;A. Rossi, in Catal. delle opere d'arte restaurate, Urbino 1969, pp. 34, 36 s.; Id., ibid., ibid. 1970, pp. 36-41; A. Gabbard, A Late Medioeval Altarpiece, in The Bulletin of the Walters Art Gallery, XXIII(1971), 6, pp. 1-3; M. Boskovits, in Atti del Conv. interreg. di studio "Rapporti artistici tra le Marche e l'Umbria", Urbino 1974, pp. 11 ss. dell'estratto; F. Zeri, Ital. Paintings in the Walters Art Gallery, Baltimore 1976, I, pp. 68 ss.

Vedi anche
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