CONTI, Carlo
Nacque a Legnago (Verona) da Bartolorneo e Teresa Grotto nel 1802, il 9 febbraio secondo alcuni, ottobre secondo altri. Compiuti gli studi ginnasiali nella cittadina natale, si trasferì a Verona, dove seguì i corsi di filosofia e matematica. Nel 1820, riavutosi da una grave malattia epidemica, lasciò Verona per Padova: qui proseguì gli studi di filosofia e di matematica, frequentando, al tempo stesso, i corsi di anatomia, chimica e, soprattutto, di botanica, cui attese con tale interesse che mise insieme un erbario e, sebbene in seguito ne tralasciasse lo studio, la tenne in pregio per tutta la vita. Laureatosi in matematica nell'agosto 1824, per qualche tempo esercitò la professione di ingegnere, riponendo tuttavia le proprie aspirazioni nell'insegnamento universitario. Nel 1825 intraprese la carriera accademica come assistente alla cattedra di fisica nell'università di Padova.
Nello stesso anno pubblicò nei Nuovi Saggi della R. Accademia di scienze, lettere ed arti di Padova, di cui fu prima socio corrispondente e poi (1830 membro ordinario, una memoria di geometria analitica intitolata Della generazione delle linee piane, esercizi di geometria analitica (II, pp. 255-306), dove è esposto un metodo generale per la determinazione dei luoghi geometrici piani - in uno scritto successivo esteso al caso dello spazio - basato sul procedimento d'eliminazione dei parametri e/o delle coordinate dei punti generatori. Sempre nello stesso anno, diede alle stampe un'opera di analisi matematica dal titolo Saggio di nuove ricerche sul calcolo differenziale, Padova 1825.
Sul finire del 1827, per vittoria di concorso, fu nominato aggiunto calcolatore presso l'osservatorio astronomico di Padova e, successivamente, nel secondo semestre del 1834, professore supplente nella cattedra di calcolo sublime (calcolo infinitesimale); nel 1837 fu incaricato di meccanica e idraulica presso la stessa università di Padova.
Sono questi anni di intensa attività scientifica, in cui il C. pubblicò numerosi lavori, quasi tutti dedicati all'analisi matematica. Di essi ricordiamo: Della generazione delle linee nello spazio e delle superfici, in Nuovi Saggi della I. R. Acc. di scienze, lettere ed arti di Padova, III (1831), pp. 25-50; Sopra alcune questioni di matematica pura, ibid., pp. 90-118, suddiviso in tre parti: nella prima vengono considerati sistemi di coordinate generali e la rappresentazione tramite loro di linee e superficì, nella seconda sono esposti elementi di teoria delle permutazioni con applicazione, nella terza parte, alle funzioni simmetriche semplici e successiva dimostrazione delle formule ricorrenti di Newton per le somme delle potenze simili delle radici di un'equazione; Considerazioni intorno ai differenti metodi di esposizione del calcolo differenziale, e teorema generale per la determinazione dei differenziali delle funzioni continue, ibid., pp. 208-225; Del calcolo sublime, in Annali delle scienze del Regno lombardoveneto, I (1831); Dello sviluppo delle funzioni in serie, ibid.; Dell'analogia del calcolo, ibid., II (1832); Sopra la nuova cometa, ibid.; Sopra un principio di generale applicazione nel calcolo differenziale, ibid., III (1833); Sopra la integrazione delle equazioni lineari, ibid., V (1835); Delle proiezioni e delle equipollenze, ibid., VII (1837).
Pure di questi anni è un notevole opuscolo dei C. su alcuni problemi metodologici relativi alla demografia, intitolato Pensieri sopra l'applicazione del calcolo al movimento della popolazione, Padova 1831:opera singolare, questa, nel panorama generale della saggistica demografica italiana della prima metà dell'Ottocento improntata più a considerazioni idealistico-filosofiche e irredentiste che a questioni di metodologia statistica, e che, pure nei limiti della divulgazione scientifica entro cui l'opera fu concepita, contribuì - secondo il Pietra - a determinare un indirizzo matematico e scientifico negli studi demografici italiani della seconda metà dei secolo.
Gli anni '40, gli anni del culmine della Cosiddetta "mania ferroviaria", impressero una netta svolta alla produzione scientifica del C., fin qui improntata, essenzialmente, alla ricerca matematica; in tale periodo i lavori del C. ebbero come oggetto precipuo d'indagine quei settori in fieri dellafisica direttamente, o indirettamente, connessi con la tecnologia ferroviaria: quali la termodinamica, la geodesia, ecc. Tra essi menzioniamo: Proposta di un manometro, che oltre alle ordinarie indicazioni, può dare la media tensione del vapore per un dato tempo di lavoro della macchina, in Atti delle adunanze dell'I. R. Istituto veneto di scienze, lettere ed arti, s. 1, II (1841-1843), pp. 419-24; Rapporto sul modo più opportuno, con cui riproporre il quesito intorno alla tensione dei vapore, ibid., IV (1944-45), pp. 175-84; Un facile criterio e qualche semplice regola per procedere con esattezza nella livellazione topografica, in Memorie dell'I. R. Istituto veneto di scienze, lettere ed arti, II (1845), pp. 131-69; Intorno al calcolo dell'azione dinamica del vapore nella locomotiva, avuto riguardo alle circostanze della processione, ibid., IV (1852), pp. 133-200 (Postumo).
Altro aspetto, non secondario, dell'attività scientifica del C. fu il suo costante interesse per la divulgazione scientifica e l'istruzione elementare, cui attese sia con articoli apparsi sul Giornale astrometeorologico e sul Giornale euganeo, sia con pubblicazioni di scritti scientifici specifici rivolti al grosso pubblico quali, oltre al succitato opuscolo, Idea generale della locomotiva esposta con metodo progressivo (Padova 1846), sia con la compilazione di testi per la scuola secondaria come Aritmetica elementare esposta con metodo progressivo (ibid. 1836) e Algebra elementare, che affidò per testamento in forma manoscritta ad un collega (Domenico Turazza) perché ne curasse la pubblicazione (cfr. M. Trieste, p. 128).
Membro effettivo dal 1840 dell'Istituto veneto di scienze, lettere ed arti, il C. fu altresì socio degli atenei di Treviso e di Brescia, nonché dell'Accademia agraria di Verona. Nel 1842 fu stabilmente designato in qualità di professore ordinario alla cattedra di matematica applicata nell'università di Padova; qui, nel settembre dello stesso anno, prese parte ai lavori della IV riunione degli scienziati italiani.
Morì a Padova il 23 apr. 1849.
Fonti e Bibl.: I. Cantù, L'Italia scientifica contemporanea..., Milano 1894, p. 146; G. Venanzio, Discorso sulla vita e sulle opere dei membri effettivi, mancati a' vivi nel biennio 1848-1849, in Atti delle adunanze dell'I. R. Istituto veneto di scienze, lettere ed arti, s. 2, 1 (1850), pp. 106-113; M. Trieste, C. C., in Mem. funebri antiche e recenti raccolti dall'ab. Gaetano Sorgato, Padova 1856, I, pp. 127-133; G. A. Galvani, Degli illustri professori dell'I. R. Univers. di Padova morti dal maggio 1847 a tutto dicembre 1849, Padova 1860, pp. 14 ss.; Nuova Enciciopedia Italiana (6 ediz. a cura di G. Boccardo), VI, Torino 1878, p. 402; G. Pietra, Metodologia statistica, in Un secolo di progresso scient. ital. 1839-1938, Roma 1939, I, sez. A-2, pp. 282 ss.; J. C. Poggendorff, Biographisch-literarisches Handwörterbuch..., I, p. 474.