CONTI ROSSINI, Carlo
Nacque a Salerno il 25 apr. 1872 da genitori piemontesi, Gaudenzio, ingegnere del genio civile, e da Vittoria Vaudagnotti. Mortogli il padre, egli entrò diciannovenne nell'amministrazione dello Stato come impiegato, mentre studiava legge all'università di Roma, dove si laureò nel 1894. La sua carriera di funzionario lo portò a posti di ragguardevole responsabilità: direttore degli Affari civili (cioè segretario generale) del governo dell'Eritrea dal 1900 a metà del 1903 (in Eritrea era stato inviato nel 1899); rappresentante del Tesoro dello Stato a Parigi dal 1907 al 1910; segretario generale per gli Affari politici e civili in Tripolitania dal marzo (o aprile) 1914 fino all'ottobre 1915; direttore generale al ministero del Tesoro dal 1917 al 1925, e partecipe, dal 1915 al 1918, alle trattative finanziarie internazionali connesse con la guerra del 1915-1918; consigliere di Stato nel 1925. Va ricordata anche la carica di vicepresidente della Banca nazionale del lavoro, ricoperta per lunghi anni, e poi di presidente nel 1943, per brevissimo periodo.
Se gli interessi del C. per il diritto e la finanza furono connessi con la sua professionalità di funzionario, i suoi studi di lingua e storia etiopiche, sistematicamente condotti per tutta la vita, raggiunsero risultati fondamentali. In questo settore ebbe i seguenti riconoscimenti: professore incaricato per l'insegnamento della storia e lingue d'Abissinia nell'università di Roma dal 1920 (Succedendo al Guidi, che aveva lasciato nel 1991 per limiti d'età) fino al 1949; nel 194 socio corrispondente e nel 1921 socio nazionale dell'Accademia dei Lincei (poi nel 1939 membro dell'Accademia d'Italia, in seguito alla fusione con questa dell'Accademia dei Lincei); nel 1948 vicepresidente della ricostituita Accademia dei Lincei; nel 1947-1949 vicepresidente dell'Istituto italiano di antropologia. Fu membro di molte accademie e istituzioni scientifiche italiane e straniere.
Morì in Roma il 21 ag. 1949.
La sua pregevole raccolta di monete ellenistico-romane ed etiopiche antiche, insieme alla sua biblioteca furono donate per testamento all'Accademia dei Lincei.
Ancora al ginnasio il C. aveva studiato il copto su una grammatica trovata nella Biblioteca comunale di Chieti. Passato a Roma agli inizi del liceo, cominciò nel 1890, con l'inizio degli studi universitari, a frequentare come discepolo Ignazio Guidi - del quale ripeterà il rigoroso indirizzo - a cui dal 1885 era stato affidato anche l'insegnamento di storia e lingue d'Abissinia all'università di Roma. Sulla sua decisione di dedicarsi agli studi etiopici incise anche l'impresa italiana in Africa, che portò alla creazione della colonia Eritrea, con tutto il vivace fermento suscitato, e che il C. sentì con pienezza di cittadino. Quando questi vi entrava, gli studi etiopici in Europa avevano avuto una notevole ripresa, con poderosi contributi intesi a ricostruire la storia etiopica nel suo complesso, in particolare quella delle origini, con speciale attenzione al campo vastissimo delle lingue. H. Zotenberg, A. Dillmann, R. J. Halévy furono fra i maggiori che precedettero immediatamente il C.; in questo solco, nel quale il Guidi andava producendo studi essenziali, il C. abbracciò l'intero arco dell'etiopistica con particolare, eccezionale competenza: lingue semitiche e non semitiche, giottologicamente e filologicamente indagate, testualmente studiate e possedute come strumento concreto di espressione; studio del materiale documentario manoscritto in quelle lingue, con versioni e commento esegetico di straordinaria ampiezza e penetrazione; redazione di cataloghi delle opere manoscritte (quello della collezione D'Abbadie alla Biblioteca nazionale di Parigi, ispirato certamente anche al modello offerto dallo Zotenberg per i manoscritti etiopici della stessa biblioteca, è un lavoro magistrale, le cui pagine introduttive offrono un trattatello di paleografia e di storia àella pittura etiopica, e nel quale veniva data notizia dei "camets de voyage" del D'Abbadie, dal C. identificati. e "scoperti" in quella collezione); paleografia; archeologia; epigrafia; geografia storica (cui dedicò lavori fin dall'inizio); toponomastica; numismatica; etnologia (si veda il piccolo gioiello che è la breve memoria Sulle misure di capacità tigrine, del 1943); paremiologia; letteratura (sia di tradizione scritta che orale); arte; cronologia; astrologia; diritto delle genti etiopiche. li C. vi affiancò lo studio approfondito del sudarabico antico e della relativa epigrafia e monumenti sudarabici, producendo, tra l'altro, quella Chrestomathia Arabica meridionalis epigraphica (Roma 1931), divenuta un classico e uno strumento indispensabile, preceduta da una silloge di brani di scrittori greci e latini riguardanti l'Arabia meridionale. In questa produzione spicca una peculiarità, che distinse il C.: la raccolta di testi in lingua della tradizione locale (storica, giuridica, culturale), effettuata direttamente sui luoghi. A testimoniare l'impronta duratura da lui segnata in questa direzione bastano i suoi Studi su popolazioni dell'Etiopia (Roma 1914; raccolta di scritti che vanno dal 1910 al 1913), il volume Proverbi, tradizioni e canzoni tigrine (ibid. 1941, ma la premessa è del dicembre 1938; contiene anche un saggio sulla tradizione orale come fonte di storia), e quell'altro classico Principi di diritto consuetudinario dell'Eritrea (ibid. 1916), che costituì un vero trattato giuridico e storico di quel diritto, un modello cui si guarda ancora oggi come fonte per la conoscenza della vita sociale delle genti interessate.
Tra gli altri contributi di singolare rilievo sta, da un lato, l'edizione e lo studio dei testi della letteratura etiopica di lingua semitica, che gli consentì di portare la grezza materia annalistica oppure omiletica agiografica al livello di testo e fonte storica di insospettato valore, e, dall'altro, il lavoro linguistico, che, mentre conduceva avanti in modi descrittivi e comparativi lo studio delle lingue agaw, su cui primariamente parve impiantarsi il semitico d'Etiopia, riusciva altresì a tratteggiare con sicurezza i lineamenti delle lingue cuscitiche e non cuscitiche del sud-ovest etiopico, sempre cercando di ricostruire contemporaneamente la fisionomia storica delle singole genti cui esse appartengono.
All'inizio della carriera di studioso del C. stanno quelle Note per la storia letteraria abissina (consegnate alle stampe nel 1899), che mostrano la sua esigenza di v.sione rintetica. Proprio insieme a quelle Note nasceva nel C. il piano della Storia d'Etiopia il cui primo volume avrebbe veduto la luce venticinque anni più tardi (è del 1925 la consegna alle stampe del manoscritto), riguardata come la visione finora più organica della storia civile e culturale delle genti etiopiche (il secondo volume è inedito fra le sue carte).
In questa ricerca storica integrale il C. sentì l'importanza fondamentale che aveva l'archeologia. A lui si deve il primo tentativo, andato a vuoto per motivi esterni. di scavì archeologici sistematici nel Tigrè. Nella ricerca archeologica lavorò continuamente, appena ne potesse cogliere elementi diretti e indidiretti, e ad essa spronò altri (una spedizione da lui ideata con fini archeologici avrebbe dovuto avere luogo intorno al 1940, ma fu impedita dal precipitare degli eventi). Ancora nell'ambito dello studio totale della tradizione culturale dell'Etiopia semitica e cristiana debbono menzionarsi i suoi scritti concernenti i Falascià, i cosiddetti "giudei d'Abissinia", che costituiscono nel loro insieme come una monografia esauriente e informatissima di quel singolare e problematico gruppo di genti etiopiche.
Né si può passare sotto silenzio l'insieme delle sue bibliografie etiopiche, di cui la prima risale al 1897, con le quali intendeva offrire il panorama ragionato della produzione scientifica e una guida per seguirne il progressivo sviluppo, al quale egli contribuì anche con la fondazione (inutilmente vagheggiata per lunghi anni in precedenza) nel 1941 della Rassegna di studi etiopici.
L'elenco dei suoi scritti è nella Bibliografia curata da M. Nallino in Oriente moderno, XXIX (1949), 7-9, pp. 103-112, che comprende anche le recensioni. Solo qualche titolo minore risulta omesso: per tre di questi vedasi J. Simon, Bibliographie éthiopienne I - (1946-1957), in Orientalia, n.s., XXI (1952), 1, p. 51 n. 28; 2, pp. 215 n. 280, 221 n. 348; a p. 215 n. 281 si trovano le indicazioni bibliografiche complete dell'articolo che al n. 200 della Bibliografia è citato solo come "in corso di stampa". Inoltre si aggiunga: C. Conti Rossini, La lingua tigrai o tigrina, in Mauro da Leonessa, Grammatica analitica della lingua tigray, Roma 1928, pp. VIIXII (Introduzione); D. Brielli, Ricordi storici dei Uollo (con note di C. Conti Rossini), in Studi etiopici raccolti da C. Conti Rossini, pubblicazioni dell'Istituto per l'Oriente, Roma 1945, pp. 78-110.
Nella Bibliografia va poi colmata o rettificata qualche leggera svista: al n. 11, la data di pubblicazione dello scritto, mancante, è 1896; al n. 53, Aksumae è Axumae;al n 60 Bibliografia abissina va rettificato in Abissinia, e così, al n. 71, Bollettino bibliografico va eliminato e rettificato in VI; al n. 61, 1911 è 1912, e p. 372 va rettificata in 378. Quanto al titolo Di alcune recenti pubblicazioni sull'Etiopia, in Oriente, II, pp. 202-209, figurante in C. Conti Rossini, Gli studi etiopici in Italia nel primo cinquantenario di vita nazionale (1861-1911), in Rivista degli studi orientali, V (1913), p. 8, e citato come tale in opere dell'epoca (p. es., R. Basset, Histoire de la conquite de l'Abyssinie, I, 1897, p. 450 n. 3; I. Guidi, La cronaca di Galâwdêwos..., 1902, p. 111 n. 4), e altrove, deve trattarsi di quello dato alla raccolta (Roma 1897), estratta da L'Oriente (Roma-Napoli), di quattro recensioni del C. pubblicate una di seguito all'altra (nell'ordine: Malmusi, Conzelman, Schleicher, Reinisch) su quel periodico, sotto la rubrica "Notizie filologiche e letterarie", II (1895-1896), 3-4) pp. 201-209, e tutte elencate nella citata Bibliografia sotto i singoli nomi degli autori recensiti, disposti in ordine alfabetico (il Reinisch è l'autore dell'opera Die Bedauye-Sprache ...), con l'avvertenza che la oscillazione, che vi si osserva, circa le date di stampa da un titolo all'altro deve, essere corretta secondo l'indicazione bibliografica del periodico riportata con precisione qui sopra; e si noterà altresì, nei riguardi del titolo Di alcune pubblicazioni..., ricordato sopra, che la numerazione delle pagine andrà emendata in 201-209, anziché 202.
Fonti e Bibl.: Per la biogr. del C. si tengano presenti i necrologi: in Oriente moderno, XXIX (1949), 7-9, pp. 93-102; in Riv. di antropologia, XXXVIII (1950), pp. 3-15 (che utilizza anche "note autobiografiche" del C.); in Accademia naz. dei Lincei, Problemi attuali di scienza e cultura, Roma 1950, pp. 3-15. Si aggiunga L. Ricci, Presenza di un maestro - C. C. R., in Rass. di studi etiopici, XXV (1971-1972), pp. 5-13 e C. Conti Rossini, Pubblicaz. etiopistiche dal 1936 al 1945, ibid., IV (1944-1945), p. 129, nn. 819-821.