COMBI, Carlo
Nacque a Capodistria il 27 lugliò 1827 da Francesco e da Teresa Gandusio.
Francesco, di famiglia d'origini lombarde già ascritta al Consiglio dei nobili della città, figlio dell'avvocato Carlo, era nato il 27 agosto 1793.Laureatosi in giurisprudenza a Padova, esercitò la professione in patria, ricoprì per un quarantennio l'incarico di consigliere comunale e fu più volte podestà di Capodistria fra il 1848 e il '66. Si ricordano di lui articoli di storia economica, liriche e traduzioni - come quella delle Georgiche di Virgilio, molto apprezzata dal Tommaseo, che il figlio pubblicò postuma (Venezia 1873), premettendovi una sentita introduzione Della vita e degli scritti di F. Combi - ed il poemetto Alopigia (di cui solo un frammento venne edito, nella Porta orientale [Trieste] I [1857] pp. 24-29), sulle saline istriane. Sospettato dalle autorità austriache per l'attività patriottica, raggiunse nel '69 il figlio a Venezia, dove morì il 16 sett. 1871.
Il C., percorsi gli studi nel ginnasio latino-tedesco a Capodistria (1838-41), conclusi poi nel '44 a Trieste dove il ginnasio era stato trasferito, dopo il liceo a Padova si iscrisse in quella università agli studi politico-legali. Era a dozzina presso il suo padrino V. De Castro, professore di estetica nello Studio, quando questi, per motivi politici, venne privato della cattedra (febbraio 1848). Il C. lasciò con lui Padova per Milano, dove collaborò nel periodo rivoluzionario ai giornali patriottici fondati dal De Castro, e dopo la controffensiva austriaca sempre con il De Castro si rifugiò a Genova, dove collaborò al Corriere mercantile e al Giovinetto. Nel settembre del '49 fece ritorno a Milano, dove collaborò all'Educatore e ad altri giornali; ritrasferitosi a Genova, vi si laureò in legge nell'agosto 1850. Solo nel '51 tornò in Istria, rifiutato un incarico di assistente di filosofia a Padova per non giurare fedeltà al governo. Pubblicò alcune poesie satiriche sul Popolano dell'Istria, che usciva a Trieste diretto da M. Fachinetti, e collaborò all'Eco di Fiume di E. Rezza. Per farsi riconoscere la laurea conseguita nel Regno di Sardegna dovette ripeterne gli esami a Pavia (19 maggio 1853); iniziò poi la pratica d'avvocatura nello studio paterno.
Dava alle stampe un Saggio di storia antica per la gioventù (Trieste 1853) e collaborava al Dizionario corografico dell'Europa, diretto da V. De Castro (Milano 1853); pubblicava poi componimenti poetici in due raccoltine in onore dell'Immacolata Concezione (Trieste 1855). Presa l'abilitazione all'esercizio dell'avvocatura, per due anni nello studio triestino dell'avv. G. Millanich fece pratica di cause commerciali e marittime, poi dal '56 passò nello studio paterno. Nell'autunno dello stesso anno accettò l'insegnamento di lettere italiane e storia nel liceo di Capodistria, e nei tre anni successivi si fece iniziatore d'una importante strenna annuale, redigendone articoli di storia: la Porta orientale (Fiume 1857-59). Iniziò pure un'attività politica come membro della rappresentanza comunale di Capodistria, dove promosse tra l'altro la fondazione di scuole serali, e come membro del Comitato nazionale segreto per Trieste e l'Istria. Con ordinanza del 3 sett. 1859 la luogotenenza del Litorale lo escluse dal servizio nel liceo di Capodistria; in quei giorni il C. promuoveva - dopo i preliminari di pace di Villafranca - le adesioni alla richiesta dei comuni dell'Istria, di ottenere dall'Austria l'aggregazione al Veneto e alle sue sorti.
Accanto all'azione palese, si allargava quella clandestina. Sulla Rivista contemporanea di Torino (settembre 1860-giugno 1861) compariva anonimo un suo saggio sull'Etnografia dell'Istria, mentre iniziava la collaborazione a La Perseveranza di Milano. In Istria strinse legami con patrioti e politici, collaborò a L'Istriano di Rovigno, e fu al centro dell'accordo fra i deputati alla Dieta per respingere l'elezione di due rappresentanti provinciali al Consiglio dell'Impero. Emigrato in Piemonte il patriota albonese T. Luciani, il C. mantenne con lui un'attiva corrispondenza e coordinò l'azione locale secondo le direttive degli emigrati politici. Sul Politecnico di Milano (XIII [1862], pp. 112-87) pubblicò uno studio su La frontiera orientale d'Italia e la sua importanza, e collaborò con dei versi alla raccolta Istria e Trieste, memorie e speranze (Milano 1862). Nel novembre aveva abboccamenti segreti a Torino con A. Cavalletto e con S. Tecchio, rispettivamente segretario e presidente del Comitato politico centrale veneto; nell'ottobre dell'anno seguente incontrava a Trieste il deputato piemontese C. Boggio, giunto in missione politica. Informazioni precise sulle condizioni dell'Istria e sulle aspirazioni nazionali unitarie sono negli scritti di questi anni: l'ampia monografia L'Istria e le Alpi Giulie pubblicata in parte sull'Annuario statistico italiano (II, Torino 1864), il monumentale e tuttora utile Saggio di bibliografia istriana (Capodistria 1864), la raccolta delle Poesie e prose di M. Fachinetti con una introduzione biografica (Capodistria 1865), lo studio pubblicato anonimo sull'Importanza della Alpe Giulia e dell'Istria per la difesa dell'Italia orientale, sulla Rivista contemporanea di Torino (aprile 1866).
Dopo le dimostrazioni celebrative del sesto centenario della nascita di Dante e la fondazione della Società del soccorso, l'attività del C. a Capodistria fu bruscamente troncata dal bando che, alla vigilia della guerra fra l'Italia e l'Austria, gli venne intimato dalle autorità austriache. Dovette lasciare l'Istria, e il 17 giugno si recò per il Tirolo e la Svizzera in Lombardia. Messosi a disposizione del governo italiano, riallacciò i contatti con gli amici politici, in particolare con gli emigrati A. Cavalletto e T. Luciani, e venne chiamato al quartier generale dell'esercito "per le indicazioni più opportune rispetto a Trieste e all'Istria, riguardo alle quali egli era stato il somministratore di tutti i dati che i ministeri avevano chiesti col mezzo del comitato centrale veneto" (Schizzo autobiografico, p. 4). Ebbe pure un incontro con A. Depretis, allora ministro della Marina, che gli manifestò le sue simpatie per le aspirazioni unitarie degli Istriani. Prima e dopo gli insuccessi bellici, il C. operò instancabilmente a Firenze e a Padova per la causa della Venezia Giulia. Pubblicò l'Appello degli Istriani all'Italia (Firenze 1866), gli Atti del Comitato triestino istriano (Milano 1866), l'opuscolo I più illustri istriani ai tempi della veneta Repubblica (Padova 1866), e una serie di articoli sull'Istria su L'Antenore di Padova. Infine, svanite le immediate speranze, chiese lo svincolo dalla sudditanza austriaca (28 novembre), deciso a vivere in Italia come cittadino a pieno diritto per propugnare gli interessi delle terre adriatiche irredente.
Alla fine del '66 prese dimora a Venezia; nella primavera del '67 fu presentato candidato dell'emigrazione giuliana nel collegio di Thiene, ma non vi fu eletto nonostante il chiaro programma basato sul principio nazionale e monarchico-costituzionale, favorevole al decentramento amministrativo e a radicali riforme tributarie. Svolse allora attività giornalistica, collaborando alla Gazzetta del popolo di Firenze, a La Provincia di Capodistria (dove si reco per brevi soggiorni da cittadino italiano) e assumendo la direzione del Corriere della Venezia (Venezia, gennaio, 1868). Vinta per concorso la cattedra di diritto civile alla scuola superiore di commercio di Venezia (autunno 1868), convinse i genitori e le sorelle a stabilirvisi (maggio '69). Lo raggiunse nel '71 il fraterno amico T. Luciani, e l'opera dei due emigrati politici continuò più concorde che mai. Connessi all'attività di docente sono Del vagantivo nel Veneto (Milano 1873), Degli studi sulla questione lagunare (ibid. 1875), Della vita e degli scritti di Iacopo Valvasone da Maniago (Venezia 1876). Fu eletto nel consiglio di amministrazione, dell'istituto "Coletti", nell'Istituto veneto di scienze, lettere ed arti (dove lesse il discorso Della rivendicazione dell'Istria agli studi italiani, 17 dic. 1877) e nella rappresentanza comunale di Venezia, dove tenne per poco più d'un anno (1878-79) l'assessorato alla Pubblica Istruzione e si occupò fra l'altro del riordinamento del Museo Correr. Adoperatosi con G. Baseggio e T. Luciani a ricomporre i comitati di rappresentanza e d'azione per Trieste e l'Istria, l'attività di irredentista (peraltro nell'ala moderata e monarchica) gli attirò un nuovo definitivo bando dall'Austria (gennaio 1879).
Pubblicò la monografia Di Pier Paolo Vergerio il Seniore da Capodistria e del suo epistolario (Venezia 1880) e, anonimo, il capitolo "La soluzione" per il volume di P. Fambri La Venezia Giulia (ibid. 1880). Attivo nell'amministrazione della Congregazione di Carità, rieletto rappresentante comunale, collaborò per la parte riguardante la Venezia Giulia al Saggio dicartografia della regione veneta edito dalla Deputazione di storia patria in occasionedel III congresso internazionale di geografia (Venezia 1881), e pubblicò la lettera Ai giovani istriani del circolo Vittorio Emanuele (Bologna 1882). Si schierò contro l'estradizione all'Austria dei compagni di congiura di G. Oberdan, e nell'84 sostenne il comitato promotore della fondazione della Società istriana di archeologia e storia patria.
Morì a Venezia l'11 sett. 1884. La celebrazione delle esequie predisposta il 18 seguente nel duomo di Capodistria fu proibita dalle autorità austriache. Da Venezia i resti del C. e dei familiari saranno traslati a Capodistria nel maggio 1934.
Uno Schizzo autobiografico del C. è stato pubblicato in Pagine istriane, n. s., I (1922), pp. 3 ss.; l'Epistolario a Venezia nel 1960, a cura di G. Quarantotti.
Fonti e Bibl.: Necr. in La Provincia dell'Istria, XVIII(1884), n. 18; La Perseveranza, XXVI (1884), n. 8979; Riv. stor. ital., I (1884), 4, pp. 812 s.; Arch. veneto, n. s., XXVIIII (1884), 2, p. 262; Archeografo triestino, XI (1884), pp. 221 s.; Atti dell'Ist. ven. di sc., lett. ed arti, s. 6, III (1884-85), pp. 355-402. Cfr. inoltre: I. Bernardi, Di F. Combi giustinopolitano e dellasua traduz. delle Georgiche di Virgilio, in Atti dell'Ist. ven. di scienze, lett. ed arti, s. 5, VII (1881-82), 2, pp. 847-91; Id., Parole dette... nei solennifunerali... in mem. del compianto prof. C. C., Venezia 1884; V. De Castro, Della vita e delleopere di C. C. istriano, Milano 1884; P. Tedeschi, Commemorazione di C. C., Capodistria 1885; M. T.[amaro], C. C., in Annuario biogr. universale, Torino 1885, dispense 5-6; A. Fradeletto, LaR. Scuola sup. di commercio in Venezia, Venezia 1911, pp. CXXI ss.; G. Quarantotti, C. C. discorso commemorativo, Capodistria 1919 (poi in Figure del Risorg. in Istria, Trieste 1929, pp. 109-135); A. Anzilotti, Italiani e Iugoslavi nel Risorg., Roma 1920, pp. 111-17; F. Salata, T. Luciani e C. C., in Pagine istriane, n. s., II (1923), 1-2, pp. 97-107; G. Quarantotti, C. C. letter. ederudito, in Atti e mem. della Soc. istriana diarcheol. e storia patria, XXXIX (1927), 2, pp. 271-92; B. Benussi, C. C. nella storiogr. istriana, in Atti dell'Ist. veneto di sc., lett. ed arti, LXXXVII (1928), 2, pp. 615-35; G. Quarantotto, La "Porta orientale" di C. C., in La Porta orientale, I (1931), 1, pp. 9-21; Id., C. C. e il Liceo-ginnasio di Capodistria, spigolature d'archivio, ibid., V (1935), pp. 513-23; C. De Franceschi, L'attività dei comitati polit. di Trieste e dell'Istriadal 1859 al 1866, in Atti e mem. della Societàistriana di archeol. e storia patria, n. s., I (1949), pp. 134-38; M. Corelli, C. C., in Pagine istriane, s. 3, I (1950), 4, pp. 212-16; A. Benedetti, Alcune lett. ined. di C. C., ibid., s. 3, VI (1955), 22, pp. 49-54; G. Stefani, Cavour e la VeneziaGiulia, Firenze 1955, passim; Id., La lirica ital. e l'irredentismo, Bologna 1959, pp. 24 s.; A. Tamborra, Cavour e i Balcani, Torino 1958, pp. 99, 209-12; S. Cella, Alcuni docum. dell'emigrazione polit. giuliana, in Atti e mem. della Soc. istriana di archeol. e storia patria, n. s., XV (1967), pp. 151-65; G. Quarantotti, Istria risorgimentale, II, Giudizi dell'Austria sui maggioriesponenti istriani del principio unitario, ibid., n. s., XVII (1969), pp. 154-68; Scritti sul problema veneto e il confine orientale (1859-1871), a cura di R. Giusti, Venezia 1971, pp. XXXVIII-XLIII, LI-LIV; F. Semi, Capodistria, Trieste 1975, p. 235; M. Grillandi, Emilio Treves, Torino 1977, pp. 41 s.