CECCHELLI, Carlo
Nacque a Roma, probabilmente nel primi anni del sec. XVII; le prime notizie provengono dagli antichi registri gesuitici dei musicisti al servizio della Compagnia (cfr. Culley) e risalgono al 1637, anno in cui fu assunto al Collegio Germanico in Roma come "cantore" o "musico" con stipendio mensile fisso fino al febbraio del 1639. Dal mese seguente vi occupò il posto di "musico et organista del secondo choro" con salario continuo fino alla fine del novembre 1640.
Nel 1641 il C. lasciò l'attività romana, forse perché nel giugno era stato chiamato a Tivoli come maestro di cappella della cattedrale, carica che mantenne fino all'ottobre dell'anno successivo. La stessa mansione esercitò negli anni 1645-46 contemporaneamente nel Seminario Romano e nella chiesa del Gesù sempre a Roma e, dal 1646 al 10 sett. 1649 (pur non lasciando l'incarico al Seminario Romano), nella cappella Liberiana di S. Maria Maggiore.
Nella cappella Liberiana il C. non dovette essere molto benvoluto e stimato. Nei registri di conti della cappella è infatti menzionato molto meno degli altri compositori e se ne deduce, o che gli dessero volutamente pochi incarichi, preferendo altri a lui, o, cosa più probabile, che lo stesso C. fosse in quegli anni poco incline a lavorare su commissione. Dei primi due anni di attività troviamo infatti solamente tre note di pagamento: di diciannove scudi e mezzo nel Natale del 1646, probabilmente per una recita sacra; nella Pasqua del 1647 per la processione di S. Marco e nello stesso anno per qualche mansione svolta nelle esequie dell'infante Baldassarre Carlo.
Del 16 apr. 1648 è una nota molto significativa: "Fu licenziato il maestro di cappella Cechelli per la sua inabilità e poco merito al servitio della chiesa usandogli però qualche tempo per habilità dipotersi provvedere cioè un paro di mesi al più altrimenti si mandi via", ed infatti qualche grave provvedimento dovette esser preso nei confronti del C., se per tutto il 1648 non si cita affatto il suo nome, nemmeno per le innumerevoli e importanti funzioni del Natale a cui lavorarono un'infinità di compositori, grandi e piccoli.
Ma la lezione dovette servirgli se, non sappiamo come, nel 1649 riuscì a ottenere altri incarichi nella cappella Liberiana; questo fu infatti un anno, contrariamente ai precedenti, di attività intensa e proficua: il C. lavorò a composizioni per la processione di S. Marco e per la Pasqua; in maggio pagò un suo "operaio" per le funzioni delle feste di Maria e della Madonna della neve; il 29 settembre fu pagato per il vespro di quel giorno e per musiche per il giorno della Natività della Madonna.
Dal 1º sett. 1651 al 17 ag. 1653 il C. fu maestro di cappella nella S. Casa di Loreto; qui succedeva a E. Rossi, ristabilendo così la tradizione che voleva si chiamassero a Loreto principalmente maestri romani.
Il canonico F. de Silvestris, nelle sue raccolte, pubblicate a Roma tra il 1645 e il 1664,di sacrae cantiones ad una e più voci composte "ab excellentissimis musicis auctoribus suavissimis modulis", cita il C. accanto ad autori ben più noti di lui, quali F. Foggia, S. Durante, A. M. Abbatini, G. Carissimi, C. Lancia, G. Marciani, S. Fabri, O. Benevoli e molti altri. Fanno parte di queste raccolte varie composizioni del C, principalmente mottetti, tra cui, in quella del 1645,a 4 voci: Isti sunt triumphatores, Intenderunt arcum, Peccaverunt; a 2 voci: Agite dies laetitiae; a 3 voci: Gaudent in coelis; nella raccolta del 1647, a 4 voci: O admirabile commercium e Ecce qui mortis e un'antifona a 3 voci: Salve Regina; nella raccolta del 1649, a 3 voci: Ecce Deus noster, ad alto tenore e basso, e in quella del 1664, a 2 voci: O si quis mihi. Compose inoltre la musica per il prologo e i cori della tragedia S. Ermenegildo Martire, del card. Sforza Pallavicino, rappresentata al Seminario Romano durante il carnevale del 1644dai convittori e da essi dedicata al card. Francesco Barberini (pubbl. a Roma in quell'anno); una messa pubblicata a Roma nel 1651 in una raccolta di quattro, messe curata dallo stesso de Silvestris; nove composizioni varie pubblicate in altre raccolte contemporanee; un'arietta per voce sola Fra mille fiamme, e una a 2 voci Quando Amor si tien (in Ariette di musica, Bracciano 1646); i madrigali Io rido, io rido Amanti, Se la doglia è'l martire (in Basso continuo..., Roma 1652); Mori mori mio cor, Belle ha le perle (in Alto florido concento, ibid. 1653).
Del C. si sa anche che fu suo allievo C. Valentini, canonico di Rieti, e che, durante il ministero lauretano, arricchì la biblioteca della S. Casa coi libri di musica preferiti, fatti venire appositamente da Roma, tra cui gli Inni Novi di G. P. da Palestrina e il Magnificat di F. Soriano nel 1652.
Sempre a Loreto, al C. successe Giovanni Morese (o Moresi) fino al 24 apr. 1656 e a questo il frate agostiniano Carlo Bonetti dal 1656 al 1667. Nei registri della S. Casa al 1ºdic. 1656, al 1ºgenn. e 1ºnov. 1657 invece del nome del Bonetti ricompare quello del C., cosa che fa supporre un impiego saltuario di quest'ultimo, quando per qualche necessità il Bonetti doveva assentarsi dal proprio ufficio.
Ignoti sono il luogo e l'anno di morte del C., avvenuta probabilmente subito dopo il 1657, poiché mancano da questo momento ulteriori notizie.
Il C. ebbe un figlio, Domenico Maria, che, evirato, diventò un eccellente e richiestissimo cantante di fama internazionale; nacque probabilmente nel 1641, dato che da quegli stessi registri risulta che nel 1657 cominciò a cantare nel coro del Collegio Germanico e che aveva allora circa sedici anni.
Fonti e Bibl.: Roma, Arch. della Cappella Liberiana in S. Maria Maggiore: Registri dell'anno 1646: Natale; 1647: Pasqua, ed Esequie del figlio del re di Spagna (senza data); 1648: 16 aprile; 1649: processione di S. Marco (senza data), Pasqua, 26 maggio, festa della Madonna della Neve (senza data), 29 settembre; Ibid., Catal. di musica esistente nell'archivio grande della Patriarcale Basilica Liberiana [1831]; Salmiper li Vespri (senza paginatura); Ibid., Invent. delle carte di musica e libri stampati che si conservano nell'arch. della Sacrosanta Basilica di S. M. Maggiore di Roma, fatto ... nell'anno 1803, p. 89 (Salmi di diversi autori); G.Baini, Mem. storico-critiche della vita e delle opere di G. P. da Palestrina, I,Roma 1928, p. 365 n. 440; G. Gasparii Catal. della Bibl. del Liceo musicale di Bologna, Bologna 1890, II, pp. 361-364; G. Radiciotti, L'arte music. in Tivoli nei secc. XVI-XVII e XVIII, Tivoli 1907, pp. 36 s.; G.Tebaldini, L'arch. musicale della cappella Lauretana …, Loreto 1921, pp. 109 s.; R. Casimiri, Disciplina musicale e maestri di cappella dopo il concilio di Trento nei maggiori istituti eccles. di Roma in Note d'arch. per la storia musicale, III(1938), p. 99; A. Davidsson, Catal. critique et descriptif des imprimés de musique des XVIe et XVIIe siècles conservés à la Bibl. de l'Université Royale d'Upsala, III,Uppsala 1951, p. 139; Répertoire intern. des sources musicales. Recueils imprimès XVI-XVII siècles, I, pp. 517, 519, 521, 523 s., 528-30, 544; E. Vogel, Bibliothek der gedruckten weltlichen Vocalmusik Italiens, Hildesheim 1962, II, pp. 515 ss.; R. Eitner, Bibl. der Musik-Sammelwerke des XVI und XVII Jahrhunderts, Hildesheim 1963, p. 458; E. Bohn, Bibliogr. der musik. Druckwerke bis 1700, Hildesheim 1969, p. 99; Th. D. Culley, Jesuits and music, I,Roma 1970, pp. 221 s. (per il figlio Domenico Maria), 231 s., 249, 264; F.-J. Fétis, Biog. univ. des musiciens, II, p. 233; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, Suppl., p. 178; R. Eitner, Biogr-bibliogr. Quellen Lex. der Musiker, I, p. 386; Enc. della musica Ricordi, I, p. 444; La Musica, Diz., I, p. 376.