CASSOLA, Carlo
Nacque a Positano, nella provincia di Salemo, il 27 aprile 1879 da Michele e da Emesta Sellitti. Dopo essersi laureato nella facoltà di giurisprudenza della università di Napoli, egli iniziò, sotto la guida di Augusto Graziani, del quale sposerà poi la figlia, le tappe della carriera universitaria. Dapprima insegnò economia politica all'istituto tecnico di Caserta, quindi, dal 1913, scienza delle finanze all'università di Perugia. In questa sede fu dapprima preside della facoltà di giurisprudenza e quindi rettore dell'ateneo. Fu, successivamente, chiamato a ricoprire la cattedra di economia politica nella facoltà di giurisprudenza delle università di Cagliari e di Messina. Ebbe ancora l'insegnamento di scienza delle finanze nell'università di Pisa, e infine, nel 1927, fu chiamato ad insegnare la stessa materia all'università di Napoli.
La sua produzione scientifica può essere divisa in due gruppi di scritti. In un primo gruppo vanno collocati i lavori concementi lo studio dei metodi e dei processi di organizzazione industriale nella società modema; i più rilevanti sono: I sindacati industriali, Bari 1905; Il rischio e l'organizzazione dell'industria moderna, Palermo 1926. Un secondo gruppo di scritti è invece dedicato a problemi di teoria economica e in particolare a questioni attinenti la circolazione e la distribuzione della ricchezza; fra questi: Le coalizioni industriali in rapporto alla disoccupazione, Napoli 1911; La formazione dei prezzi nel commercio, Palermo 1911; La proprietà e la distribuzione della ricchezza, Milano 1914. Dopo la morte del C. un certo numero di scritti inediti, in cui peraltro venivano chiariti temi già esaminati, furono raccolti da A. Graziani: Scritti di economia e finanza, Napoli 1932.
Fra gli scritti che più conservano interesse, ma prevalentemente come documento della cultura economica nelle università italiane nel primo trentennio del Novecento, il più rilevante è forse Il rischio e l'organizzazione dell'industria moderna.
In questo lavoro, definito da taluno "una completa indagine sui sindacati e sui trusts" (G. Alessio, C. C., in La Riforma sociale, XXXVIII [1931] p. 381), dopo una lunga premessa in cui egli accetta, senza peraltro vederne le implicazioni ideologiche e politiche, la distinzione, a proposito della attività d'impresa, fra costo e rischio, il C. perviene alla formulazione della tesi che uno dei modi migliori d'organizzazione economica è costituito dalle concentrazioni industriali in quanto unico sistema di prevenire il rischio.
Da questa linea di riflessioni in altri scritti, concernenti i sindacati e le associazioni (I sindacati industriali del 1905 e L'associazione economica e la distribuzione della ricchezza, stampato a Roma nel 1918 e ripubblicato nella raccolta postuma curata dal Graziani), vengono sviluppandosi tesi che saranno tipiche delle tendenze corporative che andavano estendendosi nella cultura accademica italiana dell'inizio del secolo, quali quella che le associazioni economiche (cioè i sindacati) non sono "presidio dei deboli e degli oppressi", anzi devono essere considerate "come uno degli strumenti" attraverso cui si perpetua la diseguaglianza tra le classi e "l'associazione diffondendosi nei gradi più elevati della gerarchia operaia. infligge alle classi più derelitte gravi e sensibili danni".
Per quanto riguarda il gruppo di scritti concernenti problemi di teoria economica, il più significativo è La proprietà e la distribuzione della ricchezza del 1914. La tesi di partenza in quest'opera è la stessa di Achille Loria, per cui la distribuzione dei redditi viene descritta come il risultato della lotta fra livelli di reddito sociale di diversa entità. Così, dopo aver esaminato l'influenza dei vari fattori sulla distribuzione della ricchezza (proprietà, associazioni sindacali, fattori congiunturali), ne consegue che non paiono eliminabili le circostanze oggettive che decidono la situazione di ineguale distribuzione delle ricchezze e dei redditi tra le classi sociali.
Questo tema della preminenza del momento della distribuzione su quello della produzione nella elaborazione teorica, evidenziando sempre più le connessioni tra questa tradizione dottrinale e il dibattito neocorporativoy ritornerà poi in scritti successivi, come Economia e politica contemporanea, due volumi pubblicati a Padova nel 1930.Il C. morì a Varese il 28 maggio 1931.
Altri suoi scritti sono: La "réclame" dal punto di vista economico, Torino 1909; La congiuntura e la distribuzione della ricchezza, in Annali dell'Università di Perugia, 1914; L'azione economica dello Stato durante la guerra, in La Nuova Antologia, 16 marzo 1916, pp. 236 ss.; La riforma elettorale, in Studi di filosofia del diritto e dello Stato, Napoli 1923; Per un nuovo ordinamento della finanza locale, e Astrazioni e realismo in materia di dazio sul grano, in Echi e commenti, 25 luglio e 25 ag. 1925 rispettivamente; La riforma dell'imposizione diretta in Francia, in AA. VV., Corso di scienza delle finanze, Napoli 1928-29; Appunti di storia delle dottrine economiche, Napoli 1929-30.
Bibl.: Oltre al contributo di Alessio citato nel testo, vedi B. Borselli, C.C., in Diritto e giurisprudenza, 1931, n. 2, col. 96; P. Capasso, C.C., in Il Pensiero sanitario, maggio 1931; Id., C. C., in Popolo di Roma, 24 giugno 1931; M. Claar, C. C., in Zürcher Zeitung, 12 giugno 1931; B. Donati, C. C., in Archivio giuridico, XXII (1931), 2; A. Fraccacreta, C. C., in Annali del Seminario giuridico-economico dell'Università di Bari, 1931, parte 2; G. Masci, in Rassegna bibliografica delle scienze giuridiche e politiche, 1931, n. 2, pp. 367-370; G. U. Papi, in Giornale degli economisti, XLVI (1931), pp. 523-525; A. Graziani, in C. Cassola, Scritti di econ. e finanza, Napoli 1932, pp. 1-7.