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CAMBIAGGIO, Carlo

di Enza Venturini - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 17 (1974)
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CAMBIAGGIO, Carlo

Enza Venturini

Nacque il 12 dic. 1798 a Milano; figlio di un commerciante in seta, rimase orfano all'età di sei anni. Dopo aver frequentato, dal 1810, nel collegio di Parabiago il corso di belle lettere e filosofia diretto dal canonico Landini e da D. Reina, si dedicò al commercio. Intanto aveva studiato il violino con il maestro G. Cavinati e il contrabbasso con F. Rachelle; venne ammesso come accademico onorario al teatro Filodrammatico e, costretto ad abbandonare l'attività commerciale non troppo fortunata, si dedicò alla carriera di strumentista. Per undici anni suonò il contrabbasso a Milano al teatro Re, al Carcano, alla Canobbiana e ottenne anche una lunga scrittura alla Scala. Il maestro di cappella P. Bonfichi e i maestri P. Ray, S. Mayr e P. Brambilla si servirono di lui come contrabbassista nelle esecuzioni di musiche sacre. Nel 1829 iniziò la carriera di cantante buffo (suo maestro di solfeggio era stato il Ray) ed esordì nel carnevale a Varallo nell'Elisae Claudio di S. Mercadante, accompagnato da un'orchestra composta da tre violini, un flauto, un trombone e un contrabbasso. Cantò poi a Pavia e a Lecco; nell'estate era già a Milano al teatro Re e si affermò rapidamente come uno dei più promettenti cantanti buffi. Dal 1832 in poi, il C. si esibì nei principali teatri d'Italia, insieme con i più famosi artisti: fu tra l'altro al teatro Carcano e alla Canobbiana di Milano, al teatro Carlo Felice di Genova, al teatro S. Benedetto di Venezia, al teatro Valle e al teatro Argentina di Roma, alla Pergola di Firenze, al teatro Comunale di Bologna. Cantò alla Scala una sola volta, nel 1832, sostenendo nell'Inganno felice di Rossini la parte di Tarabotto. Parallela a quella di cantante il C. svolse attività d'impresario: nell'autunno 1832 e nel carnevale 1833 al teatro Carcano; nel 1836 al teatro Gallo di Venezia; alla fine del 1837 a Lisbona, come aiuto dell'impresario Porto e quindi ad Oporto come direttore del teatro; nel carnevale 1846 e 1848 a Roma, nell'autunno 1849 e nel carnevale 1850 a Venezia. Qui, al teatro S. Benedetto, il C., coimpresario con G. Gallo, presentò la farsa Crispino e la comare dei fratelli L. e F. Ricci; l'opera ebbe successo e molto lodati furono l'allestimento scenico e i costumi, realizzati senza badare a spese. Il C. fu anche autore di poesie in dialetto milanese, di duetti comici per sé e per sua moglie Antonia Raineri: uno musicato da L. Ricci fu inserito nel 1834 nella partitura dell'Elisir d'amore al teatro Carcano. Suoi sono alcuni libretti di opere buffe: Unterno al lotto, musica di A. Frondoni (prima rappresentazione: Milano, teatro Carcano, 6 marzo 1831), Un'avventura teatrale, musica di A. Granara (Venezia, teatro S. Benedetto, 26 giugno 1836). Mise insieme anche spartiti-centone fra cui: Il ritorno di Columella dagli studi di Padova ossia Il pazzo per amore (Milano, teatro Re, 17 giugno 1842), rielaborazione della farsa di A. Passaro Il ritorno di Pulcinella da Padova (Napoli, teatro Nuovo, 27 dic. 1837); il C. verseggiò e musicò i recitativi (nell'originale senza musica e in dialetto napoletano) e aggiunse alla musica di V. Fioravanti nuovi pezzi scritti da E. Bauer; il Don Procopio (Trieste, teatro Mauroner, 6 sett. 1844), riduzione de I pretendenti delusi di G. Mosca, musicato da V. Fioravanti, da P. Tonassi, da un Mattei e da G. Consolini: si tratta di un libretto esile, senza intreccio, con molte situazioni comiche in cui campeggia la figura di don Procopio, un avaro ridicolo che il C. creò per sé: ne aveva studiato con cura i gesti, la figura, le smorfie, le pose, il vestito e seppe renderne il carattere con molta verità e intelligenza. Il libretto del Don Procopio fupiù tardi utilizzato da G. Bizet per l'opera omonima. Cantò fino a tarda età: nel 1862 fu al teatro Carcano nel Barbiere di Siviglia, in una recita a beneficio della Società di mutuo soccorso degli artisti di teatro. Nonostante l'età, ottenne grande successo e affascinò il pubblico con la sua personalità di grande attore, anche se la sua voce non era più possente. Ritiratosi dalle scene, aprì a Milano un'agenzia teatrale. Morì a Milano il 13 apr. 1880, nel necrologio fu definito "il Nestore dei buffi italiani, l'ultimo dei grandi artisti della famosa scuola".

Fu un cantante simpatico, intelligente e scrupoloso, sempre padrone della parte e della scena; il suo temperamento musicale, unito a spigliatezza e arguzia, lo fece considerare uno dei migliori bassi del suo tempo. Il Regli lo definisce "un ottimo attore, un attore che sa ricreare, dipingere un personaggio, un attore che in moltissime parti non teme confronti". Il suo repertorio vastissimo comprendeva tutte le opere buffe di Rossini, le farse e le opere di Donizetti (eccetto La Regina di Golconda), tutte le opere di L. Ricci (meno Scaramuccia e L'orfanella)e molti spartiti scritti per lui. Come impresario il C. dimostrò sempre molta abilità: nella scelta dei cantanti difficilmente sbagliava, curava l'interpretazione, la messa in scena, i costumi e rinnovava spesso i repertori.

Fonti e Bibl.: Necrologio, in Gazzetta musicale di Milano, XXXV (1880), n. 18, p. 134; C. C., in F. Regli, Strenna teatrale europea, VIII, Milano 1845, pp. 135-140, 236; IX, ibid. 1846, p. 237; XI, ibid. 1848, p. 254; notizie e critiche in Gazzetta musicale di Milano, III (1844), p. 156; IV (1845), p. 180; VIII (1850), passim da p. 12 a p. 88; X (1852), passim da p. 148 a p. 207; XI (1853), passim da p. 5 a p. 210; XIII (1855), pp. 65, 349, 387; XIX (1861), pp. 116, 120; XX (1862), p. 97; P. Cambiasi, Rappresentazioni date nei Reali Teatri di Milano 1778-1872, Milano 1872, pp. 104, 110; P. E. Ferrari, Spettacoli drammatico-musicali e coreografici in Parma dal 1628al 1883, Parma 1884, pp. 132, 140, 172, 228; Jarro [G. Piccini], Memorie d'un impresario fiorentino, Firenze 1892, pp. 142 s.; A. Brocca, Il teatro Carlo Felice..., Genova 1898, pp. 26, 28, 34, 37, 63, 65, 67; G. Radiciotti, Teatro e musica in Roma nel secondo quarto del sec. XIX, Roma 1906, pp. 84, 86 ss., 100, 103, 124; B. Gutierrez, Il teatro Carcano (1803-1914), Milano 1916, pp. 80, 144; G. Pavan, Teatri musicali veneziani. Il teatro S. Benedetto (ora Rossini), Venezia 1916, pp. 43, 47 ss., 54; C. Gatti, Ilteatro alla Scala nella storia e nell'arte (1778-1963), II, Milano 1964, p. 36; L. Trezzini, Due secoli di vita musicale. Storia del teatro comunale di Bologna, Bologna 1966, II, pp. 53, 56, 60; F. Regli, Diz.biografico dei più celebri poeti ed artisti melodrammatici, tragici e comici..., Torino 1860, p. 104; F. J. Fétis, Biographie universelle des musiciens. Supplement, Paris 1881, I, p. 144; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, p. 279; Suppl., p. 149; Encicl. della musicaRicordi, I, Milano 1963, p. 371; Enc. dello Spettacolo, II, coll. 1551 ss.; La Musica, Dizionario, I, Torino 1968, p. 330.

Vedi anche
Teatro degli Indipendenti Teatro d’avanguardia fondato a Roma nel 1922 da A.G. Bragaglia. Fu attivo fino al 1931, mettendo in scena, oltre a un repertorio sperimentale, pantomime e spettacoli di danza. Teatro alla Scala Teatro lirico milanese. Costruito per volere di Maria Teresa d’Austria dopo l’incendio che nel 1776 aveva distrutto il Teatro regio ducale, sorse su progetto dell’architetto di corte G. Piermarini nell’area della chiesa di S. Maria alla Scala. Inaugurato nel 1778 con l’esecuzione dell’Europa riconosciuta ... trombone Strumento musicale a fiato del genere degli ottoni, simile a una tromba ma più grande, costituito da un tubo cilindrico piegato in due parallele, che si allarga progressivamente a cono o a padiglione; è caratterizzato da una speciale meccanica, per la quale i suoni sono variati dal maneggio di tubi mobili ... Gioacchino Rossini Musicista (Pesaro 1792 - Passy, Parigi, 1868). Figlio di un suonatore di trombetta e di un buon soprano, a Lugo cominciò a profittare degli insegnamenti (clavicembalo e canto) di don Giuseppe Malerbi, finché a Bologna (circa alla fine del 1804) fu affidato al noto maestro A. Tesei, allievo di S. Mattei. ...
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carlo s. m. – Denominazione generica di monete emesse da sovrani di nome Carlo; fu data allo scudo (filippo) di Carlo II re di Spagna e dell’imperatore Carlo VI, e a una moneta d’oro del valore di 5 talleri di Carlo duca di Brunswick....
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san Carlo locuz. usata come s. m. (pl. san Carli). – Moneta d’argento con il tipo di s. Carlo emessa da Carlo Emanuele I duca di Savoia nel 1614, del valore di 9 fiorini, aumentato via via negli anni seguenti (nel 1630 era superiore di...
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