BARBERINI, Carlo
Nacque a Firenze da Antonio e da Camilla Barbadori il 28 maggio 1562. Impegnato nell'attività commerciale della famiglia, lavorò presso l'agenzia di Ancona, consigliato, oltre che dallo zio tutore monsignor Francesco, anche dal fratello minore, Maffeo, il futuro Urbano VIII, che a Roma con la sua rapida carriera in curia stava consolidando la base economica della famiglia. Le notizie che abbiamo del B. sono in gran parte ricavabili dal carteggio, sempre di carattere privato, che egli ebbe con Maffeo prima del suo definitivo trasferimento a Roma (che avvenne prima del 1604).
Nel 1594 il B. si era sposato con Costanza Magalotti, dalla quale ebbe sette figli: il primogenito morì a poco più di un anno; delle tre figliole, Camilla, Maria e Clarice, la prima e l'ultima furono monache nel convento carmelitano di S. Maria degli Angeli in Firenze, e Maria sposò un gentiluomo bolognese, Tolomeo Duglioli; Francesco e Antonio divennero cardinali, e Taddeo, principe di Palestrina, rimase l'unico erede laico della casa.
Nei venti anni circa che trascorse a Roma, dal suo trasferimento all'elezione di Urbano VIII, il B. amministrò i beni della famiglia, e soprattutto quelli del fratello cardinale, con molta abilità, impegnandoli sia in attività finanziarie e mercantili sia nell'acquisto di feudi e possedimenti terrieri. E questa natura di saggio e prucLente amnunistratore egli conservò anche dopo il 1623, nonostante il vistoso titolo di generale della Chiesa, cioè di comandante supremo delle truppe pontificie, conferitogli in quell'anno dal fratello: titolo a cui si aggiungeva quello di duca di Monterotondo, in seguito all'acquisto di quel feudo. Si accinse con scrupolo al suo incarico, riorganizzando soprattutto dal punto di vista disciplinare e amministrativo le norme militari con un pubblico ordinamento dal titolo: Capitoli e leggi da osservarsi inviolabilmente per ordine espresso della Santità di N. Sig. dalle militie a piede e a cavallo dello Stato Ecclesiastico,Roma 1626. E alla sua severa e pedante personalità è forse riconducibile, nel nuovo clima di affari politici in cui per forza di cose si era venuto a trovare, l'attenta lettura che fece del Principe di Machiavelli: lettura che lo indusse poi a tracciare dell'opera una specie di schematico riassunto in latino dal titolo Synopsis totius libri de Principe,che si conserva autografo (Arch. Barb.,fascicolo sciolto, dopo la busta 104).
Il B. morì nel corso d'una missione a Bologna, dove aveva accompagnato il figlio cardinale Antonio, legato di pace nella questione del Moiiferrato, il 26 febbraio 1630.
Fonti e Bibl.: Archivio Segreto Vaticano, Archivio Barberini. Documenti contemporanei al pontificato,buste 100-104; Bibl. Apost. Vat.: mss. Barb. lat.10052-10078 (contengono una parte del carteggio tra Maffeo e il B., degli anni 1585-1622); G. Cincio, In funere ill.mi et ec.mi Principis C. B. generalis S. R. E...,Romae 1630; V. Doni, In funere illustr. et excellentiss. principis C. B...,Romae 1630; A. Pandulfo, Oratio in funere illustr. et excellentiss. D. C. B. pontificiae classis imperatoris,Ferrariae s. d. [ma 16301; L. von Pastor, Storia dei papi, XIII,Roma 1931, passim; P.Pecchiai, Costanza Magalotti Barberini, cognata di Urbano VIII, in Archivi,s. 2, XI-XII (1949), pp. 11-41; Id., I Barberini,in Archivi, Roma 1959, quad. s, pp. 130-133 e passim.