AVALLONE, Carlo
Nacque a Castellammare di Stabia il 21 genn. 1850, Entrato giovanissimo nella R. Scuola di marina di Napoli - novembre 1863 - fu nominato guardiamarina di 2ª classe il 30 giugno 1966, e il mese successivo partecipò allo scontro navale di Lissa. Nel Marina, C. Mirabello, capo dell'ufficio dello Stato Maggiore che si occupava degli Stato Maggiore che si occupava degli studi di guerra navale. Il 1º genn. 1905 fu promosso contrammiraglio e nominato direttore generale di artiglieria ed armamenti, incarico che tenne fino al 31 dic. 1911, quando, a sua richiesta, lasciò il servizio attivo.
Il periodo durante il quale l'A. resse la direzione generale dell'artiglieria ed armamenti fu assai importante ai fini di un adeguamento dei mezzi alle nuove tecniche e alle nuove applicazioni, che la marina adottò, facendo tesoro dell'esperienza della guerra russo-giapponese e promovendo studi diretti ad assicurare una preparazione moderna dei mezzi navali di offesa e una organizzazione di tiro più efficiente e perfezionata. Dovette subire una violenta campagna del giornale socialista Avanti!, che accusava i dirigenti della marina di colpevole compiacenza verso determinate ditte fornitrici e invocava una conimissione parlamentare d'inchiesta. L'A. adottò anche in Italia le piastre cementate Krupp per la corazzatura delle navi e nuove grandi artiglierie: i calibri 254 e 190 sugli incrociatori pesanti tipo "Pisa" e "San Giorgio" e i calibri 305, 152, 120 e 76 sulle corazzate tipo "Dante", "Cesare" e "Doria". Adottò al tempo stesso il cannone da sbarco calibro 76 tipo Ansaldo-Schneider, mentre potenziava gli stabilimenti industriali di Pozzuoli, di Terni e di Genova (Ansaldo), considerati di primario interesse per gli armamenti navali. In particolare, fece sorgere (1906) in Italia un reparto proiettili della ditta Armstrong, istituì (1907) una fabbrica di siluri a San Bartolomeo nel golfo di La Spezia, dove pure favorì il sorgere (1909) di uno stabilimento costruttore di cannoni Vickers-Terni, mentre metteva a punto e realizzava lo stabilimento artiglierie dell'Ansaldo (1910). In ordine alla stessa politica mirante a garantire lo sviluppo delle industrie belliche nel territorio nazionale, l'A. favorì la creazione della S.I.P.E. (Società Italiana Prodotti Esplodenti), mentre si compivano esperimenti e studi nel campo dei proiettili perforanti al tritolo. L'A. sosteneva, seguendo la linea già indicata da B. Brin, la necessità di una industria bellica navale nazionale, che rendesse la marina indipendente dalle forniture estere nel delicato settore degli armamenti e delle corazze. Per completare l'adeguamento delle artiglierie alle necessità del tempo, si preoccupò anche della preparazione degli uomini, con l'istituzione del balipedio Cottrau nel seno della Castagna, nel golfo di Spezia, che venne a sostituire il vecchio e ormai sorpassato balipedio del Muggiano, e con il completamento del balipedio di Viareggio. Contemporaneamente l'A. adottò i nuovi metodi di tiro "Ronca", riprendendo e valorizzando nel 1905 gli studi del comandante G. Ronca, che servirono poi di base ai metodi di tiro adottati da tutte le marine da guerra. Si ebbero così in Italia le prime centrali di tiro, e furono adottati i telemetri monostatici. Furono organizzate gare di tiro fra navi (1907) e gare di precisione nel lancio dei siluri (1910), mentre venivano riordinate tutte le scuole di specializzazione e particolarmente quelle direttamente attinenti al tiro dell'artiglieria navale. Una apposita unità fu adibita al compito di nave scuola di tiro, sulla quale i cannonieri vennero preparati secondo specialità differenziate: puntatori scelti, telemetristi, osservatori degli scarti.
L'A. seguì molto anche lo sviluppo della radiotelegrafia e delle comunicazioni, e fece studiare e realizzare le reti radiotelegrafiche dell'Eritrea e della Somalia.
Con l'intervento italiano nella prima guerra mondiale, l'opera dell'A. fu ritenuta necessaria ed egli, richiamato in servizio, fu destinato al ministero delle Armi e Munizioni, presso il quale rimase fino al marzo 1919. Durante la guerra l'opera dell'A. fu utilissima, sia per la consulenza prestata all'Ufficio ricerche, istituito presso il ministero delle Armi e Munizioni, sia per la partecipazione a varie commissioni presso il ministero della Marina. L'A. morì a Roma il 6 marzo 1929.
Bibl.: E. Simion, C. A., in Riv. di cultura marinara, Roma 1929, pp. 525-31; Encicl. militare, I, p. 848.