Figlio (Weimar 1757 - Graditz, Torgau, 1828) del duca Ernesto Augusto II, rimasto orfano del padre nel 1758, fu allevato dalla madre duchessa Maria Amalia, che gli diede per precettore Wieland. Assunte nel 1775 le redini del potere, volle come consigliere Goethe. Fu tra i promotori del Fürstenbund contro l'invadente politica di Giuseppe II. Con buon senso rifiutò nel 1787 l'offerta della corona di Ungheria. Prese parte, nel 1792, alla campagna di Francia e fu, con Goethe, a Valmy: schieratosi nel 1805 con la Prussia contro Napoleone, dopo Jena dovette entrare nell'orbita napoleonica. Dal congresso di Vienna ebbe qualche vantaggio territoriale e la dignità granducale. Ma dovette piegarsi alla politica reazionaria del Metternich e sopprimere la libertà di stampa, che tenacemente aveva mantenuto. Migliorò l'amministrazione e favorì lo sviluppo dell'industria tessile. Seppe raccogliere intorno a sé, accanto a Wieland e a Goethe, Herder e Schiller, facendo della sua corte il centro spirituale della Germania.