BUFFAGNOTTI (Boffagnotti), Carlo Antonio
Nacque a Bologna nel 1660; operò come incisore, pittore di prospettive, scenografo, decoratore di teatri, musicista editore teatrale e musicale, specialmente nella sua città natale oltre che a Genova, Torino e Ferrara; Suo primo maestro di disegno fu Domenico Santi di cui incise numerose composizioni ornamentali: i Varii modioni (1683; frontespizio e 12 tavv.), Fragmenti inventati (front. e 12 tavv.), Fragmenti delineati (front. e 24 tavv. incise in collaborazione con altri) e il Primo libro dei soffitti (1694; 9 tavv. con 11 illustrazioni).
Frattanto fra il 1690 e il 1698, incideva e si faceva editore di alcune edizioni musicali riccamente ornate, come il Concertino per camera a violino,e violoncello,opera quarta di G. Torelli, le Sonate à violino e violoncello,et a violoncello solo per camera,opera prima di G. Jacchini, e soprattutto due antologie, una di sue composizioni, Menuetti,sarabande et varii capricci, e l'altra di Sonate per camera a violino e violoncello di vari autori. Nella prima la musica è incisa in tante curiose vignette, mentre nella seconda antologia, ornata fino all'esasperazione - ogni pagina con disegni diversi -, le note diventano addirittura semplice riempitivo delle pagine incise, il cui soggetto forse ha un vago riferimento alle musiche contenute.
Il primo incontro col teatro è documentato al 1690 quando dipinse e intagliò il Teatro della Fiera in Bologna; nel 1694 incise e pubblicò le scene "sommamente piaciute" (Zanotti) per la Forza della virtù di C. F. Pollarolo (prima esecuz., Teatro S. Giovanni Grisostomo, Venezia 1693) e nel 1695 quelle per Nerone fatto Cesare di G. A. Perti, allestite da Marcantonio Chiarini, come lui già allievo del Sarti, per il Teatro Malvezzi di Bologna. Contemporaneamente si dedicava alla scenografia: fra il 1703 e il 1708 fu allievo di Ferdinando Bibiena di cui assimilò le nuove formule, dall'impostazione della scena alla prospettiva, dalla tecnica ad angolo alle architetture fantasticamente risolte. La tecnica consumata e il mestiere abilissimo supplirono alla mancanza di vera originalità, caratteristiche tanto nelle scene di sua invenzione quanto in quelle a cui collaborò o che soltanto tradusse in rame. Le prime testimonianze della collaborazione con i Bibiena (e non solo con Ferdinando) furono, nel 1701 l'intaglio della Scena per il novo teatro della Accad. degli Ardenti di Bologna (da inv. di Franc. Bibiena), l'incisione delle Varie opere di prospettiva inv. da F. Bibiena,raccolte da Pietro Abbati e date in luce e stampate da Giac. Camillo Mercati (front. e 23 tavv. edite a Bologna, incise in collaborazione con Nic. Dorigny e altri, e diffuse anche in tavv. sciolte) e dei Disegni delle scene che servono alle due opere che si rappresentano l'anno corrente nel R. Teatro di Torino (inv. da Ferd. Bibiena e dipinte da Pietro Giov. Abbati). Opere originali del B. sono le scene realizzate per la Virtù in trionfo o sia la Griselda di L. A. Predieri (28 ott. 1711, Bologna, Teatro Marsigli-Rossi); i Trerivali al soglio di G. Aldrovandini (ibid., carnevale 1711); il Faramondo di L. A. Predieri (Genova, Teatro S. Agostino, autunno 1712; di C. F. Pollaroli, secondo Giazotto); Teuzzone di A. Lotti (nella ripresa al Teatro S. Agostino di Genova, nell'autunno 1712, e Ferrara, Teatro Bonacossi o di S. Stefano, stesso anno); Lucio Vero di Albinoni (primavera 1713, Ferrara, Teatro Bonacossi); La caccia in Etolia di F. Chelleri (prima esecuzione, Ferrara, Teatro Bonacossi, 28 maggio 1715), e bozzetti vari come la Tomba d'Achille (collez. Perera, Roma). Fra gli allievi della maturità sono da ricordare, a Bologna, Vittorio Bigari che il B. "seco prese molto volentieri e volle che lo aiutasse nella pittura di alcuni teatri", indirizzandolo alla prospettiva ad angolo e alla magniloquenza del linguaggio scenografico, e, a Genova, Giuseppe Orsoni col quale "dipinse bellissime scene" (Zanotti).
Della sua abbondante produzione all'acquaforte non ancora catalogata (che il Le Blanc assomma a due sole serie) e talora di attribuzione, oltre alle opere già citate, ricordiamo: da sua invenzione, fra i soggetti di argomento teatrale, 5 vedute scenografiche, 3 vedute prospettiche, 13 vedutine prospettiche di forme diverse, 3 tondi con prospettive, un prospetto di loggia in formella circolare, 2 fontane da giardino (parte alla Biblioteca Marucelliana di Firenze, e parte alla Kunstbibliothek di Berlino), le Prospettive (12 acqueforti del 1700), i Soffitti (Bologna, per Camillo Mercati), i VariCapricci di prospettiva (Marucelliana), una serie di 12 stampe raffiguranti ville e giardini in tondi (ibid.), una Architettura con giardini e rovine (Berlino, Kunstbibliothek), una serie di prospettive di giardini (7 tavv.) e otto paesaggetti (ibid.).
Numerose sono anche le stampe da invenzione di Ferdinando e di Francesco Bibiena (l'artista contribuì in tal modo notevolmente a diffondere le costruzioni sceniche, del suo maestro anche se taluni contemporanei, come l'Algarotti, ritennero che ne uscissero travisate): si ricordano i Soffitti (da inv. di Ferd. Bibiena, Parma, Bibl. Palatina), particolari di decorazioni di volte, cupole, finestre, ecc. (sempre da inv. di Ferd. Bibiena), le Prospettive,e soffitti (da inv. di Giovanni Carlo Bibiena; ibidem), svariate scenografie (una architettura fantastica con paggio con stendardo agli Uffizi, una trentina di giardini, fontane, ville anche con particolari, alla Marucelliana). Da invenzione del già citato Chiarini sono due Scene d'interni, una Prigione sotterranea e un Tribunale (Marucelliana). Fra i soggetti di carattere decorativo e ornamentale, da segnalare inoltre un gruppo di acqueforti con porte, soffitti, cornici, saloni, ecc. (da invenzione di Domenico Santi e disegno di Michele Colonna), decorazioni di volte, cupole, finestre, ecc. (da invenzione di Ferd. Bibiena) e di saloni (da invenzione di Marcantonio Chiarini). Da sua invenzione una Serie di vasi (8 tavv. intagliate da P. Bene; cfr. Omodeo) e Varii capricci di fughe (frontespizio e 12 tavv., esemplare di Berlino). Il Ticozzi gli ascrive l'intaglio di S. Carlo genuflesso (dal Guercino) e "d'altre cose tratte da Guido Reni". Oltre alle collezioni già citate, cfr. le raccolte librarie della Bibl. Nazionale e dell'Istituto di archeol. e storia dell'arte di Roma, e le collezioni di libretti di melodrammi della Marucelliana e del Conservatorio di Bologna.
Bibl.: Oltre alla bibl. in U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, V, p. 201, e in Encicl. dello Spett., II, col. 1297; col. 475 (sub voce Bibiena, per le raccolte di disegni e di stampe di Ferdinando Bibiena); V, col. 183 (sub voce Ferrara), cfr.: G. P. Zanotti Cavazzoni, Storia dell'Accademia Clementina di Bologna, Bologna 1739, II, pp. 254, 285; L. Crespi, Vite de' pittori bolognesi, Roma 1769, p. 254; S.Ticozzi, Dizionario dei pittori... intagliatori, Milano 1830, I, p. 232; Ch. Le Blanc, Manuel de l'amateur d'estampes, I, Paris 1854, p. 543; P. Zucker, Die Theaterdekoration des Barock, Berlin 1925, pp. 27, 53; C. Ricci Scenografia italiana, Milano 1930, fig. 43; R. Giazotto, Il melodramma a Genova nei secc. XVII e XVIII, Genova 1941, ad Indicem;Centro di ricerche teatrali, Il secolo dell'invenzione teatrale, Venezia 1951, n. 28; C. Sartori, Bibliografia della musica strumentale italiana stampata in Italia fino al 1700, Firenze 1952, p. 559; Tempi e aspetti della scenografia, Torino 1954, pp. 56, 70, 241; Staatliche Museen zuBerlin, Katalog der Ornamentstichsammlung der Staatl. Kurstbibliothek zu Berlin, New York 1958, nn. 576, 578, 1139, 2626 s., 4099, 4174, 4193; C. Sartori, Diz. degli editori musicali ital., Firenze 1958, p. 35; G. Gaspari, Catalogo della Bibl. del Liceo musicale di Bologna, IV, Bologna 1961 (ristampa anastatica a cura di N. Fanti, O. Mischiati e L. F. Tagliavini). p. 25; A. Omodeo, Prospettive,scenografia e ornamentistica ital. tra due secoli, in Antichità viva, V (1966), 4, pp. 43-50 (passim).