MINATI, Carlo Aniceto
– Nacque a Montepulciano, nel Senese, il 17 apr. 1824 da Olinto, maestro delle scuole pubbliche (architetto secondo Di Scòvolo), e da Caterina Martelli.
Nel 1841, dopo aver conseguito la licenza liceale nella sua cittadina, fu ammesso come studente di medicina all’Università di Pisa grazie al sostegno economico della nonna Marianna Padroni; alla morte di questa, l’anno successivo, la concessione da parte del granduca Leopoldo II di un sussidio speciale, e in seguito di un posto governativo, gli consentì di non interrompere gli studi.
Nel 1845 il M., che manifestava apertamente gli ideali mazziniani (fu uno dei tre «federati» ai quali G. Mazzini aveva conferito l’incarico di costituire la Giovine Italia a Montepulciano), accusato di aver diffuso scritti ritenuti sobillatori, fu condannato dal commissario di Firenze a sedici giorni di arresto rigoroso e a una pena pecuniaria. Pervenuto alla laurea nell’ateneo pisano il 6 luglio 1846, si recò poi a completare il prescritto tirocinio pratico triennale a Firenze dove, nella generale ventata euforizzante determinata dalle aperture liberali del governo granducale, si lasciò trasportare dalla passione politica: il 12 sett. 1847 entrò a far parte di una deputazione eletta dai Fiorentini per manifestare gratitudine al granduca per la concessione della guardia civica e il 22 marzo 1848 si aggregò alla prima colonna toscana diretta in Lombardia, inquadrato nella compagnia comandata dal marchese O. Antinori.
Tornato a Firenze dopo il fallimento della spedizione, vi conseguì la matricola per il libero esercizio della chirurgia il 5 genn. 1849. Subito dopo, però, il rapido evolvere degli eventi, la fuga di Leopoldo II a Gaeta, il timore della restaurazione, la discesa degli Austriaci in Toscana lo indussero a lasciare la città: probabilmente nella speranza di rimanere il più possibile defilato, assunse allora la titolarità della condotta chirurgica di San Donato in Poggio, un piccolo centro del Chianti senese. Recatosi incautamente a Firenze dopo circa tre mesi, fu arrestato e condotto al Bargello, dove rimase fino al settembre, quando il riflesso del «perdono» che Pio IX, ristabilito il potere temporale, aveva concesso a quanti si erano lasciati politicamente fuorviare dai «falsi profeti» indusse un nuovo mutamento del quadro politico anche in Toscana. Tornato in libertà, nel febbraio 1850 il M. conseguì a Firenze anche la matricola per l’esercizio della medicina, che esercitò liberamente per breve tempo; quindi, entrato nell’arcispedale fiorentino di S. Maria Nuova, vi fu nominato medico astante nell’agosto 1852 e nel successivo settembre aiuto infermiere. Recatosi nello stesso anno in Francia, in compagnia del chirurgo P. Landi, frequentò per molti mesi la scuola di G.-B.-A. Duchenne, il celebre neurologo e studioso dell’elettrofisiologia.
Il M. aveva intanto iniziato a maturare un vivo interesse per l’ostetricia: tornato in patria, dall’anno accademico 1853-54 svolse le funzioni di aiuto presso la cattedra della specialità di Firenze e, dopo essersi distinto per l’opera assistenziale svolta durante l’epidemia di colera che falcidiò la Toscana nel 1854-55, nel quadrimestre estivo del 1855 divenne supplente nella cattedra senese di ostetricia diretta da G.B. Vannini.
Nominato, con decreto del governo della Toscana del 10 nov. 1859, professore di ostetricia presso l’Università di Siena, fu titolare dell’insegnamento dall’anno scolastico 1859-60 al 1864-65 e preside di facoltà nel 1863-64; a Siena insegnò anche alle allieve ostetriche dello spedale di S. Maria della Scala, presso il quale inoltre svolse le funzioni di ostetrico nella sala delle partorienti ed eseguì le operazioni ostetriche. Trasferito all’Università di Pisa il 9 dic. 1865, il M. vi fu titolare dell’insegnamento della disciplina per i successivi trent’anni e vi fondò la clinica ostetrica.
Istituita con decreto granducale del 20 genn. 1849, la clinica ostetrica pisana, più volte soppressa e riattivata, cessò definitivamente la sua attività il 23 ott. 1865 per effetto del «regolamento Natoli», che includeva l’insegnamento dell’ostetricia tra quelli del 5° anno del corso di laurea, impartiti presso l’Istituto di studi superiori di Firenze. In seguito alla pressante sollecitazione esercitata verso le amministrazioni locali, nel 1876 il M. ottenne la disponibilità di una struttura appositamente edificata a uso di maternità, che nel 1885 divenne la clinica ostetrica universitaria.
Il suo insegnamento fu essenzialmente pratico: all’inizio dedicato quasi esclusivamente alla clinica ostetrica, sia pure con aperture alla patologia muliebre, in seguito divenuto un corso completo di ostetricia e ginecologia, mirava alla formazione di medici e specialisti forniti dell’esperienza necessaria all’esercizio della professione (fu noto l’apparecchio che progettò per rendere visibili i fenomeni evolventi nella profondità dei genitali femminili durante le varie fasi del parto, uno speculum multivalve di uso non semplice né sicuro: Lo speculum delle partorienti inventato per uso clinico, in Annali universali di medicina e chirurgia, CCLXXI [1885], pp. 329-346). Oratore sobrio ed efficace, brillante didatta, non si distinse tuttavia per una altrettanto valida produzione scientifica, che limitò a pochi scritti.
Fra questi si contano: l’apologia del parto prematuro artificiale, da considerare però sempre nei limiti imposti dalla tutela della madre e del prodotto del concepimento (Annotazioni sul parto prematuro artificiale specialmente rispetto alla medicina forense, Firenze 1862); un trattato di idrologia medica (Dei Bagni di Casciana nella provincia di Pisa, ibid. 1877), su cui tornò più tardi con una breve nota (Sui Bagni di Casciana, in Gazzetta medica italiana - Lombardia, s. 9, XLVII, [1888], 1, pp. 395-398); la pubblicazione di alcune comunicazioni ai congressi dell’Associazione medica italiana di Pisa del 1878 (Sulla cura della sterilità, in Atti del Congresso generale dell’Associazione medica italiana … 1878, Pisa 1879, pp. 259-262; Gravidanza prolungata, ibid., pp. 267-269) e di Pavia del 1887 (Comunicazioni, I, Sulla misura del diametro trasverso dello stretto inferiore del bacino muliebre; II, Sul dioptra e su un nuovo speculum delle partorienti; III, Misuratore delle lunghezze fetali, Pisa 1887); la divulgazione popolare di norme che riteneva valide a impedire la pellagra (Istruzioni popolari per impedire lo sviluppo della pellagra, ibid. 1880, in collab. con A. Feroci); un piccolo trattato di ostetricia (Ostetricia minore: lezioni, Milano 1881). Pubblicò inoltre due commemorazioni: Di Cosimo Palamidessi e degli studi in Italia: discorso letto per l’inaugurazione dell’a.a. 1869-70 nell’aula magna della R. Università di Pisa addì 16 nov. 1869 (Pisa 1870); Sul prof. Fedele Fedeli, senatore del Regno: memoria (ibid. 1889). Fece parte della direzione dei periodici scientifici Gazzetta medica italiana federativa toscana e Il Tempo. Giornale italiano di medicina, chirurgia e scienze affini.
Collocato a riposo a decorrere dal 1° nov. 1895, il M., nella stessa Università, con decreti reali del 5 e del 6 febbr. 1896, ebbe l’incarico dell’insegnamento della storia della medicina, che conservò fino alla morte, e fu nominato professore emerito. Fu inoltre direttore sanitario delle terme di Casciana e di quelle di Lucca, consulente ginecologo delle terme di San Giuliano, direttore degli ospizi marini di Bocche d’Arno.
Membro di varie accademie e società scientifiche italiane e straniere, il M. fu noto e apprezzato nell’ambito della sua specialità: presidente del congresso generale dell’Associazione medica italiana tenuto a Pisa nel 1878, fece parte della commissione promotrice che il 7 nov. 1892 con una lettera circolare invitò i ginecologi italiani alla costituzione della Società italiana di ostetricia e ginecologia; insignito del diploma di membro titolare dell’Accademia universale delle scienze e delle arti di Bruxelles l’11 dic. 1892, gli fu conferita una medaglia di prima classe.
Iscritto alla massoneria dal 1852, il M. aveva mantenuto vivi i contatti con Mazzini al cui letto di morte, nel marzo 1872, fu chiamato a consulto. Presidente di un Comitato per l’Unità d’Italia a Siena, fu nominato cavaliere dei Ss. Maurizio e Lazzaro nel 1881 e commendatore della Corona d’Italia l’anno successivo. A Pisa fece parte del Consiglio comunale, di quello provinciale e di quello sanitario.
Il M. morì a Pisa il 21 apr. 1899.
Aveva disposto la donazione al Comune di Montepulciano della numerosa collezione di volumi riguardanti l’illustre concittadino Poliziano (A. Ambrogini).
Fonti e Bibl.: Montepulciano, Archivio diocesano, Libro dei battezzati della cura della cattedrale, libro Y, c. 140; Siena, Archivio dell’Università, Notizie biografiche dei professori, XX.A. 13; Archivio di Stato di Pisa, Università di Pisa (terzo versamento), Professori, f. 30; Montepulciano, Biblioteca comunale e Archivio storico Piero Calamandrei, Deliberazioni del Consiglio comunale di Montepulciano, Deliberazioni della Giunta, vol. 18, pp. 87 s. (12 gennaio - 31 dic. 1899); necr., in Annuario della R. Università di Pisa per l’a.a. 1899-1900, Pisa 1900, pp. 266-280; Atti della R. Accademia dei Fisiocritici in Siena, s. 4, XI (1899), pp. 155-159; Bull. delle scienze mediche, LXX (1899), pp. 911-915; Atti della Soc. italiana di ostetricia e ginecologia, VI (1900), pp. XLVII-LVI. Si vedano inoltre: F. Manciati, Lo speculum delle partorienti del professore C. M., in Gazzetta degli ospitali, VI (1885), pp. 438 s.; L’Università degli studi di Siena dall’anno 1839-40 al 1900-901. Notizie e documenti raccolti dal segretario dell’Università T. Mozzani, Siena 1902, pp. 164, 213; A. Guzzoni degli Ancarani, L’Italia ostetrica, Siena 1911, ad ind.; A. Castiglioni, Storia della medicina, Milano 1928, p. 726; D. Giordano, Scritti e discorsi pertinenti alla storia della medicina e ad argomenti diversi, Milano 1930, p. 477; O. Viana - F. Vozza, L’ostetricia e la ginecologia in Italia, Milano 1933, pp. 416, 483; D. Giordano, Chirurgia, I, Milano 1938, p. 35; P. Berri, A proposito degli ultimi istanti di G. Mazzini, in Il Quotidiano Minerva medica, IV (1° sett. 1954), pp. 246-249 (e in Minerva medica, XLV [1954], 2, n. 70); M. Di Scòvolo (Bonassola), Il prof. C. M. (1824-1899). Con lettere inedite sue, del dott. Francesco Piazza, chirurgo del 1° battaglione volontario in Lombardia, e uno scritto inedito di Antonio Discovolo su C. M., suo patrigno, in Minerva medica, LX (1969), pp. 1578-1587; R. Radicchi, C. M. e l’insegnamento dell’ostetricia nell’Università di Pisa, in Scientia veterum, XX (1970), 146, pp. 75-85; Indici analitici (1810-1980) degli Atti e memorie e delle pubblicazioni della Acc. Petrarca di lettere, arti e scienze, a cura di E. Malvestiti, Cortona 1983, p. 134; F. Crainz, La Società italiana di ginecologia e ostetricia nei primi cento anni dalla sua costituzione (novembre 1892 - novembre 1992), Roma 1992, pp. 2, 34-36; F. Farnetani - I. Farnetani, The first teacher of neonatal care in Italy, in 2nd International Workshop on neonatology in progress, Cagliari … 2005, in La Pediatria medica e chirurgica, XXVII (2005), 27, suppl. 5, p. 29; F. Farnetani - I. Farnetani, Chi è stato veramente il primo clinico pediatra d’Italia?, in Minerva pediatrica, LVIII (2006), p. 504; Biographisches Lexikon der hervorragenden Ärzte …, IV, pp. 214 s.
F. Farnetani