ANDREOLI, Carlo
Nato a Mirandola l'8 genn. 1840, iniziò giovanissimo lo studio del pianoforte e dell'organo con il padre, Evangelista, e i suoi progressi furono così rapidi da esordire alla età di otto anni come organista nei paesi vicini. Entrato al conservatorio di musica di Milano (1852), ove integrò la sua formazione pianistica sotto la severa guida dell'Angeleri, si diplomò nel 1858 e nel dicembre dello stesso anno debuttò come pianista al teatro S. Radegonda a Milano. Subito dopo seguì a Nizza il celebre G. Bottesini, e a Londra fu insieme con Alfredo Piatti e Antonio Barzini. Nominato nel 1871 insegnante di pianoforte al conservatorio di Milano, si dedicò alla diffusione della musica pianistica e classica.
Le manifestazioni musicali più gradite al pubblico milanese erano sempre quelle teatrali. In tali condizioni d'ambiente, la Società del Quartetto, che era sorta nel 1864, aveva incominciato a esercitare un'azione benefica di allineamento a quella sensibilità strumentale molto sentita oltralpe e che in Italia era stata quasi ignorata da circa un secolo. La Società del Quartetto aveva a tal fine indetto concorsi tra i compositori italiani e invitato i più insigni esecutori italiani e stranieri. Fra gli artisti che perseguivano il nobile scopo di popolarizzare la musica strumentale, accanto alle menti più elette che contava la Milano post-risorgimentale, da Tranquillo Cremona a Emilio Praga, da Filippo Filippi a Leone Fortis, da Ruggero Bonghi a Paolo Ferrari, era anche l'Andreoli.
Per attuare più direttamente questa diffusione, l'A. fondò l'Associazione dei "Concerti sinfonici popolari" e per dieci anni, tra il 1877 e il 1887, coadiuvato dal fratello minore, Guglielmo, li organizzò e diresse. I novantasei concerti che l'Associazione indisse durante i due lustri della sua esistenza contribuirono efficacemente a diffondere e ad approfondire fra il pubblico milanese la conoscenza della musica strumentale europea, da Bach a Brahms, da Scarlatti a Wagner, da Beethoven e Schumann a Martucci. Specialmente di J. S. Bach, di cui l'A. fu proclamato divulgatore in Italia, avendone per primo presentato delle composizioni in un concerto del 1872 e le opere didattiche nell'insegnamento del pianoforte.
I "Concerti sinfonici popolari" erano stati il precipuo scopo della sua vita artistica, ma la tensione intellettuale spezzò la resistenza fisica dell'A. che, dopo la forzata interruzione della attività concertistica, andò declinando. Nel 1895 fu internato in una casa per alienati a Reggio Emilia, dove morì dopo diciassette anni di totale oscurità mentale, il 22 genn. 1908.
L'elenco delle sue composizioni comprende tre sonate, composizioni varie per voce, pianoforte e violoncello, edite da Ricordi. G. Tebaldini nota che la tendenza al virtuosismo in voga all'epoca delle prime composizioni, lasciò poi il posto all'influenza dei grandi maestri, e soprattutto i romantici, i quali diedero alle sue opere un soffio di poesia sana e schietta, mentre chiaro era il suo linguaggio melodico ed elegante l'armonia.
La valentia didattica dell'A. è confermata sia dal valore dei discepoli, tra i quali si ricordano Giuseppe Frugatta (che gli succedette nella cattedra presso il conservatorio di Milano) e Alfredo Catalani, sia dalle pubblicazioni destinate all'insegnamento, tra le quali un metodo per pianoforte scritto in collaborazione con il suo maestro Angeleri e revisioni dei classici del pianoforte (M. Clementi, J. S. Bach e L. van Beethoven) preparate per incarico dell'editore Ricordi.
Ebbe, fra gli stranieri, amici ed ammiratori, A. Rubinstei, H. von Bülow, Clara Schumann e C. Saint-Saens.
Nel 1910 il conservatorio di Milano gli dedicò un busto, dello scultore Alberti, sotto il quale era un epigrafe di Arrigo Boito.
Bibl.: A. Soffredini, C. A., in Gazz. musicale di Milano, XLIII, n. 25, 17 giugno 1888, p. 228; In memoria di C. Andreoli in occasione dell'inaugurazione del busto nel R. Conservatorio musicale di Milano nel maggio 1910, a cura del Municipio di Mirandola, Mirandola 1910; G. Tebaldini, Una famiglia di musicisti, gli A., in L'Arte pianistica, V, n. 10, 20 ottobre 1918; G. Roncaglia, Una nidiata di musicisti - Gli A. di Mirandola, in Atti e Memorie della R. Acc. di Scienze, Lettere ed Arti di Modena, s. 4, IV (1933-34), pp. 22-27.