ALTOBELLI, Carlo
Nato a San Vito Chietino il 22 genn. 1857, divise la sua attività politica e forense fra l'Abruzzo natale e Napoli. In questa città si trovava a svolgere gli studi superiori intorno al 1880, quando, per la prima volta, si fece notare nella vita pubblica, portando al re un messaggio degli studenti partenopei per lo scampato attentato Passanante (novembre 1879). Operò poi per il comitato per i terremotati d'Abruzzo del 1881, fu nel 1883 tra i soccorritori al disastro di Casamicciola e nel 1884 tra i volontari della Croce Bianca per il colera a Napoli.
Nell'87 si presentò alle elezioni per il Consiglio comunale di Napoli: dopo una prima sconfitta, riuscì eletto l'anno successivo. Iniziò allora, nelle file del radicalismo, la sua critica all'operato della maggioranza clientelistica che governava il comune, intervenendo nelle discussioni sulla "legge per il risanamento" di Napoli, sui progetti per l'acquedotto del Senno, e molti altri. La sua popolarità gli consentì di presentarsi nel 1890 candidato alla Camera, per la XVII legislatura, nelle file dell'estrema Sinistra, rimanendo soccombente per pochi voti, ma riuscendo nel 1891 nel turno supplettivo. Nel corso di questa battaglia dovette sostenere aspre censure della democrazia napoletana per gli accordi stabiliti con il deputato Alberto Casale e i gruppi camorristici, accordi che furono poi rievocati durante il processo fra il Casale e il giornale socialista La Propaganda (1899). Per rompere definitivamente con quei gruppi, nel 1892, nelle elezioni per la XVIII legislatura, evitò di farsi rieleggere a Napoli, preferendo il collegio di Ortona a Mare; continuò, tuttavia, l'opera di consigliere comunale con due successive rielezioni nel 1891 e nel 1896, ma, nello stesso 1896, si dimise per protesta contro l'insabbiamento dell'inchiesta sul funzionamento del personale municipale, da lui provocata. Alla Camera pronunciò, nello stesso periodo, notevoli discorsi in opposizione alla repressione dei Fasci siciliani nel 1894 e mosse numerose interpellanze d'interesse napoletano.
Non rieletto nella XIX (1895-1897) e nella XX (1897-1900) legislatura, l'A. poté accrescere la mole del suo lavoro di avvocato, nel quale spesso prese le difese di perseguitati politici e di esponenti. dell'estrema Sinistra. Lo si ricorda fra l'altro ai processi per la Banca Romana, nella difesa dei condannati per i moti del 1898, nella difesa di E. Ferri contro Bettolo nel 1903-1904 e di Muri nel processo Muri-Bonvicini nel 1904-1905.
Dalla fine del secolo al periodo giolittiano l'A. si spostò sempre più su posizioni socialiste, anche se non volle mai legarsi alla disciplina di un partito. Rapporti stretti mantenne fra gli altri con Arturo Labriola, e come candidato dell'Estrema fu rieletto a Ortona nella XXI (1900-1904) e a Napoli nella XXIV (1913-1919) legislatura. Notevole fu la sua protesta alla Camera contro gli accordi ministeriali con candidati cattolici (patto Gentiloni), all'indomani delle elezioni del 1913, e la sua battaglia a Napoli per un blocco popolare anticlericale nella competizione amministrativa dell'anno seguente. Allo scoppio della prima guerra mondiale, dopo qualche incertezza, si schierò a favore dell'intervento, ma la sua attività parlamentare era ormai molto ridotta. Morì a Napoli il 24 febbr. 1917.
Brani dei discorsi dell'A, sono reperibili nelle corrispondenze sui più celebri processi e sulle campagne politiche, pubblicate dalla stampa dell'epoca; i discorsi alla Camera negli Atti parlamentari (nelle rispettive legislature). Si conserva un opuscolo dell'A., Sulla pretesa decadenza dell'arte in Italia, Napoli 1880.
Bibl.: C. Del Balzo, Cronaca del tremuoto di Casamicciola, Napoli 1883, p. 40; G. Caivano, C. A., Profilo, Napoli 1901 (con pref. di E. Croce); F. Meda, Il socialismo politico in Italia, Milano 1924, p. 87; S. Cilibrizzi, Storia parlamentare, politica e diplomatica d'italia, da Novara a Vittorio Veneto, II, Napoli 1925, pp. 473, 514, 534; III, ibid. 1929, p. 230; IV, ibid. 1934, pp. 293, 297, 298, 306, 337, 338, 512, 540, 543; V, ibid. 1940, pp. 140, 202; L. Albertini, Venti anni di vita politica, I, 2 Bologna 1951, pp. 265, 294; II, I, ibid. 1951, pp. 366, 389, 559; II, 2, ibid. 1952, p. 128.