CARLISLE (Luguvalium)
Insediamento situato in Cumbria, non lontano dal Vallo di Adriano e dall'attuale confine tra l'Inghilterra e la Scozia, che occupava una penisola formata dalla confluenza dei fiumi Eden, Caldew e Peteril.
Sin dal periodo romano, la strada principale verso Ν attraversava l'Eden a NE della città, in un punto in cui doveva essere situato un ponte. Nel 1892 venne scoperto nell'area della Tullie House il basamento in legno, con due fasi costruttive, di una struttura di età flavia larga 12,2 m e lunga almeno 67 m, sostenuta da file di pali posti a intervalli compresi tra 2,43 e 3,04 m, su una fondazione di pietre a sacco. Questa struttura è stata interpretata come un edificio militare - forse una basilica - piuttosto che come la fondazione di un bastione, ma l'interpretazione non risulta convincente. Gli scavi nei pressi di Annetwell Street, iniziati nel 1973, hanno portato alla luce i resti ben conservati del fossato e del bastione di torba con ascensus in legno appartenenti a un forte ausiliario del periodo di Agricola, allineato con la struttura suddetta. Sono attestati due periodi di occupazione, il primo a partire dal 78-79 d.C. circa e il secondo iniziato nel 100-105 d.C., quando vennero modificati gli edifici all'interno del forte. Addossata al retro della porta-torre orientale era un'officina con alcune fornaci, mentre più a E un forno per pane era accostato alla parete interna del bastione. Al di là della via sagularis (larga c.a 3 m), nel periodo 2, in quello che costituiva probabilmente l'alloggio del centurione in una caserma, sono state rinvenute tavolette lignee per scrittura a inchiostro. Nel materiale di crollo associato alla distruzione del primo forte, attorno al 105 d.C., nei pressi della porta-torre orientale, furono trovate numerose tavolette scrittorie in legno ricoperto di cera (tabulae ceratae). Alcune sepolture a cremazione poste all'interno dei presunti limiti della successiva città possono essere connesse ai forti di età flavia e traianea.
La scoperta di tegole con il bollo della Legio IX Hispana a Scalesceugh, c.a 8 km a S lungo la strada per York, venne inizialmente interpretata come una prova della presenza della legione nell'area: questo sarebbe stato il luogo della sua fabbrica di laterizi (figlina) similmente al più noto esempio della Legio XX Valeria Victrix a Holt presso Chester. D'altro lato, la ricognizione geofísica ha mostrato che nell'area furono attive almeno 45 fornaci, un dato questo che, assieme al rinvenimento di un bollo della LEG XX Ν Ν, rende il parallelo meno verisimile; non è tuttavia impossibile che la Legio IX Hispana sia stata di stanza a C. per un certo periodo, durante il principato di Traiano. Una presenza militare a C. sembra attestata dal riferimento a Annius Equester, centurie regionarius Luguvalio contenuto in una tavoletta scrittoria del 103 d.C. rinvenuta a Vindolanda (Tab. Vindol., 22, vv. 8-9; A. K. Bowman, J. D. Thomas, Vindolanda: The Latin Writing- Tablets, Londra 1983, p. 110).
La Vita S. Cuthberti, ripresa da Beda nella sua biografia del santo, racconta che nella visita a Luguvalium nel 685 d.C. questi vide murum civitatis et fontem in ea, anche se finora mancano testimonianze archeologiche di fortificazioni della città romana. I limiti approssimativi della Luguvalium romana possono, comunque, essere ricavati dalle sepolture e dai cimiteri che la circondavano. L'insediamento romano verosimilmente verso S non si estendeva lungo la strada di Londra quanto la successiva città medievale, vasta c.a 28 ha. I brevi tratti di strade, probabilmente romane, non sono sufficientemente estesi per fornire un quadro dell'impianto viario, ma la città aveva evidentemente un acquedotto per portare acqua non solo alla fontana vista da S. Cuthbert ma anche a una grande vasca in un portico poligonale posto nell'area della Tullie House; è anche attestato almeno un pozzo romano con pareti in muratura. Alcuni resti portati alla luce durante lo scavo di un canale appartengono probabilmente alle terme pubbliche, mentre almeno in due posti sono attestati ipocausti. La concentrazione in un'area di dediche religiose, a Hercules (RIB, 946), a Mars Barrex (RIB, 947), a Fates (RIB, 951-953) e diversi frammenti di rilievi, indicano forse l'esistenza di un'area sacra sul lato O della English Street; esisteva inoltre un tempio di Mitra (RIB, 943: Cautes). Molte dediche sono connesse all'ambiente militare e due altari furono dedicati dal praefectus alae di stanza nel castellum del Vallo di Adriano a Stanwix, a breve distanza verso N, oltre il fiume Eden. Inoltre molte delle divinità nominate hanno un carattere prettamente militare, come Mars e Victoria (RIB, 950), Mars Barrex, Mars Belatucadrus (RIB, 948), Mars Ocelus (RIB, 949) e il Genius centuriae
(RIB, 944).
L'origine di Luguvalium risale forse al vicus adiacente al castellum di età flavia; da questo in seguito si sviluppò il più importante insediamento civile del settore occidentale del Vallo di Adriano, sulla via principale verso N, fuori della provincia romana. Per diversi anni fu attiva qui una bottega di scultura e il greco cristiano Papias (RIB, 955) era presumibilmente un mercante che aveva interessi nella regione. I ritrovamenti, anche se interessanti, sono in quantità esigua: tra questi si annoverano una placca di bronzo a forma di ippocampo che decorava un mobile, delle lucerne di bronzo con motivi di acanto e grifone, o una testa di Ercole. I gioielli sono rappresentati da tre anelli d'oro, uno dei quali con una gemma incisa raffigurante un satiro, un anello da fidanzamento con cammeo raffigurante due mani giunte e un anello cristiano con l'iscrizione ama me. Tra gli altri ritrovamenti sono da annoverare un manico di coltello di ambra, delle ruote di carro, una tabula ansata lignea (0,59 X 0,32 m) dal forte di età flavia e un tappo ligneo del II sec. (0,06 m di diam.), sempre dal forte, ottenuto da un pezzo di legno che portava impresse due iscrizioni, una delle quali menzionava la Leg(io) XI. C. fu per un certo periodo la c(ivitas) Car(vetiorum) ricordata su una pietra miliare innalzata sotto Postumo (258-68 d.C.) presso Brougham (cfr. JRS, LV, 1965, p. 224). Su un'altra pietra miliare dello stesso regno, rinvenuta nelle vicinanze di Kirkby Lonsdale (RIB, 2283), la distanza è calcolata da C., mentre nella località di Old Penrith fu eretto l'epitaffio di FI. Martius sen(ator) in cavitate) Carvetior(um) questorius (RIB, 933).
Bibl.: J. Wacher, The Towns of Roman Britain, Londra 1974, pp. 405-407; R. P. Wright, E. J. Phillips, Roman Inscribed and Sculptured Stones in Carlisle Museum, Carlisle 19753; E. J. Phillips, A Workshop of Roman Sculptors at Carlisle, in Britannia, VII, 1976, pp. 101-108 (botteghe di scultori); D. Charlesworth, Roman Carlisle, in AJ, CXXXV, 1978, pp. 115-137 (con dizionario geografico dei ritrovamenti); ead., The South Gate of a Flavian Fort at Carlisle, in W. Hanson, L. Keppie (ed.), Limes XII. Roman Frontier Studies 1979 (BAR, Int. s. 71), I, Oxford 1980, pp. 201-210 (porta meridionale del forte ausiliario); M. R. Me Carthy, T. G. Padley, M. Henig, Excavations and Finds from the Lanes Carlisle, in Britannia, XIII, 1982, pp. 83-89 (tavolette scrittorie, ruota e anello con ambra); M. R. Me Carthy, J. A. Dacre, Roman Timber Buildings at Carlisle, mAntJ, LXIII, 1983, pp. 124-130; Tabula Imperii Romani, Britannia Septentrionalis, Londra 1987, pp. 17-18 (con bibl.). - Si vedano inoltre Britannia, XIV, 1983, pp. 267-269 (manico di coltello d'ambra); XVI, 1985, pp. 274-276 (cronologia e pianta del castellum); XVII, 1986, pp. 437-439 (tappo di legno); XVIII, 1987, pp. 274-277 (tabula ansata lignea); XIX, 1988, pp. 491-492.