Del Poggio, Carla
Nome d'arte di Maria Luisa Attanasio, attrice cinematografica, nata a Napoli il 2 dicembre 1925. All'inizio della sua carriera si distinse in ruoli di scolaretta ribelle negli spensierati film scolastici degli anni Quaranta, per poi dimostrare autentiche doti di attrice drammatica con registi come Alberto Lattuada, Giuseppe De Santis e Pietro Germi.
Appena adolescente, uditrice del Centro sperimentale di cinematografia, fu scoperta da Vittorio De Sica, che la volle pestifera protagonista dello sbarazzino Maddalena zero in condotta (1940) e del successivo Un garibaldino al convento (1942). Seppure imprigionata nel cliché della ragazzina vivace, dette prova in seguito di inconsueta naturalezza e spontaneità in film garbati e di evasione come Signorinette (1942) di Luigi Zampa o Tre ragazze cercano marito (1944) di Duilio Coletti. La sua carriera subì una drastica svolta dopo il matrimonio (1945) con Lattuada che la diresse in Il bandito (1946) e poi in Senza pietà (1948), facendole interpretare in ambedue i casi il ruolo di una giovane caduta in un giro di prostituzione, e ancora in Il mulino del Po (1949) e in Luci del varietà (1950, codiretto da Federico Fellini). Fu convincente anche in due film come Caccia tragica (1947) e Roma, ore 11 (1952) di De Santis e in Gioventù perduta (1948) di Germi, incentrati sull'inquieta realtà italiana del dopoguerra. Negli stessi anni svolse anche una significativa attività in teatro (si cimentò fra l'altro con una riduzione di Gli indifferenti di A. Moravia e con L'importanza di chiamarsi Ernesto di O. Wilde); nel 1955-56, scritturata da Eduardo De Filippo nella sua celebre compagnia operante al Teatro San Ferdinando di Napoli, trovò modo di imporre la sua brillante disinvoltura in 'A nanassa di E. Scarpetta e nel 1956 fu spigliata soubrette al fianco di Erminio Macario nella rivista Tutte donne meno io. Non trovando più nel cinema contemporaneo ruoli interessanti, si dedicò alla televisione, prendendo parte a numerosi sceneggiati (Piccolo mondo antico, 1957, di Silverio Blasi; David Copperfield, 1965, di Anton Giulio Majano). Sul finire degli anni Sessanta si è ritirata dalle scene.