SCHEELE, Carl Wilhelm
Chimico svedese, nato il 9 dicembre 1742 a Stralsund (Pomerania), morto il 21 maggio 1786 a Köping. Figlio di un commerciante, entrò a 14 anni come apprendista in una farmacia di Göteborg. Ivi, leggendo l'opera Praelectiones chemicae di Neumann (allievo di Stahl), apprese le prime nozioni di chimica. Nel 1773 si trasferì a Upsala, ove conobbe e si legò di amicizia con Bergmann e Linneo. In seguito si stabilì a Köping ove diresse una farmacia ed è qui che, con scarsezza di mezzi, compì le sue più importanti ricerche, destinando una parte minima dei profitti ai suoi bisogni personali ed il rimanente alle spese per il suo laboratorio.
Ciò che caratterizza questo grande scienziato è la modestia, il disinteresse, la passione viva per le ricerche. Nel 1777 rifiutò l'invito a coprire una cattedra di chimica a Berlino e preferì continuare le ricerche nella tranquillità del suo piccolo laboratorio. È noto che egli scoperse l'ossigeno un anno prima di Priestley, ma per la sua scrupolosità rese pubblica la scoperta dopo che il Priestley l'aveva notificata. Egli isolò questo gas con un metodo diverso da quello del chimico inglese e precisamente per azione dell'acido solforico sul biossido di manganese.
Nel 1779 pubblicò una memoria sulla composizione dell'aria (Quantum aeris puri in atmosphaera sit) che è un modello di chiarezza e di perspicacia. Egli affermò che nell'aria v'è una parte viziata o corrotta (azoto) e una parte pura o aria di fuoco (ossigeno), secondo i suoi dati nella proporzione del 25%. Dimostrò che anche gli animali acquatici respirano ossigeno fruendo del gas disciolto in acqua. Segnalò per primo l'alterazione dei sali di argento per opera della luce e che i raggi violetti erano i più attivi. Isolò la cosiddetta terra pesante che poi Guyton de Morveau chiamò barite. Dai minerali di molibdeno ottenne l'acido molibdico dal quale poi, nel 1782, Hielm isolò il molibdeno. Dal tungstato (wolframato) di calcio (minerale che in suo onore venne chiamato scheelite) ottenne l'acido tungstico. Dimostrò che la grafite non è che una varietà di carbone; preparò per primo l'acido fluosilicico, da solfato di rame ed arsenito potassico ottenne quella sostanza colorante che anche oggi si chiama verde di Scheele. Infine nel 1774 da acido cloridrico e biossido di manganese ottenne il cloro di cui stabilì con accuratezza le proprietà; tale gas fu da lui chiamato acido muriatico deflogistizzato in accordo alle idee flogistiche allora dominanti. Constatò le proprietà decoloranti e corrosive di questo elemento e dimostrò che con cinabro dava sublimato corrosivo e, con la soda, il sale comune.
Vastissima è l'opera dello Sch. anche nel campo della chimica organica. Egli scoperse l'acido citrico saturando con creta il succo dei limoni e trattando il prodotto ottenuto con acido solforico, metodo che, a parte i dettagli tecnici, è ancora usato. Isolò dalle frutta l'acido malico e dall'acetosella l'acido ossalico dimostrando l'identità di quest'ultimo con l'acido ottenuto da Bergmann da zucchero e acido nitrico. Scoperse anche gli acidi lattico e gallico; ottenne l'acido urico dai calcoli vescicali; isolò la glicerina dagli olî mediante ossido di piombo.