ALMQUIST, Carl Jonas Love
Poeta svedese, fra i più rappresentativi dell'età romantica. Nacque a Stoccolma da agiata famiglia di proprietarî terrieri il 28 novembre 1793. Natura sensibile e irrequieta e senza dominio alcuno di sé, condusse una vita agitata e avventurosa, vittima spesso del consueto contrasto fra le romantiche illusioni e la realtà. Aveva ereditato dalla madre, creatura delicata e sensitiva, che morì quando egli era dodicenne, il culto per Rousseau; e, innamorato dell'idea del ritorno dell'uomo alla natura, appena ebbe superati gli esami di maestro a Upsala, volle tradurla in realtà: fattasi consegnare la parte di eredità che gli spettava, comperò un piccolo podere nel Värmland, sposò una giovane contadina delle tenute paterne, e, assunto il nome di "contadino Love Carlsson", si diede alla vita dei campi. Il risultato fu che consumò in pochi anni tutta la sua sostanza, e nel 1826 dovette trasferirsi a Stoccolma per guadagnarsi da vivere. Ottenne allora la nomina a maestro - e poi a direttore - della Nya Elementarskolan, dove si esperimentavano i nuovi metodi pedagogici, e, con la sua abituale assolutezza di dedizione, si assunse anche l'incarico di compilare i nuovi testi scolastici: la sua Svensk Rättstaffningslära (Sillabario svedese) restò lungamente in uso e superò le 20 edizioni. Ma era, naturalmente, una cerchia troppo ristretta per il suo spirito tormentato ed esuberante e per la sua fantasia vagabonda: anche la sua romantica concezione della vita, fortemente tinta di socialismo, mal si lasciava costringere entro i vincoli, che la sua professione gl'imponeva. Già aveva suscitato scandalo la sua novella Amorina, in cui aveva posto arditamente il problema della responsabilità dei delinquenti; e in un primo tempo, nel 1822, quando l'aveva composta, lo zio vescovo lo aveva indotto a desistere dal pubblicarla. Ma scandalo più grave e polemiche infinite provocò nel 1839, con la nuova novella Det går an (Così va bene): un assalto diretto, in nome dei romantici diritti del sentimento, contro la tradizionale concezione del matrimonio. Dovette dimettersi dall'insegnamento: siccome, alcuni anni prima, s'era fatto consacrare prete, dovette anche subire un'ammonizione solenne davanti al Consiglio capitolare del duomo. Ridotto a vivere col lavoro della sua penna, si diede al giornalismo ed entrò nella redazione del giornale di opposizione Aftonbladet (Foglio della sera); ma cadde presto in una situazione economica precaria, e le male compagnie, in cui s'imbatté, fecero il resto. Infine, nel giugno 1851, scomparve dalla Svezia, mentre venivano sollevate contro di lui gravi accuse di falso in cambiali e di tentato avvelenamento ai danni di un tale von Scheven, un usuraio, che era stato causa non ultima della sua rovina. E nessuna notizia più giunse di lui, fino al 26 settembre 1866, quando morì, povero e sconosciuto, in un ospedale, a Brema, sotto il falso nome di K. Westermann. Aveva passato tutti quegli anni in America, e molte voci corsero sul suo conto: si disse che era diventato segretario di Abramo Lincoln, che aveva avuto fortuna varia, che era stato depredato di tutti i suoi manoscritti, che aveva avuto altri conti da regolare con la giustizia: su tutta ciò, però, incombe ancora un'oscurità completa. Col tempo invece, la sua figura di scrittore è venuta grandeggiando, cosicché, nel 1901, la sua salma fu trasportata solennemente in patria. Riformatore sociale e musicista (alcuni songs da lui composti hanno una loro semplice melodiosa bellezza), giornalista e maestro, poeta multiforme, commosso e immaginoso, l'A. è stato in realtà colui che, in Svezia, dopo la classica compostezza paludata e armoniosa dell'opera di Tegnèr, ha rituffato la poesia direttamente nel pieno tumulto della vita. La sua opera maggiore è rappresentata dagli otto volumi del Törnrosens Bok (Il libro della rosaspina), 1832-1850, una romantica, multivaga e variopinta successione di poesie e di racconti, di fantasie drammatiche e di leggende cavalleresche, di evocazioni storiche e di esotiche visioni, di bizzarie e di meditazioni, la cui unità, più che nella tenue trama della narrazione in cui le varie parti sono inquadrate e congiunte, è nella musicale unità di tono in cui tutta l'opera è composta, nell'unità dello spirito lirico da cui tutta l'opera è pervasa. Romantico d'anima, d'idee, di esperienze, e insofferente di qualsiasi freno, l'A., pur movendosi nella romantica atmosfera spirituale del suo tempo, vi si esprime con una libera immediatezza di accenti. La lingua stessa è stata da lui rinnovata, costretta a piegarsi all'espressione della sua mobile, vibratile sensibilità. E la sua opera è rimasta frammentaria e diseguale, ma geniale. Nelle novelle su problemi erotici: Colombina (1835), Amalia Hillner (1840), in Araminta May, talune pagine sono già il preannuncio di una più moderna poesia. E moderno è già, spesso, il suo colorito e vivo senso della realtà. La stessa novella contadinesca, che nella più recente letteratura svedese, dagli Hemsöborna di Strindberg a Jerusalem di Selma Lagerlöf, ha tanta parte, ha avuto in lui il suo precursore: le novelle Kapellet (La cappella), Skȧllnora hvarn (Il mulino di Shällnora), talune parti di Det går an, e soprattutto il racconto Grimstahamns Nybygge (La nuova casa di Grimstahamn) sono già opere di schietta poesia paesana, evidenti di umana verità. Una prima scelta delle opere era stata pubblicata dal Lysander (Stoccolma 1874-75); e una buona scelta più moderna da G.R. Gustafsson Berg (Stoccolma 1902-06). Ora si stanno pubblicando le Samlade skrifter (opere complete), a cura dei Böök (Stoccolma 1921 e segg.): l'edizione è preveduta in 32 volumi.
Bibl.: Lysander, biogr. nel VI vol. dell'ediz. cit.; R. Ahnfelt, C. J. L. A., Stoccolma 1876; E. Key, Sveriges modernaste diktare, Stoccolma 1887; S. Mortensen, C. J. L. A., Stoccolma 1907; E. Almquist, C. J. L. A., Stoccolma 1914; A. Holmberg, C. J. L. A., Stoccolma 1922; A. Werin, C. J. L. A., Stoccolma 1923.