Jung, Carl Gustav
Inconscio personale e inconscio collettivo nella psicologia analitica
Carl Gustav Jung, psichiatra svizzero attivo tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, fu il fondatore della psicologia analitica, che è una teoria del funzionamento della mente e una pratica di cura della patologia psichica diversa dalla psicoanalisi
Carl Gustav Jung nasce nel 1875 a Kesswyl, un villaggio sul lago di Costanza, in Svizzera. Il padre è un pastore protestante del quale il futuro psichiatra rifiuta la visione religiosa dogmatica per intraprendere una personale e dolorosa ricerca di Dio; durante tutta la vita, infatti, sarà assalito da tormentose crisi religiose. Intelligente e originale, socievole e riflessivo, durante la scuola secondaria si appassiona allo studio delle scienze e della filosofia. Intraprende gli studi in medicina presso l’Università di Basilea, ma continua a interessarsi di questioni religiose e mostra curiosità nei confronti dei fenomeni paranormali, dell’astrologia, del misticismo e della mitologia.
Durante il corso di laurea, la lettura del manuale di psichiatria redatto da Richard von Krafft-Ebing accende la sua passione per questa branca della medicina. Nel 1900, appena laureato, Jung inizia la sua pratica nell’ospedale psichiatrico Burghölzli, a Zurigo, sotto la guida di Eugen Bleuler. Nel 1902 trascorre un semestre a Parigi, presso l’ospedale della Salpêtrière, per studiare con lo psichiatra Pierre Janet.
Durante il suo soggiorno al Burghölzli, Jung legge L’interpretazione dei sogni di Freud e si appassiona alle teorie freudiane, divenendone un fervido sostenitore. Sempre più interessato alla ricerca psicologica, nel 1906 incontra Freud e inizia con lui un rapporto di intenso scambio epistolare e di amicizia. Freud accetta volentieri i contributi di Jung alla psicoanalisi e lo considera il suo erede nella guida del trattamento psicanalitico.
Dopo circa cinque anni di scambio fecondo, il pensiero di Jung comincia però a divergere da quello di Freud: nel 1912 Jung pubblica l’opera La libido: simboli e trasformazioni dove, scostandosi dalla teoria freudiana, considera in modo diverso il concetto di libido. Per Freud essa è una forma di energia vitale che rappresenta essenzialmente l’aspetto psichico della pulsione sessuale, mentre in Jung assume un significato più ampio presentandosi come energia psichica in generale, come un impulso non inibito da censure morali, che comprende sia la sessualità sia altri bisogni e desideri.
Nel 1913 l’amicizia tra i due si rompe, e Jung fonda la propria scuola di psicologia analitica. Nel 1930 è nominato presidente della società tedesca di psicoterapia, e nel 1948 viene fondato a Zurigo l’Istituto Carl Gustav Jung per l’insegnamento della psicologia analitica. Lo psichiatra muore a Küsnacht, vicino a Zurigo, nel 1961.
Jung studia la natura della personalità e l’interazione tra coscienza e inconscio. La sua teoria della psiche differisce dalla psicoanalisi. Il regno conscio contiene un Io centrale, considerato la sorgente del senso di identità, e la persona o maschera pubblica, costituita da ruoli e comportamenti scelti per corrispondere alle richieste della società. L’inconscio è distinto in inconscio personale e inconscio collettivo.
L’inconscio personale contiene esperienze rimosse, troppo dolorose per affiorare alla coscienza, e complessi: idee, sentimenti, immagini unificate da intense emozioni intorno a un tema (per esempio, il complesso di Edipo). L’inconscio collettivo, condiviso da tutti gli uomini, contiene gli aspetti universali della personalità. Le energie dell’inconscio collettivo creano immagini, sogni e fantasie simili in tutti gli uomini.
I temi fondamentali del bene e del male, della vita e della morte, sono alcuni tra i contenuti dell’inconscio collettivo denominati archetipi, modelli di comportamento psicologico innati, legati all’istinto e manifestati nei comportamenti e nelle emozioni. Lo sviluppo dell’individuo è un processo che dura tutta la vita nel tentativo di attuare il principio di individuazione: «diventa chi sei!». L’autorealizzazione si raggiunge risolvendo l’ombra, cioè gli aspetti rimossi della esperienza personale, il lato oscuro della natura umana, in un rapporto costruttivo con l’inconscio collettivo.