BLEIBTREU, Carl
Scrittore, nato a Berlino il 31 gennaio 1859, morto a Locarno il 30 gennaio 1928. Fu tra i più attivi campioni del naturalismo tedesco sorto intorno al 1885. Spirito vivace e scrittore fecondo, passò rapidamente da una prima serie di drammi giovanili, di carattere romantico e di argomento storico, alle battaglie critico-polemiche per le nuove idee e alla redazione di opere narrative ad esse ispirate. Larga eco ebbe un suo saggio Die Revolution der Literatur (Lipsia 1885), ove eran preveduti e veduti problemi attuali o imminenti. Fu tra i primi collaboratori e poi condirettore della rivista Die Gesellschaft, iniziata a Monaco da M. G. Conrad per sostenere il nuovo verbo verista. Farraginoso nel pensiero e sovente trasandato nella forma, è oggi difficile discernere, tra gli elementi caduchi, quelli sani così della sua propaganda come della sua opera creativa. Riconobbe in sé la dualità del naturalismo formale con il romanticismo sentimentale. Il suo più noto romanzo, Grössenwahn (Lipsia 1888), malgrado insufficienze stilistiche e acre spirito aggressivo e satirico, rimane specchio sincero di quella crisi letteraria. Della vastissima produzione si posson trascurare i drammi giovanili, ispirati a Napoleone, a Cromwell, alla Rivoluzione francese ecc. (v. Dramatische Werke, voll. 3, Lipsia 1889), e soltanto carattere divulgativo ha anche la sua Geschichte der englischen Literatur (Lipsia 1887, 2ª ed. 1923). Fra le opere narrative del suo tempo migliore sono alcune raccolte di novelle: Schlechte Gesellschaft (Lipsia 1885); Kraftkuren (Lipsia 1884). Si volse più tardi alla novella d'argomento storico; e opere storiche di divulgazione sono: Vivat Frederikus (Berlino 1905), Der deutsch-französische Krieg, (voll. 3, Stoccarda 1905); Bismarck (Berlino 1915).
Bibl.: H. Merian, K. Bleibtreu als Dramatiker, Lipsia 1892; O. Stauf von der Mark, K. Bleibtreu, Stoccarda 1920.