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BÔTTIGER, Carl August

di Giuseppe Gabetti - Enciclopedia Italiana (1930)
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BÔTTIGER, Carl August

Giuseppe Gabetti

Letterato e archeologo tedesco, nato a Reichenbach l'8 giugno 1760, morto a Dresda il 17 novembre 1835. Dal 1791 al 1806 fu direttore del Wilhelm-Ernst-Gymnasium di Weimar. Di modesta intelligenza, ma di vivace memoria, attivissimo, estremamente servizievole, fu a Weimar il Magister Ubique" deriso più tardi dal Tieck nel Gestiefelter Kater e nella Vogelscheuche, il "Servibilis" della notte di Valpurga nel Faust (v. 4214). Provvisto di una notevole massa di spicciole cognizioni erudite, specialmente nel campo delle antichità classiche, fu l'"uomo di consultazione" della Weimar letteraria del tempo; e non solo l'Einsiedel per la sua traduzione di Terenzio, ma anche Wieland, Herder, Schiller, Goethe ricorsero spesso a lui per ottenere su singoli argomenti rapida informazione. Bene accetto a corte, editore con Bertuch del Journal des Luxus und der Moden, editore con Wieland del Neuer Deutscher Merkur (1797 segg.), si fece così una sua piccola posizione; ma, a poco a poco, per il troppo desiderio di mostrarsi nell'intimità dei grandi, di curiosar su tutto, di sapere tutto, di raccontare tutto, finì col guastarsela. Indispettì, un po' alla volta, tutti quanti; e, quando si ruppe anche con Herder, che era stato sempre il suo maggior amico e protettore, capì che era meglio per lui cambiare aria. Ebbe ancora la felicità di potersi prodigare intorno a Madama di Staël, quando questa giunse in quel quieto e operoso mondo, nell'inverno del 1804, come un turbine che tutto scompiglia: poi lasciò Weimar per Dresda, dove fece carriera e divenne rettore della Ritterakademie, soprintendente alle belle arti, e infine anche, naturalmente, Hofrat. Oltre a innumerevoli comunicazioni (tra le quali celebre l'illustrazione delle Nozze Aldobrandine), recensioni, corrispondenze apparse nelle più svariate riviste, scrisse: Ideen zur Archäologie der Malerei (1811); Amaltaea oder Museum der Kunstmythologie (1820-25); Ideen zur Kunstmythologie (1826-36); ma l'opera che più a lungo tenne vivo il suo nome fu un suo volumetto, molte volte ristampato, sulla vita privata dei Romani: Sabina oder Morgenszenen im Putzzimmer einer reichen Römerin (1803).

Bibl.: Ricco materiale per lo studio della vita letteraria di Weimar contengono i due volumi postumi del B.: Litterarische Zuständte und Zeitegenossen, Lipsia 1837, pubblicati dal figlio, K.W. Böttiger, autore anche di un'affettuosa biografia: K. A. B., Lipsia 1838. Altro abbondantissimo materiale, interessante, sebbene da usarsi con qualche cautela, si trova nel voluminoso lascito di manoscritti e di lettere (20.000) conservato nella Biblioteca di Dresda; qualcosa ne ha pubblicato l'Unterhaltungsblatt, 1836 segg. Cfr. inoltre: L. Gerhardt, K. A. B. und F. I. Göschenim Briefwechsel, Lipsia 1911; O. Francke, Geschichte des Wilhelm-Ernst-Gymnasiums in Weimar, Weimar 1916; O. Fiebiger, Briefe Johanna Schopenhauers an B., in Jahrbuch der Schopenhauergesellschaft, 1922.

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augustare
augustare v. tr. [dal lat. tardo augustare], letter. raro. – Rendere augusto, nobilitare; come intr. pron., augustarsi, divenire augusto o più augusto, crescere in maestà e solennità: in nome della Patria, la quale vie più cresce e s’augusta...
augustano
augustano agg. – 1. Relativo alla città tedesca di Augusta (ted. Augsburg): confessione a. (o di Augusta), la redazione degli articoli fondamentali della dottrina luterana, eseguita da Melantone nel 1530, così chiamata perché servì come...
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