Vedi CARIA dell'anno: 1959 - 1994
CARIA (v. vol. Il, p. 339)
Negli ultimi anni la documentazione su alcune zone di questa regione dell'Asia Minore sud-occidentale è stata arricchita da nuove ricerche e scavi, soprattutto per quanto concerne il periodo arcaico. Tracce di siti neolitici e dell'Età del Bronzo sono state riportate alla luce sulla costa e nell'interno (lasos, golfo di Akbük, Lagina e Afrodisiade); ancora sulla costa sono attestate colonie minoiche (lasos, Cnido), mentre reperti micenei e del Geometrico sono stati restituiti sia dalla costa che dalle zone interne.
Da un punto di vista etnico, grazie a indagini condotte principalmente sulla penisola di Alicarnasso, è stata accertata la presenza, al fianco dei Carii, della tribù autonoma dei Lelegi.
I recenti studi hanno apportato nuovi risultati anche per quanto riguarda il IV sec. a.C., epoca in cui, grazie al programma di ellenizzazione e alla politica sinecistica degli Ecatomnidi, in particolare di Mausolo, la C. subisce profonde trasformazioni, assumendo originali contorni culturali (Labraunda, Amyzon, Alicarnasso, penisola di Alicarnasso). Per i centri di Afrodisiade, Cnido, Eraclea al Latmo, lasos, Kaunos, Labraunda, v. le singole voci.
Bibl.: Y. Boysal, Die Ergebnisse der neuen Forschungen, in The Proceedings of the io. Int. Congress of Classical Archaeology. Ankara-Izmir 1973, Ankara 1978, p. 1135 ss.; Ch. Mee, Aegean Trade and Settlement in Anatolia in the Second Millenium B.C., in AnatSt, XXVIII, 1978, p. 121 ss.; C. Ozgiinel, Carian Geometric Pottery, Ankara 1979; S. Mitchell, A. W. McNicoll, Archaeology in Western and Southern Asia Minor 1971-1978, in ARepLondon, 25, 1979, p. 79 ss.; S. Hornblower, Mausolus, Oxford 1982; C. Laviosa, The Minoan Thalassocracy, lasos and the Carian Coast, in The Minoan Thalassocracy. Myth and Reality. Proceedings of the Illrd Intern. Symposium at the Swedish Institute in Athens, Athens 1982, Stoccolma 1984, p. 183 ss.; S. Mitchell, Archaeology in Asia Minor 1985-1989, in ARepLondon, 36, 1990, pp. 106-116; T. Linders, P. Hellström, Architecture and Society in Hecatomnia Caria, Uppsala 1989, p. 69 ss.; F. Prayon, Kleinasien vom 12.-6. Jh. ν. Chr. Siedlungen, Kultstätten und Funde, in corso di stampa.
Alicarnasso, Penisola di. - Un'estesa e accurata indagine condotta sul territorio della penisola di Alicarnasso ha dato importanti risultati relativi alla più antica storia della Caria.
Le tipiche forme di insediamento di questa regione - piccole città fortificate, fortezze utilizzate come rifugio, fattorie di allevatori e tombe - nonché la loro particolare tecnica edilizia, sono da considerare pertinenti ai Lelegi, stando a quanto si tramanda nelle fonti scritte sugli abitanti di questa zona (Strab.,XIV, 611).
Bibl.: W. Radt, Siedlungen und Bauten auf der Halbinsel von Halikarnafl (IstMitt, Suppl. 3), Berlino 1970.
Amyzon. - Amyzon, situata nella parte centrale del massiccio del Latmos, rientrava nel IV sec. a.C. nella sfera di dominio degli Ecatomnidi e successivamente di Asandro. Nel III sec. a.C. passò ai Lagidi e più tardi ai Seleucidi. In epoca romana fu peripòlion di Alabanda (Strab., XIV, 658), mentre in età bizantina fu sede vescovile.
I risultati degli scavi condotti ad Amyzon tra il 1949 e il 1950 sono stati pubblicati solo nel 1983. Da essi emerge che Amyzon non era ima vera e propria città, ma un grande santuario consacrato ad Artemide, con annesse le dimore per il personale addetto al culto e per altri abitanti. Il complesso, che in base a un'iscrizione del pròpylon è da considerare donazione ecatomnide, risale al IV sec. a.C.; è costituito da una vasta terrazza su cui si sorgono un tempio dorico, le cui ante recano delle iscrizioni, un altare, un pròpylon, un pozzo, un piccolo teatro e un muro pertinente al peribolo. Tuttavia, reperti fittili vi testimoniano l'esistenza di un luogo di culto già nel VI sec. a.C.
Bibl.: S. Hornblower, Mausolus, Oxford 1982, passim; J. e L. Robert, Fouilles d'Amyzon en Carie, I, Exploration, Histoire, Monnaies et Inscriptions, Parigi
1983.
Keramos. - Sono state studiate le iscrizioni rinvenute nella città.
Bibl. : E. Varinlioglu, Die Inschriften von Keramos (Inschriften griechischer Städte aus Kleinasien, 30), Bonn 1986.
Lagina (v. vol. iv, p. 456). - Prima di diventare un dèmos di Stratonicea, fu una pòlis indipendente di nome Koranza. Recentemente, nei suoi pressi, è stato trovato un tepe con reperti che vanno dall'epoca tardo-geometrica a quella tardo-arcaica, e inoltre è stata scavata una necropoli dell'Età del Bronzo Antico accanto a tombe del VII e VI sec. a.C.
Bibl.: M. Çetin Şahin, The Political and Religious Structure in the Territory of Stratonikeia in Caria, Ankara 1976. - Rapporti preliminari di scavo: Anadolu, XVI, 1972, p. 77 ss.; M. J. Mellink, in AJA, LXXX, 1976, p. 277; LXXXI 1977, pp. 296, 305.
Latmos. - Nota da antiche fonti, è l'insediamento antecedente alla città ellenistica di Eraclea al Latmo (v.). E stata riscoperta nel 1975 a circa mezzo km a E della nuova fondazione, e negli anni susseguenti è stata rilevata in modo completo. Le fonti non specificano l'età dell'insediamento, ma la data della nuova fondazione, alla fine del IV sec. a.C., ci attesta almeno la fine del suo insediamento. Nelle iscrizioni, comunque, la città è già attestata nel VI sec. a.C. Nel V sec. essa era membro della lega delio-attica, e come tale pagava il tributo di un talento. La città è pertanto da paragonare per importanza alle sue vicine Myus, Priene e Mylasa, che del pari erano fortemente tassate. La città doveva ancora esistere nella metà del IV sec. a.C., in quanto il dinasta cario Mausolo, e dopo di lui la sua consorte Artemisia, tentarono di impadronirsene (Polyaen, Strat., VII, 23,2; VIII, 53,4). Quando l'insediamento fu trasferito altrove, le sue mura furono in gran parte smantellate. Dopo di allora Latmos servì soltanto quale necropoli della città nuova. E stata risparmiata da successive riedificazioni a eccezione del centro, dove in epoca tardo-bizantina si stabilì nuovamente un piccolo insediamento.
Nonostante il cattivo stato di conservazione delle rovine si possono facilmente riconoscere l'impianto della città e delle sue fortificazioni, e inoltre si possono chiaramente distinguere gli edifici sacri e quelli pubblici, nonché numerose abitazioni. Latmos disponeva di un buon sistema difensivo che deve essere esistito già nel primo quarto del IV sec. a.C. e, esaminando gli aspetti della sua opera muraria, può essere stato costruito poco prima della fine del V sec. a.C. Di conseguenza la città preclassica e classica doveva essere priva di mura. Tra gli edifici interni alle mura di L. meritano particolare attenzione le case. In esse veniva spesso utilizzata la roccia affiorante quale elemento costruttivo, alle volte addirittura fino al tetto, cosicché in alcuni casi è possibile farsi un'idea dello stato originario degli ambienti nonostante gli esigui resti in muratura. Nella sua struttura la città vecchia si differenzia chiaramente dai coevi insediamenti, considerati come lelegici, posti sulla penisola di Alicarnasso (v.), e perciò può essere considerata a ragion veduta come puramente caria.
Bibl.: A. Peschlow, Die Wohnhäuser von Latmos, in III. Ara¡tirma Sonu- çlari Toplantisi, Ankara 1986, p. 155 ss.; ead., Die Umgestaltung von Latmos in der ersten Hälfte des 4. Jhs.v.Chr., in T. Linders, P. Hellström (ed.), Architecture and Society in Hecatominal Caria, Uppsala 1989, p. 69 ss. - Rapporti preliminari di scavo: A. Peschlow-Bindokat, Herakleia am Latmos, in AAi 1977, P· 100 ss.; M. J. Mellink in AJA, LXXXI, 1977, p. 307; LXXXII, 1978, p. 327.
Panamara. - Sono state finora studiate solo le iscrizioni del Tempio di Zeus.
Bibl.: M. Çetin Şahin, Die Inschriften von Stratonikeia, I, Panamara (Inschriften griechischer Städte aus Kleinasien, 21,1), Bonn 1981.
Stratonicea (v. vol. VII, p. 515). - Vi si svolgono operazioni di scavo dal 1977. Sono stati studiati fino a oggi la porta della città, la cinta muraria, il Tempio di Serapi- de, il teatro e il bouleutèrion. Inoltre ricerche sono state dedicate anche al territorio della città.
Bibl.: M. Çetin Şahin, The Political and Religious Structure in the Territory of Stratonikeia in Caria, Ankara 1976; id., Die Inschriften von Stratonikeia (Inschriften griechischer Städte aus Kleinasien, 22,1), Bonn 1982. - Rapporti preliminari di scavo: M. J. Mellink in AJA, LXXXI, 1977, pp. 296, 315; LXXXVI, 1982, p. 568; LXXXVII, 1983, p. 438; S. Mitchell, A. W. Me Nicoli in ARepLondon, 25, 1978-1979, p. 81; Symposium, II, 1980, p. 127 ss.; III, 1981, p. 69 ss.; IV, 1982 (1983), p. 193 ss.; V, 1983 (1984), p. 239 s.;VII, 1985 (1986), p. 519 ss.