CARETE (Χάρης, Chares) d'Atene
Generale ateniese, figlio di un Teocare, del demo di Angele. La sua prima strategia è dell'anno 367-6 a. C.; negli anni successivi fu quasi in continuazione rieletto alla strategia e investito d'importanti comandi. Nella cosiddetta guerra sociale partecipò una prima volta all'assedio di Chio. Riunita l'anno appresso la sua flotta a quella di Ificrate e di Timoteo, riprese le operazioni contro Chio e, nelle acque dell'isola, in una giornata burrascosa, volle assalire le squadre nemiche, contro il parere dei colleghi, i quali lo lasciarono in asso, costringendolo a ritirarsi dalla mischia con gravi perdite. Gli Ateniesi diedero ragione a C.; i suoi colleghi furono rimossi e processati e C. rimase solo capo della flotta. Combatté ancora con successo, in lega col satrapo Artabazo, ribellatosi al re di Persia, e, alla fine della guerra (355), s'ebbe in premio la signoria sul Sigeo, all'ingresso dell'Ellesponto. Partecipò anche alla guerra contro Filippo di Macedonia. lo troviamo nelle due battaglie presso Anfissa, e poi, il 1° settembre del 338, quale comandante degli Ateniesi a Cheronea (v.). Dopo la caduta di Tebe nel 335 si ritirò nel suo possesso del Sigeo. Nel 332 lo troviamo al servizio del re di Persia, comandante di un contingente persiano a Mitilene; nel 324-3 era già morto. Nato da umile famiglia, aveva fatto carriera col suo coraggio, ma come generale fu men che mediocre.
Bibl.: A. Schäfer, Demosthenes und seine Zeit, 2ª ed., Lpsia 1885-87; W. Judeich, Kleinasiatische Studien, Marburgo 1892; J. Beloch, Griech. Geschichte, 2ª ed., III, Berlino e Lipsia 1922; J. Kirchner, in Pauly-Wissowa, Real-Encyclopädie, III, col. 2125 segg.