CARDUCHI (gr. Καρδοῦχοι)
Popolazione dell'antica Armenia meridionale, le cui sedi erano lungo il corso superiore del Tigri, a S. della confluenza in esso del Kentrites (oggi Bohtān Ṣū) e quindi a sinistra del fiume.
Un'esatta determinazione di questo territorio è importante per il problema dell'identificazione di esso con la Κορδουηνή (Gordiene) di Strabone, e di tutto un gruppo di fonti storico-geografiche posteriori; mentre infatti glottologicamente l'identificazione non offre difficoltà, la questione è complicata per i dati topografici di Strabone stesso, buona parte dei quali si riferiscono a territorî a destra del Tigri.
Comunque, la prima e più memorabile menzione dei Carduchi è quella di Senofonte (Anab., III-IV), che riferisce delle esperienze dei Greci nell'attraversare, nella famosa ritirata, l'inospite loro territorio. I Carduchi sono qui descritti come rozza e bellicosa popolazione, combattente con grandi archi di tre cubiti e con la fionda.
Mantenutisi per l'inaccessibilità del loro paese indipendenti dal Gran Re, molestarono seriamente la traversata dei Greci, e inflissero loro, nei sette giorni che essa durò, perdite maggiori di tutte quelle sino allora incontrate nell'avventuroso viaggio. Dopo i Diecimila, i Carduchi vennero a contatto con i Greci al tempo di Alessandro, che varcò il Tigri nel loro territorio, diretto a E. e SE. verso Gaugamela. Dopo aver seguito per qualche tempo le sorti dell'impero seleucidico, il territorio sembra sia caduto sotto dinastie locali; nel sec. I a. C. è disputato tra i Parti e il regno di Armenia, e finisce aggregato all'Adiabene, il cui re Monobazo ne investì il figlio Izate.
Succeduta ai Parti la potenza sāsānide, il territorio degli antichi carduchi si trovò sulla disputata zona di confine tra la Persia e Roma. È oggetto del trattato del 297 d. C. tra Galerio e Diocleziano, e Narsete: però le formule tramandateci sono poco chiare circa i trapassi territoriali avvenuti. Nel 359 compare come governato da un satrapo Ioviniano, filoromano, presso cui fu in missione Ammiano Marcellino. Occupato per breve tempo da Giuliano, fu definitivamente ceduto da Gioviano a Sapore II.
La continuazione linguistica ed etnica dei Carduchi con i Curdi, che rimasero abitatori dal Medioevo in poi del loro stesso territorio, fu a lungo accolta con favore, ma di recente è stata messa fortemente in dubbio.
Bibl.: F. H. Weissbach, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., X, coll. 1933-1938; C. F. Lehmann-Haupt, Armenien einst und jetzt, I, Berlino 1910, p. 346 segg.