CARCANI, Filippo, detto Filippone
Scultore, fu operante a Roma nella seconda metà del sec. XVII e se ne ignorano le date di nascita e di morte. Secondo le fonti (Baldinucci), fece i suoi primi studi di disegno presso il pittore Fabio Cristofori per passare poi, all'età di quindici anni, alla bottega di Ercole Ferrata, dove lavorò come aiuto in opere decorative di stucco e di marmo. Ad eccezione di pochi dati biografici - il suo matrimonio e la residenza a Roma (ibid., p. 173) - sono scarse le notizie sicure riguardanti il periodo giovanile. Probabilmente intorno al 1670 lavorava a una delle figure in stucco dei Geni che reggono medaglioni nei due monumenti Falconieri in S. Giovanni dei Fiorentini, che eseguiva in collaborazione con Pietro Senese, Francesco Aprile e Michele Anguier (Titi, 1686, p. 395). Tale data trova sostegno nel rapporto stilistico con le statue degli angeli di ponte S. Angelo scolpite nel 1669 da D. Guidi ed E. Ferrata, autori delle altre sculture dei monumenti Falconieri e che sicuramente diressero l'opera degli artisti più giovani (Salerno, 1973, p. 250). Sempre intorno al 1670 può datarsi uno dei due Santi in stucco posti ai lati dell'altare maggiore della chiesa di S. Marcello (Titi, 1674, p. 354), oggi non più esistenti, ma citati ancora nell'Ottocento (A. Nibby, Roma nell'a. MDCCCXXXVIII, I, Roma 1839, p. 320). Un atto di pagamento del 2 luglio del 1672 comprova che all'artista "e suoi homini" venivano dati 50 scudi per la scultura della Primavera eseguita per la fontana destra del giardino di palazzo Borghese (Hibbard, p. 209); seguono altri otto pagamenti, l'ultimo in data 23 marzo 1673, per un compenso totale di 270 scudi (ibid.). Dagli stessi documenti si ricava che il C. faceva parte di una équipe di artisti costituenti la nuova generazione della bottega berniniana. Lo stesso gruppo di scultori, infatti, collaborò col Rainaldi, in un periodo immediatamente seguente (ibid., p. 210), al monumento funebre del cardinale Carlo Bonelli, in S. Maria sopra Minerva: al C. spettò di scolpire la figura della Carità (Baldinucci, p. 173). Egli risulta anche autore delle sculture di gusto berniniano, nel monumento funebre dedicato dal cardinale Cesare Rasponi alla Signora Viani in S. Giovanni in Laterano, portato a termine nello stesso periodo (Titi, 1674, p. 243). Alla data 13 apr. 1677 si registra un altro documento relativo alla lavorazione di due delle dieci statue di Santi sull'attico della facciata della chiesa di S. Maria dei Miracoli (Golzio, 1941, pp. 143 s.), iniziate sin dall'anno precedente sotto la direzione del Rainaldi. Già iscritto nella Congregazione dei Virtuosi al Pantheon, il 10 luglio 1678 veniva proposta la sua candidatura ad accademico di S. Luca e il 17 dello stesso mese riceveva la nomina (Libro delle Congregazioni, vol. 45, cc. 57v, 58r). Gli Atti dell'Accademia, dove ottenne diversi incarichi, registrano la sua presenza fino al 3 ott. 1688 (ibid., c. 142r).
Nel 1678 il C. collaborò con G. L. Bernini al monumento di Alessandro VII in S. Pietro, sia come specialista di figurazioni minori sia per il modello in creta del panno con il quale fu ritenuto necessario rivestire la Verità (il manto, fuso in bronzo da G. Lucenti, venne dipinto a finto marmo dallo stesso C.: documenti in Golzio, 1939, pp. 141, 144). Sotto la guida di Mattia de' Rossi, eseguiva nello stesso periodo, per la chiesa di S. Maria in Montesanto, inaugurata nel 1679, due Angeli in stucco sorreggenti lo stemma del cardinale Gastaldi sopra l'arco della tribuna e altri due sopra il timpano dell'altare maggiore, esemplati sulla maniera del Raggi (Golzio, 1941, p. 126). Anteriori al 1686 (Titi, p. 356) sono altre opere eseguite per la medesima chiesa: i Putti ai lati dell'altare maggiore sorreggenti gli stemmi dei Pontefici; quattro statue in stucco a tutto tondo, che raffigurano S. Angelo,S. Elia,S. Eliseo e S. Alberto, per le nicchie interne della cupola; infine, altri due Angeli in stucco sopra l'arco esterno della seconda cappella a sinistra e stucchi dorati all'interno della stessa cappella. Fu incaricato, poi, dalla Fabbrica di S. Pietro di partecipare ai lavori del monumento a Clemente X, morto nel 1676.
Ancora una volta sotto la direzione di Mattia de' Rossi che ne ideò il progetto, il C. scolpì le due figure allegoriche sorreggenti lo stemma del pontefice ricevendo 700 scudi nel dicembre 1683 (Schiavo). Altri 50 scudi ottenne per terminare i due Putti che sostengono il cartiglio sopra l'urna, iniziati da Francesco Aprile e lasciati incompiuti per la morte dell'artista.
Nel 1682 era intanto morto monsignor Agostino Favoriti, al quale il vescovo Ferdinando von Fürstenberg volle dedicare un monumento in S. Maria Maggiore. Progettato da Ludovico Gimignani che scolpì l'effigie del prelato, fu lasciata al C. l'esecuzione delle due statue laterali. Dell'opera, databile verso il 1685, esiste un disegno (Brauer-Wittkower), mentre i modelli in terracotta per le sculture sono conservati nel Museo di palazzo Venezia a Roma. Intorno alla stessa epoca possono datarsi sia il Monumento funebre al cardinale Pietro Basadonna (morto nel 1684) nella chiesa di S. Marco, scultura mediocre tanto nella fattura che nella ideazione, sia gli stucchi con le due statue di S. Giuseppe e S. Agostino nelle nicchie ai lati dell'altare maggiore della chiesa di S. Maria delle Vergini (Titi, 1686, p. 296). Nel 1686 (ibid., p. 434) veniva inaugurata la cappella Capizucchi nella chiesa di S. Maria in Campitelli: sull'arco esterno il C. aveva collocato due Angeli reggistemma in stucco, trattati secondo il consueto schema aggraziato e lezioso. Sempre entro l'86 i marchesi Ruspoli avevano speso 3.000 scudi per abbellire la cappella della Madonnella di S. Marco (Bricarelli): all'altare del Contini il C. aggiunse gli Angeli in marmo, Puttini e altre sculture (Titi, 1686, p. 159). È databile agli inizi del XVIII sec. la ricca e variata decorazione della volta della cappella Lancellotti in S. Giovanni in Laterano i cui ornati, statue e bassorilievi in stucco con le Storie di s. Francesco sono trattati con freschezza e scioltezza tecnica che superano i limiti imposti dalla mancanza di invenzione compositiva. Basandosi su tali qualità stilistiche, il Riccoboni (p. 230) pensa di potere attribuire al C. la decorazione della cappella di S. Cecilia in S. Carlo ai Catinari: dai documenti pubbl. da L. Cacciari (L. M. C. barnabita, Mem. intorno alla chiesa de' SS. Biagio e Carlo, Roma 1861, p. 40) si può ricavare che fino al 1701 la cappella aspettava ancora il rivestimento di ornati. Il Buchowiecki (I, p. 345) accenna, ma senza precisare la fonte, a lavori in stucco del C., eseguiti in collaborazione con P. Naldini, G. de' Rossi e F. Galli, nella chiesa di S. Andrea al Quirinale; essi dovrebbero collocarsi entro il 1691, anno di morte del Naldini. Infine il Wittkower (1966, p. 273) pensa di potere assegnare al C., o alla sua cerchia, il busto del cardinale DecioAzzolino (Stoccolma, Nationalmuseum).
La personalità del C. è di scarso rilievo come individualità artistica, ma ha un suo valore per delineare la storia del gusto nella scultura decorativa nella seconda metà del XVII sec. L'eredità del Bernini, passata attraverso il Raggi e il Ferrata, si traduce in un linguaggio discorsivo e disimpegnato quando si trasferisce in mano ad artisti come il C., il Cavallini e altri che meglio meriterebbero l'appellativo di artigiani, tecnici specialisti all'interno di una cultura cui si sono adeguati. Hanno il merito, comunque, di avviare quell'evoluzione formale che nel Settecento diventerà anche novità stilistica.
Fonti e Bibl.: Roma, Archivio dell'Accademia di S. Luca, Libro delle Congregaz., 1674-1699, vol. 45, ff. 57v, 58r, 59, 60v, 62r, 65v, 66r, 69v, 70r, 71r, 75v, 77r, 79v, 80v, 83v, 84v, 85, 86v, 87r, 89, 90, 91, 93, 94, 95r, 99r, 109v, 117v, 127r, 129r, 130r, 133v, 138v, 140r, 142r; F. Titi, Studio di pittura…, Roma 1674, passim; Id., Ammaestramento... nelle chiese di Roma, Roma 1686, passim; Id., Nuovo studio di pittura..., Roma 1721, passim; O. Pancirolo-F. Posterla-G. F. Cecconi, Roma sacra,e moderna…, Roma 1725, pp. 117, 291; L. Pascoli, Vite de' pittori...., I, Roma 1730, p. 247; G. P. Chattard, Nuova descriz. del Vaticano, I, Roma 1762, p. 78; F. Baldinucci, Delle notizie de' professori del disegno..., XVIII, Firenze 1773, pp. 172 s.; S. Fraschetti, Il Bernini, Milano 1900, p. 389; V. Golzio, Documenti artist. sul Seicento nell'archivio Chigi, Roma 1939, pp. 112, 116, 141, 144, 145; Id., Le chiese di S. Maria di Montesanto e di S. Maria dei Miracoli a Piazza del Popolo in Roma, in Archivi d'Italia, s. 2, VIII (1941), pp. 126, 127, 130, 138-143 s.; H. Hibbard, The Borghese's Fountains, in The Burlingron Magazine, C (1958), pp. 209 s., 252 s.; M. L. Casanova, S. Maria di Montesanto e S. Maria dei Miracoli, Roma 1960, pp. 29, 30, 33, 43, 58; A. Schiavo, Palazzo Altieri, s. l. né d., p. 190; M. Missirini, Memorie per servire... Accademia di S. Luca, Roma 1823, p. 464; D. Taccone Gallucci, Monografia della Patriarcale Basilica di S. Maria Maggiore, Roma-Grottaferrata 1911, p. 101; C. Ricci, Architettura barocca in Italia, Bergamo 1912, p. 64; Q. Tosatti, L'evoluzione del monum. sepolcrale nell'età barocca, in Boll. d'arte, VII (1913), p. 151; A. E. Brinckmann, Barocksculptur, II, Berlin, 1919, pp. 274-276; F. Hermanin, S. Marco, Roma s. d., p. 30; V. Moschini, Scultura barocca in Roma dopo il Bernini, in La Cultura, II (1922-23), pp. 345, 350; A. E. Brinckmann, Die Baukunst des 17. und 18. Jahrhunderts, Postdam 1930, pp. 121 s.; C. Bricarelli, Il Palazzo di Venezia in Roma..., in Roma, VIII (1930), p. 109; H. Brauer-R. Wittkower, Die Zeichnungen des Gianlorenzo Bernini, Berlin 1931, p. 56; A. Riccoboni, Roma nell'arte..., Roma 1942, pp. 200, 204, 228-230; R. U. Montini, Le tombe dei papi, Roma 1957, p. 374; E. Rufini, S. Giovanni de' Fiorentini, Roma 1957, p. 66; V. Golzio, Seicento e Settecento, Torino 1960, I, p. 415; II, pp. 1323 s.; L. Salemo, Via del Corso, Roma 1961, pp. 119-121; J. Pope-Hennessy, Catal. of Italian Sculpture in the Victoria and Albert Museum, II, London 1964, p. 617; R. Wittkower, G. L. Bernini, London 1966, pp. 34, 259, 273; B. Buchowiecki, Handbuch der Kirchen Roms, I-II, Wien 1967, ad Indicoes; V. Martinelli, Scultura italiana, Milano 1968, p. 42; L. Salerno-L. Spezzaferro-M. Tafuri, Via Giulia, Roma 1973, pp. 250 s.; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, V, p. 581.