CARAVAGGIO (A. T., 24-25-26)
Comune della provincia di Bergamo, con 10.259 ab. Il centro capoluogo è un grosso borgo di 7475 ab. situato a 111 m. s. m., nella pianura fra il Serio e l'Adda. È paese ricco e industrioso, vi sono fiorenti le industrie dei cappelli, delle maglie, della seta greggia e dello zucchero. Numerosi gli artigiani, dediti specialmente ai lavori in ferro battuto e alla lavorazione artistica del legno. Caravaggio fu patria di artisti illustri fra i quali: Polidoro e Michelangelo da Caravaggio e Fabio Mangone. Il territorio del comune (kmq. 33, 18) assai fertile, è il secondo della provincia per estensione di superficie lavorativa (48 mila pertiche milanesi); si coltivano ortaggi, gelsi, cereali, ecc.
Monumenti. - Oltre il celebre santuario (v. sotto) Caravaggio conta numerosi monumenti fra i quali la chiesa di S. Bernardino, posta a metà del magnifico viale che conduce al Santuario. La chiesa è analoga per caratteri architettonici e per le pitture che ricoprono le sue pareti alla chiesa degli Angeli di Lugano; Francesco Prata vi dipinse un grande crocifisso e storie del Nuovo Testamento. Nelle cappelle, altre interessanti pitture della maniera del Buttinone e dello Zenale (sec. XV). La chiesa arcipretale di San Fermo e Rustico con facciata in laterizio, tarda imitazione (1429) del tipo cremasco e cremonese del Trecento, e campanile cinquecentesco alto e massiccio, ha nelle tre navate una discreta decorazione settecentesca; ma il suo pregio maggiore le deriva dalla cappella del Corpus Domini, costruita probabilmente dal Battaggio di Lodi (sec. XV-XVI) e decorata da Bernardino Campi (1522-1591) nonché dal Prata e da Vincenzo Moietta da Caravaggio. Ha dipinti di Ferraris de Giuchis (1504); Nicolao Moietta (1529); Francesco Prata (1520); una tavola di scuola leonardesca; una pala di Ercole Procaccini. Il sarcofago della famiglia Secco, di fronte alla cappella del Corpus Domini, ha buone sculture (sec. XV).
Il santuario di Caravaggio.
Secondo la tradizione, il 26 maggio del 1432, mentre nel prato di Massalengo prossimo all'abitato una giovane contadina, Giannetta de Vachi, desolata per i maltrattamenti del marito, piangeva e pregava, le apparve, a confortarla, la Vergine. Sul punto dove Maria aveva posato i piedi zampillò una fonte. L'annuncio del prodigio si divulgò rapidissimamente e grande folla di popolo accorse a curarsi con quell'acqua miracolosa. Il duca Filippo Maria volle ricevere la Giannetta e l'inviò all'imperatore Costantino Paleologo. Fece quindi erigere una chiesa sul luogo del miracolo, che fu consacrata nel 1451 e fu poi cara anche agli Sforza. Nel 1568, minacciando rovina la chiesetta primitiva, per impulso dell'arcivescovo Carlo Borromeo, si decise la costruzione del grandioso tempio attuale, che sorse nel 1575 su disegni e modello in legno di Tibaldo Pellegrino de' Pellegrini. La grandiosa mole del santuario odierno è costituita da una massa principale quadrata, da una cupola e da due bracci ai due lati, cinti da porticati. Il presbiterio è collocato sotto la cupola e comprende la cripta col sacello della Vergine. L'uno e l'altro braccio sono ad un'unica navata; ma il più lungo (verso ovest) ha quattro cappelle per lato, alcune delle quali hanno conservato l'originaria decorazione plastica e pittorica. Assai pregevoli le cantorie del caravaggese Carminati, autore anche degli armadî della sacrestia (sec. XVII). Di squisito lavoro e di rari marmi è l'altare maggiore (sec. XVIII). Le vòlte e la cupola del santuario furono decorate da Giovanni Moriggia nel 1854, e dal 1891 al 1901 da Luigi Cavenaghi, ambedue caravaggesi. Al santuario affluiscono presentemente nei giorni di festa (26 maggio, 15 agosto e 16 settembre) oltre 400.000 pellegrini all'anno.
Bibl.: P. Moriggia, Historia della vita e dei miracoli de' Ss. Fermo e Rustico, Bergamo 1601; id., Istoria della fonte della madonna di Caravaggio, Bergamo 1603; Fr. Belluomo, Il sacro fonte di M. V. nostra Signora di Caravaggio, Codogno 1645; C. Colleoni, Historia quadripartita di Bergamo, Bergamo 1606; D. Calvi, Delle grandezze della madonna santissima del sacro fonte di Caravaggio, Milano 1692; Storia del... santuario di... Caravaggio, Milano 1765; G. Zeist, Notizie dei pittori, scultori e architetti cremonesi, Cremona 1774; G. Rovani, La cupola e i pennacchi del santuario di Caravaggio, in C. Casati, Treviglio e il suo territorio, Milano 1872, pp. 669-704; L. Gruner, L'architettura delle terre cotte del nord d'Italia, Londra 1867; M. Caffi, Di altri antichi pittori milanesi poco noti, in Archivio storico lombardo, VIII (1881), p. 548 segg.; G. Lertora, Il santuario della madonna santissima di Caravaggio, Treviglio 1913.