CARAMUEL DI LOBKOWITZ, Juan de
Poligrafo, nato a Madrid il 23 maggio 1606, morto a Vigevano l'8 settembre 1682. Fanciullo prodigio, già in tenera età conosceva l'astronomia, insegnatagli dal padre e le lingue orientali. Dottore in filosofia a 15 anni, entrò nell'ordine cisterciense. Nel 1626 insegnava teologia a Salamanca, nel 1638 si laureò in teologia a Lovanio. Nel 1645 andò a Vienna come ambasciatore presso l'imperatore Ferdinando III, che ne utilizzò l'abilità di ingegnere militare, già dimostrata nel 1635 a Lovanio contro il duca di Orange e a Frankenthal contro i Francesi. Nominato vicario generale di una ricca abbazia in Praga, introdusse in Austria il canto gregoriano. Nel 1648 difese Praga assediata dagli Svedesi, alla testa di un corpo di volontarî, formato di ecclesiastici. Chiamato a Roma nel 1655 da papa Alessandro VIl, fu nominato consultore delle congregazioni del Santo Uffizio e dei Riti, dove le sue opinioni incontrarono poco favore. Nel 1657 fu nominato vescovo di Campagna, nel Regno di Napoli: per poter pubblicare le sue voluminose opere, fondò e mantenne a proprie spese una tipografia in S. Angelo le Fratte. Nel 1673 fu promosso alla sede di Vigevano. Il C. scrisse più di 70 opere, molte delle quali in parecchi volumi e si occupò di tutto lo scibile; matematica, astronomia, scienze naturali, teologia, filosofia, grammatica, musica, meccanica, fortificazioni, diritto canonico e pubblico, storia; scrisse versi ed opere mistiche; leggeva 24 lingue, inventò una lingua universale a segni, una nuova terminologia per la filosofia e la teologia, costruì degli automi, ecc. Naturalmente, egli fu di una grande superficialità, e in teologia morale uno dei rappresentanti dell'estremo probabilismo, mentre in teologia dommatica si vantava di poter risolvere tutte le questioni con l'aiuto della squadra e del compasso. La sua immensa opera è oggi quasi dimenticata.
Bibl.: I. A. Tadesi, Memorie della vita di mons. G. C. di L., Venezia 1760; J. N. Paquot, Mém. pour servir à l'hist. litt. des Pays Bas, Lovanio 1768, II, p. 175 segg.; Stieve, in Allg. deutsche Biogr., III, Lipsia 1876, p. 778 segg.