CARAIBICO MARE o Mar delle Antille (A. T., 153-154)
Vasto bacino mediterraneo, racchiuso, sul lato orientale, dall'arcipelago delle Grandi e Piccole Antille e, sul lato occidentale, dalla costa americana a cominciare dalla Penisola Paria nel Venezuela. sino al Capo Catoche, estremità nord-est dello Yucatán. La sua larghezza massima da est a ovest supera i 3000 km. e la lunghezza da sud a nord va oltre i 1800 km.; l'area approssimativa è di 1.870.000 kmq. La comunicazione col Golfo del Messico avviene per mezzo del Canale di Yucatán, largo 200 km., il quale fra i banchi sottomarini che formano lo zoccolo della penisola dello Yucatán e quelli che sono la continuazione subacquea della punta occidentale di Cuba, ha una profondità, verso il centro, di 2129 m. Geneticamente il Mar Caribico deve considerarsi come un bacino di sprofondamento fra due sistemi di montagne corrugate: a mezzogiorno la cordigliera costiera del Venezuela, a settentrione la cordigliera, che il Suess chiamò delle Antille, i cui ripiegamenti s'iniziano nel Guatemala e nell'Honduras, proseguono nelle grandi isole, che costituiscono le sommità emergenti della catena, e vanno a terminare, spezzettandosi, nella ghirlanda insulare delle Piccole Antille. Dal capo Gracias de Dios nel Nicaragua alla Giamaica, e di là a Haiti, una platea sottomarina, che non tocca mai i 2000 m. di profondità e in moltissimi tratti nemmeno i 1000 m. e sulla quale sorgono i banchi dei Mosquitos, di Rosalind, di Pedro, divide il Mar delle Antille in due bacini disuguali per estensione e per profondità. Il più piccolo, a ovest, di forma triangolare, è il bacino dello Yucatán, a sua volta diviso in due parti da una serie allineata di isole e di banchi (banco Misteriosa, coperto da soli 16 m. d'acqua, e isole Cayman) che vanno dalla costa di Belize all'estremità SO. della Sierra Maestra di Cuba. Mentre a nord di questo dosso il fondo ha quasi dappertutto 4500 e più m., e la massima profondità è di 4709 m., a sud, nella cosiddetta fossa delle Cayman, o fossa di Bartlett, così chiamata dal nome d'uno dei più attivi esploratori dei mari americani, per una lunga zona centrale si va dai 5000 ai 6000 m., toccando il massimo a 6209 m. Data la breve distanza, dai 200 ai 250 km., che intercede fra questo dosso e la dorsale di Giamaica (e di soli 36 km. immediatamente a sud della Grande Cayman), è evidente che si tratta - come osserva lo Schott - di un profondo squarcio della crosta terrestre, le cui pendenze tanto ripide si possono paragonare soltanto al sollevamento del Himālaya. Il bacino orientale, o Mar Caribico propriamente detto, in genere ha pendio regolare, fondo abbastanza uniforme, profondità media di 4500-5000 m.; ma anche in esso si riscontrano intumescenze e avvallamenti che attestano la grande attività che vi svolsero le forze endogene. La profondità massima accertata in questo bacino è di 5201 m. in circa 66°20′ di long. O. e 13°35′ di lat. N.
Le acque del Mar delle Antille, di meravigliosa trasparenza, di magnifico color verde-azzurro, hanno alla superficie una temperatura costantemente tropicale, di 250 e oltre, mentre in tutti gli strati da 1700 m. sino al fondo, il grado di temperatura non scende mai al disotto di 4°,2. Ciò dipende dal fatto che le comunicazioni con l'Oceano aperto avvengono per mezzo di numerosi passaggi attraverso il grande cordone insulare, nessuno dei quali presenta profondità maggiori di 1700 m., onde non vi possono avere accesso le acque profonde dell'Atlantico che hanno temperature inferiori. In altre parole, la massa d'acqua oceanica, passando attraverso i numerosi ma poco profondi canali fra isola e isola, conserva la propria temperatura anche quando, dopo entrata nel Mar Caribico, si inabissa nelle fosse a più di 6000 m.; e poiché a 1700 m. la temperatura delle acque atlantiche è appunto di 4°,2, questa rimane inalterata anche nelle massime profondità del Mar delle Antille.
La corrente che con grande velocità penetra nel mediterraneo americano è in parte la corrente equatoriale spinta dalla forza dell'aliseo di SE. lungo la costa NE. dell'America Meridionale e in parte una corrente di convezione dovuta all'aliseo di NE. La corrente caribica, che attraversa il bacino da E. a O., dello stesso carattere di quella all'esterno del cordone insulare, ha debole salinità, in certi punti inferiore al 35,5‰, e aumenta di velocità col crescere della latitudine; per la strozzatura, larga 200 km., del Canale di Yucatán essa penetra nel Golfo del Messico e ne gonfia le acque di modo che esse presentano un livello che è superiore d'un metro a quello medio dell'Atlantico.
Il sedimento predominante nelle parti più profonde del bacino è il fango a globigerine; perb non mancano, lungo le coste del continente americano, depositi terrigeni, cui seguono su ampie plaghe, specialmente sulla dorsale della Giamaica, a occidente dell'isola di Cuba e del Canale di Yucatán, sabbie di origine corallina e in alcuni pochi punti, come nel canale fra Cuba e Haiti, fango a pteropodi.
Il Mar Caribico è soggetto a cicloni e uragani molto frequenti, in ispecie nei mesi di agosto, settembre e ottobre, allorché l'aliseo è debole, frequenti le calme, interrotte da violenti colpi di vento, che rendono pericolosa la navigazione. I cicloni risparmiano le coste della Guiana e del Venezuela, parzialmente anche le isole di Trinidad e Tobago, però talvolta il mare è molto agitato in quei paraggi in conseguenza di uragani che infuriano altrove. La traiettoria più frequente dei cicloni nella parte settentrionale del bacino va in direzione quasi esatta da est a ovest fra le isole Sopravvento e la Giamaica, indi piega a NO. ed esce dal bacino attraverso il canale di Yucatán.
Bibl.: Sallot des Nogers, Mer des Antilles et Golfe du Mexique; G. Schott, Geographie des atlantischen Ozeans, 2ª ediz., Amburgo 1926.