CAPRIFICO (lat. caprifīcus; fr. figuier sauvage; sp. higuera; ted. Bocksfeige; ingl. wild fig)
Con questo nome s'indica l'individuo a fiori staminiferi e pistilliferi brevistili (galligeni) del Ficus carica L. Non è sempre, come si ritiene comunemente, il fico selvatico, ché allo stato spontaneo, nelle spaccature delle rocce e sui vecchi muri, si trovano tanto il caprifico che il fico.
Il caprifico, come il fico (v.), presenta i suoi fiori racchiusi in caratteristici ricettacoli, muniti di un'apertura apicale (ostiolo). Quest'apertura chiusa da numerose squammette strettamente addossate le une alle altre, si rende pervia soltanto alla maturazione dei ricettacoli. Questi non sono tutti eguali; per l'epoca della maturazione e per la qualità dei fiori che essi contengono se ne distinguono tre sorta: fioroni forniti e cratiri (detti nell'Italia Meridionale rispettivamente profichi, mammoni e mamme). Si possono però trovare dei caprifichi biferi e anche uniferi, che producono, cioè, rispettivamente due o una sola sorta di ricettacoli. I fioroni si originano verso la fine d'autunno, si sviluppano nella primavera successiva e maturano alla fine della primavera stessa o al principio dell'estate; i forniti si originano alla fine della primavera o al principio dell'estate e maturano verso la fine dell'estate o in autunno; i cratiri si originano alla fine dell'estate, si sviluppano in autunno e, passato l'inverno sulla pianta, maturano nella primavera seguente. Inoltre i fioroni contengono fiori di due sorta: pistilliferi a stilo corto (brevistili) e staminiferi. Questi ultimi sono situati tutto in giro al di sotto dell'ostiolo, mentre il resto della superficie interna del ricettacolo è occupato dai fiori pistilliferi molto più numerosi. I forniti e i cratiri ordinariamente contengono soltanto fiori pistilliferi brevistili. Per la caprificazione vengono utilizzati i fioroni.
I fiori pistilliferi di tutte e tre le sorta di ricettacoli del Caprifico sono anche detti galligeni, perché il loro ovario nei ricettacoli maturi si presenta generalmente trasformato in galla. Un piccolo imenottero, la Blastophaga psenes L., compie infatti in questo ovario il suo ciclo di sviluppo (v. caprificazione).
Bibl.: v. fico.