Vedi CAPRI dell'anno: 1959 - 1994
CAPRI (v. vol. II, p. 332)
Un ulteriore contributo alla conoscenza di C. per il periodo greco è dato dalla scoperta in località S. Antonio di elementi che possono attribuirsi a tombe a tegoloni, con corredi che vanno dal V al III sec. a.C.
Per l'età romana merita considerazione l'impianto di una villa, nota come «Palazzo a mare», situata sulla costa prospiciente il golfo di Napoli, da ritenersi, non senza ragionevoli motivi, la villa caprese prediletta da Augusto. Tra i suoi resti, sparsi in un'area interessata da costruzioni moderne, si riconosce il nucleo abitativo del Palatium, con ambienti termali, una cisterna, un viridarium.
Un'altra villa imperiale si può identificare nei ruderi superstiti in località Gradóle, un complesso monumentale al quale doveva essere collegata anche la Grotta Azzurra; nella grotta erano state già segnalate tracce di lavoro umano (un piano di approdo, interventi sull'accesso naturale) e una conferma può venire dal recupero (1964) di due statue marmoree. Sfortunatamente danneggiate dalla corrosione, le sculture, eseguite in marmo italico, possono interpretarsi come un Posidone-Nettuno e un Tritone. Si tratta di opere di corrente classicistica, di gusto eclettico, che possono datarsi in età augusteo-tiberiana. Insieme ad altre sculture analoghe dovevano essere disposte lungo le pareti della grotta come elementi ornamentali ed erano fissate alle pareti rocciose con grappe di piombo. Nel complesso della villa imperiale la grotta doveva costituire un grandioso e suggestivo ninfeo marittimo.
Un'altra grotta naturale con testimonianza di interventi umani deve considerarsi la grotta dell'Arsenale, ove sono strutture intese ad adattare lo spazio alla creazione di un vasto ninfeo. Notevole è la presenza, in vari settori del complesso, di decorazioni in stucco e in opera musiva: tale intervento è databile in età tiberiana, ma sono presenti anche tracce di rifacimenti successivi.
Anche nella grotta di Matromania (o Matermania) l'ambiente naturale è sistemato e adattato con elementi struttivi e arricchito da decorazioni a mosaico. Si pensa che essa fosse anche sede del culto di Cibele e che dovesse contenere sculture e altri ornamenti: di qui proviene un'iscrizione greca in distici elegiaci che può datarsi in età tiberiana.
Oltre che dalle statue della Grotta Azzurra, la scultura è rappresentata a C. da altri reperti di accertato rinvenimento locale: fra l'altro, i rilievi e i puteali oggi al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, nonché una mano di bronzo, recentemente recuperata. Di provenienza caprese anche se non sempre sicura e documentata, devono essere considerate altre sculture che si trovano o si trovavano in collezioni private dell'isola: quelle della raccolta Astarita, ora al Museo Archeologico di Napoli, della Villa di Axel Munthe, della Villa del Fortino (Palazzo a Mare). A queste si aggiunga un mosaico, già nella Villa Castiglione, ora al Museo Nazionale di Capodimonte. Musei e collezioni private posseggono anche iscrizioni indicate come rinvenute a Capri. Per le sculture di provenienza caprese dobbiamo ritenere, tuttavia, che si tratti di opere non eseguite sull'isola, ma prodotte da varie officine di terraferma. Va presa in considerazione, ovviamente, una provenienza da Roma, senza escludere l'ambiente artistico di Napoli e dell'area flegrea, in particolare della zona puteola- na, dove si riscontra la presenza di officine di scultura (Baia, Pozzuoli). Non vanno ritenuti come eseguiti sul posto gli elementi architettonici in marmo dalle aree esplorate e quelli riutilizzati in varí edifici dell'isola. Materiali architettonici di provenienza caprese furono talvolta trasportati altrove, p.es., come vuole un'attendibile tradizione, nella Reggia di Caserta.
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(Α. de Franciscis)