CAPPELLANO
. È, giuridicamente, il titolare di una cappellania (v.). L'uso tuttavia ha esteso questo termine anche ad altri casi, per lo più di sacerdoti addetti al servizio di qualche cappella o chiesa, anche se non sia eretta in ente morale. Così vi sono i cappellani di corte, di famiglie nobili, di istituti religiosi femminili (e maschili, se laicali), di carceri, ecc. In alcune regioni d'Italia si chiama cappellano il coadiutore del parroco, altrove chiamato viceparroco o vicecurato (all'estero per lo più "vicario" o "curato").
Cappellano militare. - In Italia le forze armate dello stato sono per l'assistenza spirituale servite da sacerdoti cattolici chiamati cappellani militari. L'alta direzione dell'assistenza spirituale è tenuta da un arcivescovo che porta il titolo di ordinario militare per l'Italia, assistito da un vicario generale e da due ispettori.
I cappellani militari possono essere semplici cappellani, cappellani capi e primi cappellani capi. Il loro ministero parrocchiale si esplica con giurisdizione sulle persone militari e sui luoghi da essi occupati.
In tempo di guerra i cappellani militari seguono le unità mobilitate, in parte restando adibiti alle truppe operanti anche in prima linea, in parte rimanendo addetti alle diverse formazioni sanitarie, ospedali e ospedaletti da campo, sezioni di sanità, ecc. Alcuni stati, come la Spagna, la Polonia, l'Inghilterra e gli Stati Uniti d'America, hanno tipi di organizzazione per l'assistenza spirituale delle truppe, somiglianti al nostro. In Italia il clero in servizio militare, benché equiparato a gradi di ufficiale, non cade sotto la giurisdizione disciplinare delle gerarchie militari, ma dipende direttamente dall'ordinario militare. I cappellani militari vestono il comune abito talare e portano le stellette al bavero della veste, i gradi sul cappello sacerdotale, e il bracciale di neutralità al braccio sinistro.
P. Cas.